Cosa fare nel nostro luogo di lavoro di fronte all'impennata dei contagi?

I contagi riprendono a salire, per troppi mesi non sono stati fatti tamponi di massa, una decisione errata sostenuta da ragioni economiche come la promozione dei pacchetti vacanze estive e sotto le continue pressioni delle associazioni datoriali. Fatto sta che i numeri dei contagi sono tornati ad essere preoccupanti e le terapie intensive nel frattempo chiuse sono state aperte per ospitare numerosi pazienti in condizioni critiche. I contagi stanno arrivando nei luoghi di lavoro dove per altro sono sempre stati, lo dice una circolare dell'Inail che parla di oltre 52 mila contagi alla fine di Agosto. E' piu' che mai necessario individuare una convenzione con qualche laboratorio di analisi per sottoporre a tampone i colleghi e le colleghe di alcuni settori nonchè quanti entrano in contatto con potenziali positivi, farlo , se possibile, prima che il contagio di propaghi, con intelligenza e senza allarmismi. E le notizie si diffondono come i segreti di Pulcinella, è il caso dei due dipendenti positivi al coronavirus del Comune di Pisa (a loro va il nostro affetto e augururio di pronta guarigione) di cui parla la stampa locale e per fortuna omettendo i nominativi. Nei luoghi di lavoro abbiamo assistito a scene Manzoniane (ricordate gli untori?), gli uffici competenti si sono prontamente attivati per le misure straordinarie di sanificazione e igienizzazione ma intanto gli appalti di pulizia sono rimasti tali e quali a prima della pandemia, qualche stanziamento eccezionale ma nel suo complesso invariati. Il Governo nel decreto semplificazioni non è intervenuto per giustificare normativamente la ridefinizione degli appalti, è intervenuto per impedire sostanzialmente la lievitazione dei costi e cosi' ci troviamo gli stessi appalti prodotti da anni di tagli. Sta qui il primo problema, le sanificazioni si fanno bene quando diversi uffici sono chiusi per lo smart ma se tutti risultano aperti contemporaneamente sorge piu' di un problema che non puo' essere affrontato con qualche ora di straordinario alle ditte di pulizie. L'appalto sanificazione al Comune di Pisa è stato costruito male (non ce ne vogliano i colleghi e le colleghe) perchè le direttive politiche della precedente amministrazione erano forse quelle di contenere la spesa ma allo stesso tempo con la Giunta Conti non è cambiato nulla, avevano la possibilità di rivedere i contenuti di questo appalto ma non lo hanno fatto. Ora, anche alla luce della nuova normativa, urge rimettersi al tavolino e studiare tutte le forme possibiliper intensificare igienizzazioni e pulizie, farlo con il supporto degli uffici legali e gare dell'Ente e magari degli stessi delegati sindacali. Esiste allora la volontà politica di attivarsi in tale direzione? Ci sono poi altri interventi necessari, per esempio collegare l'orologio marcatempo alla misurazione della temperature, ci sarebbe da cambiare gli orologi ma nel frattempo si sono cosi' indeboliti gli organici di certi uffici che manca il personale da incaricare a tale scopo. E qui si misura tutta la inadeguatezza degli ultimi piani occupazionali delle Giunte Filippeschi e Conte, stanno correndo ai ripari con le assunzioni di questo autunno ma con grave ritardo. Infine la questione smart delegata sostanzialmente ai dirigenti, alcuni dei quali, su probabile pressione di qualche assessore, hanno revocato ogni ricorso al lavoro agile imponendo la presenza anche ove non sarebbe stato necessario. L'ultima circolare dell'Ufficio Personale raccomanda due giorni di lavoro agile a settimana ma tutto viene demandato ai singoli dirigenti ai quali si continua a trasmettere il messaggio di rispettare gli obiettivi di inizio anno quando non c'era la pandemia. Un autentico scaricabarile , un po' come accaduto con l'art 87 del decreto Salva Italia che nessuno all'inizio voleva applicare. Alcuni lavoratori fragili sono a casa, qualche altro è stato in servizio quando non avrebbe dovuto starci, una situazione confusa e frutto del solito scaricabarile senza alcun effettivo controllo. La Ministra Dadone parla di metà del personale da far lavorare in smart ma nel frattempo non ci sono stati stanziamenti reali per consentire il lavoro da remoto. Questa è la situazione al Comune di Pisa e in molti altri Enti Pubblici. E' quindi arrivato il momento di operare delle scelte slvaguardando i lavoratori e le lavoratrici, da chi continuerà a lavorare in presenza e quanti saranno in smart. la medicina del lavoro sta già studiando le prime patologie derivanti dal lockdown intanto, chi opera in smart ha decurtazioni economiche inspiegabili, chi invece è fisicamente al lavoro spesso deve sopperire alle carenze organizzative della macchina comunale. Vogliamo parlare di tutto cio' prima che la situazioni diventi insostenibile? Sindacato di base CUB comune di Pisa

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