Becchi e bastonati: i tetti di spesa si ripercuotono negativamente sui dipendenti degli Enti locali

Numerosi dipendenti comunali avrebbero dovuto percepire  un premio per la loro presenza al lavoro nel periodo dell'emergenza sanitaria , ora si scopre che questi soldi, anzi questa miseria, potrebbero far superare i tetti di spesa per il personale imposti dal legislatore, tetti di spesa che invece avrebbero dovuto escludere i premi per il Covid. 

Il vero problema è rappresentato non solo dall'art 23 comma 2 del Dlgs 75\2017 ma dalla permanenza dei tetti di spesa imposti dalle politiche di austerità. 

Eppure l'articolo  68 del contratto nazionale 2018 prevederebbe la possibilità di compensi aggiuntivi che non siano collegati alla presenza in servizio, ma attenzione solo in teoria perchè se restano vigenti i tetti di spesa ogni ulteriore incremento diventa impossibile. 

L'impegno assunto con i lavoratori impiegati nell'emergenza sarà disatteso? O qualora i soldi fossero già stati erogati incideranno sulla spesa di personale complessiva soggetta al tetto dell'anno 2016? Crediamo surreale questa situazione come il fatto che al personale in smart non siano stati riconosciuti i buoni ristorante o in certi Enti neppure alcune indennità contrattuali previste.

Ma ancora piu' grave è il fatto che si faccia riferimento ad un anno, il 2016, nel quale i dipendenti degli enti locali erano arrivati ai livelli piu' bassi (in termini numerici), quindi corriamo il rischio che le nuove assunzioni non abbiano un incremento adeguato del fondo della produttività oppure che non si possa spendere piu' di una certa cifra, quella del 2016, quando gli organici erano decisamente inferiori alle reali necessità degli Enti.

Un quadro normativo confuso senza per altro la volontà politica di cambiare il quadro normativo consentendo l'incremento naturale del fondo della produttività e il riconoscimento delle spettanze ai lavoratori in smart e in presenza

 

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