Brasile: le prime riflessioni sui fatti accaduti

 Parlare di colpo di stadio fascista è sbagliato,  forse questa semplificazione è di facile impatto mediatico ma alla luce dei fatti impropria. 

Resta il fatto che a una settimana dall'insediamento della presidenza Lula, un assalto, con occupazione pur per pochissime ore, del Parlamento e di altri uffici limitrofi,  la devastazione di uffici, è un fatto assai preoccupante avvenuto con la complicità di settori delle forze dell'ordine. I colpi di stato riguardano paesi più piccoli del Brasile (ad esempio il Perù) dove minori sono gli interessi delle grandi multinazionali



Al contrario dell'assalto a Capitol Hill gli uffici erano chiusi e non c'erano funzionari e Parlamentari, il che dovrebbe indurre a ragionare sul carattere simbolico di questa azione e sul fatto che il suo fine destabilizzante sia stato anche quello di sondare eventuali risposte del Governo, degli apparati dello Stato e dell'opinione pubblica.  L'occupazione non aveva alcuna possibilità di riuscita e sembrava più finalizzata a mantenere coesa una alleanza di destra dentro la quale oggi a farla da padrona sono i settori più reazionari e militaristi. Lula ha subito ottenuto l'intervento della Polizia Federale senza  per altro ricorrere all'esercito che avrebbe potuto anche rifiutare di scendere in campo .

Altri pensano all'ultimo tentativo di Bolsonaro, o meglio di parte dei suoi seguaci, di fermare le decisioni assunte dal Presidente Lula che ha annunciato di volere interrompere la devastazione della Foresta Amazzonica reinternalizzando alcuni servizi privatizzati negli anni scorsi.

La manifestazione era da giorni annunciata, autobus (ma meno del previsto per intenderci) sono arrivati dalle aree del Brasile ove maggiore è il consenso di Bolsonaro, l'intervento delle Forze dell'ordine è avvenuto in ritardo ma in maniera tutto sommato incruenta, non si registrano morti o feriti, nella notte tra domenica e lunedi' 9\1 si parlava i meno di 200 arresti anche se i dati sono ancora provvisori.

Questo assalto induce comunque a serie riflessioni, proviamo a farlo in alcuni punti

  • All'indomani della sconfitta elettorale Bolsonaro è volato negli Usa da cui non sappiamo se e quando farà ritorno. Per giorni hanno insistito sui brogli elettorali ma tutti gli osservatori parlano di elezioni regolari, elezioni che hanno sancito la vittoria di Lula con il 51% dei voti che poi tradotti in numeri vedono circa 2 milioni di consensi in piu' (la percentuale dei votanti è stata decisamente alta soprattutto se rapportata agli Usa) dell'ex presidente Bolsonaro. Ad oggi il fronte di destra è senza una guida e un punto di riferimento e parte dello stesso sta soffiando sul fuoco della protesta alla luce delle prime dichiarazioni di Lula in materia di energia, privatizzazioni, questioni energetiche e ambientali. Non mancano poi settori dell'esercito e delle forze dell'ordine che temono indagini e processi su numerosi fatti avvenuti negli anni della Presidenza Bolsonaro.
  • La manifestazione da cui è scaturita l'occupazione del Parlamento (con i soliti atti di vandalismo e ingenti danni alle strutture) è stata economicamente finanziata, (dai bus, ai rifornimenti alimentari fino ad aiuti economici per invogliare la partecipazione)  e Lula ha già detto di volere andare fino in fondo per individuare responsabili diretti ma soprattutto finanziatori e  organizzatori 
  • La destra ha provato a soffiare sul fuoco sperando in una repressione cruenta che avrebbe portato a critiche internazionali e offuscato l'immagine del presidente Lula ma fin dalle prime ore è apparsa chiara la condanna dei media, delle potenze occidentali (ma anche di settori rilevanti dell'economia latino americana) verso questa occupazione violenta del Parlamento.
  • Nella edizione serale dei quotidiani brasiliani di maggiore tiratura ritroviamo la condanna di esponenti politici di destra che hanno sostenuto Bolsonaro ma oggi prendono apertamente le distanze dagli organizzatori dell'assalto dal Parlamento che condannano senza remore
  • Forse qualcuno era certo di contare sulla connivenza delle forze dell'ordine tradizionalmente schierate con la destra ma al di là dei fatti (impensabile in qualsiasi paese ipotizzare solo pochi agenti in servizio in prossimità del Parlamento) hanno sbagliato i loro calcoli e il Presidente Lula finirà con l'acquisire consensi ulteriori come dimostra la condanna dei fatti di numerosi politici, amministratori e governatori eletti nello schieramento di destra.
I leader globali condannano l'assalto agli edifici governativi brasiliani (jb.com.br)


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