Il crollo della spesa sanitaria
I dati arrivano dalla Corte dei Conti e sono implacabili: la spesa sanitaria italiana è tra quelle più basse dei paesi Ue e se la confrontiamo con la Germania, a parità di potere di acquisto, è meno della metà.
Spendiamo per la sanità assai meno della Francia e perfino della Gb dove buona parte della sanità è stata privatizzata.
Veniamo da oltre un trentennio di tagli, ce ne rendiamo conto solo guardando al numero dei posti letto negli ospedali e in terapia intensiva, al rapporto tra personale sanitario e pazienti, agli ospedali spesso vecchi e fatiscenti.
La dinamica della spesa sanitaria ha subito un forte incremento tra il 2020 e il 2021 a causa della pandemia ma già nell'estate scorsa erano apparse le prime proiezioni di spesa per l'immediato futuro, spese in deciso calo con tagli poderosi che supereranno nel prossimo triennio gli incrementi temporanei accordati nei due anni di covid. E se il Governo Draghi aveva annunciato tagli alla sanità il Governo Meloni questi tagli li ha concretizzati.
Ma anche guadando alle spese straordinarie nei due anni pandemici capiamo che in materia sanità l'Italia ha continuato a investire meno risorse degli altri paesi, perfino della Spagna.
Dal 2008 ad oggi, se confrontiamo la spesa sanitaria italiana con quella degli altri paesi europei, si capisce non solo l'irrisorio investimento di risorse ma anche le mancate assunzioni, i fondi che mancano alla ricerca, i tagli alle spese correnti, i tagli agli appalti .
E poco conta che ci siano economie più forti delle nostra, i tagli sono assai maggiori anche in rapporto ad un Pil inferiore
I tagli alla sanità sono tra le cause dell'elevato numero di morti per covid ma anche di tante infezioni ospedaliere, di patologie non curate per infinite file di attesa, eppure la popolazione diventa sempre più vecchia e bisognosa di assistenza e di cura e le spese sanitarie nel complesso andrebbero incrementate.
Qualcuno continua a raccontare di una eccessiva spesa previdenziale che sarebbe la causa dei tagli alla sanità, eppure basterebbe far pagare le tasse con aliquote crescenti per avere le risorse mancanti. E la logica è sempre la stessa, quella di deviare su altri temi l'attenzione salvo poi scoprire che la attenzione mediatica alla fine si traduce sempre negli stessi tagli a capitoli di spesa diversi ma tutti comunque ascrivibili al sociale.
La spesa sanitaria ridotta al lumicino assume connotati drammatici in numerose province del Meridione con livelli di assistenza, disponibilità di posti letto ai livelli dei paesi in via di sviluppo. E con l'arrivo dell'autonomia finanziaria la abissale disuguaglianza di cura potrebbe ulteriormente acuirsi.
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