Si confermerà la quota 100 aumentando le decurtazioni economiche dell'assegno previdenziale?

 La quota 100  sarà oggetto di confronto tra le organizzazioni sindacali , le associazioni datoriali e il Governo ma ci saranno forti decurtazioni economiche se confermate le posizioni del Ministero del Lavoro.

Potrebbe essere conservata nel 2021 la quota cento ma con decurtazioni dell'assegno previdenziale fino al 3% valido per ogni anno di anticipo, questa la condizone per prorogare Ape sociale e Opzione donna.

Allo studio una ipotesi, prevedere l'uscita dal lavoro a 62, o 63, anni di età anagrafica e  con anzianità contributiva minima di 38 anni, in alternativa potrebbe esserci un contributo di 36 anni con forti penalizzazioni pari al 3 per cento  per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia.

Chi potrà andare in pensione prima del tempo, ossia i 67 anni, avrà  ripercussioni negative sull'assegno previdenziale mentre l'ipotesi di andare in pensione, senza decurtazione alcuna, con 41 anni di contributi è stata scartata, ad oggi, dal Governo.

Di sicuro una nuova legge previdenziale potrebbe essere all'orizzonte ma da qui a ipotizzare un anticipo dell'età pensionabile senza decurtazioni corre grande differenza. Lo slogan lavorare meno per lavorare tutti\e come la revisione dell'aspettativa di vita (che ha smesso di crescere e di conseguenza dovrebbe essere anche innalzata l'età della pensione) dovrebbero essere obiettivi comuni per impedire che le pensioni di domani, e i salari di oggi, siano soggetti alla erosione del potere di acquisto.




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