Quel pasticciaccio del lavoro agile nella Pubblica amministrazione....

Ai sindacati complici hanno chiesto di sedersi al tavolo e di iniziare a regolamentare lo smart working arminizzandolo con i contratti nazionali,già scaduti e in fase di rinnovo,. per piegare la forza lavoro agli interessi del Governo e dei processi di ristrutturazione. di questi tavoli sindacali non si sa nulla se non che dovranno normare l'utilizzo del 50% della forza lavoro in modalità agile a prescindere dalle reali necessità della macchina organizzativa . Tutto cio' avviene per contenere la spesa di personale, la spesa di sanificazione ed igienizzazione, evitare che gli Enti pubblici si trovino sul banco degli imputati in caso di contagio, per ridurre la forza lavoro nella Pa e assestare un decisivo colpo alla rappresentanza sindacale e al ruolo delle Rsu.

Il Dl Rilancio si prefigge l'obiettivo di arrivare a fine 2020 al  50% dei dipendenti in smart working,, ora la domanda da porci, e a cui rispondere, è se questi obiettivi siano realmente funzionali agli interessi dei servizi pubblici e della forza lavoro. La risposta è ovviamente negativa vista la perdita economica dei lavoratori in smart e la progressiva riduzione degli organici e del potere contrattuale.

E' in corso una feroce ristrutturazione che utilizza lo smart come ariete per raggiungere certi risultati e siamo certi che tanti posti di lavoro verranno alla fine cancellati, e cosi' alcuni ruoli e funzioni giudicati obsoleti.. Che cosa significa poi  raggiungere  maggiore funzionalità dei servizi forniti?

Dopo anni di denigrazione dei dipendenti, di esaltazione acritica della performance oggi si passa ad una nuova fase di riorganizzazione e ristrutturazione. 

Per anni, per ridurre il costo della forza lavoro, si invogliavano dipendenti a ridursi l'orario di lavoro, da full a part time, salvo poi scoprire che i part time non erano piu' funzionali alle esigenze organizzative della Pa. Ora, invece, si passa direttamente allo smart e alla riduzione della forza lavoro con la scusa di volere modernizzare e efficientare i servizi quando gli investimenti reali per ammodernare gli stessi sono in grande ritardo rispetto ad altri paesi europei.

La patata bollente passa dal Governo ai dirigenti della Pa , a loro spetta il compito di raggiungere l'obiettivo del 50% della forza lavoro in smart senza prima domandarsi quali siano invece i reali fabbisogni dei servizi pubblici. Ecco spiegata la ragione per la quale lo smart rischia di essere il cavallo di troia dei lavoratori pubblici.

 

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