La circolare sugli orari e la eccessiva rigidità dei 10 minuti.
La circolare sugli orari e la eccessiva rigidità dei 10 minuti.
Secondo i delegati Rsu del Sindacato di Base Cub e della Fp Cgil del problema, se non si troveranno soluzioni condivise con l'Amministrazione, dovremo parlarne quanto prima in Assemblea, tra l’altro abbiamo già esplicitato questa nostra volontà alla Rsu da giorni.
Oltre un anno fa, esigenza dell’Amministrazione, o meglio del Dirigente al personale, era quella di ripensare le modalità di gestione dei cartellini, in linea di principio una giusta esigenza perché la proliferazione dei cartellini fa perdere a ciascuno di noi ore e ore di tempo.
Se pensiamo a chi non ha un pc a disposizione la dematerializzazione del giustificativo costituirà sicuramente un problema. Per anni il Comune di Pisa è stato un Ente che sulla cultura maniacale del cartellino ha basato le sue regole.
Detto ciò possono esistere innumerevoli rigidità anche in un sistema informatizzato se i principi guida resteranno vincolati a una visione parziale delle regole vigenti o se, per anni, ce ne siamo dimenticati in un Ente dove permangono regole la cui applicazione viene affidata ai singoli dirigenti.
Noi non vogliamo ignorare le normative vigenti ma entrare nel merito di come sono applicate, ad esempio la pretesa di liquidare la stragrande maggioranza delle ferie entro il 31\12 imponendo ferie in periodi dell'anno in cui c'è un calo di lavoro ma costringendo a restare in servizio nei mesi dell'anno in cui si lavora di più. Oppure far accumulare ore eccedenti per esigenze di servizio e per la mancata rotazione degli incarichi e delle responsabilità, o per carenze del personale, e poi pretenderne il recupero entro una certa data.
Non sono i lavoratori e le lavoratrici a decidere, ad esempio, la chiusura pomeridiana nel mese di Agosto e imporre tempi rapidi per il recupero delle ore mancanti non ci sembra giusto, specie per chi ha figli e familiari da accudire o abita lontano dalla sede lavorativa o soprattutto quando non è più possibile accantonare eccedenze orarie.
Sia la norma contrattuale che l'art. 8 del D.Lgs 66/2003 prevedono espressamente la pausa di 10 minuti ove l'orario ecceda le 6 ore giornaliere. Quindi quando l'orario giornaliero è pari o inferiore a 6 ore non spetterebbe invero alcuna pausa, nè per legge nè per CCNL ma vogliamo comunque ricordare che tale pausa nel nostro ente era stata già istituita dalla contrattazione decentrata 2018 ovviamente come misura non obbligatoria.
Ma se, magari per esigenze di servizio, si dovesse eccedere le sei ore giornaliere anche di pochi minuti, troviamo demenziale imporre una pausa di 10 minuti. Una tolleranza di 15 minuti dovrebbe essere ammissibile e lecita anche per evitare che nei giorni corti, allo scadere delle 6 ore o anche prima per chi gode della flessibilità, gli uffici si svuotino.
Chi sta negli uffici o in alcune direzioni capisce al volo l'aspetto surreale di questa situazione e la mancata pausa dei 10 minuti dovrebbe essere giustificata dai singoli dirigenti e sulle p.o. sui quali si scarica l'onere e la responsabilità del mancato stacco, ergo dubitiamo che lo autorizzino pur sapendo che a rimetterci sarà solo il buon andamento dei servizi e delle attività lavorative.
Il vero problema è quindi altro, ossia che si vuole imporre lo stacco di 10 minuti a tutti e anche ai quei dipendenti che non escono materialmente dai propri uffici.
Il Comune asserisce che "tale pausa (quella dei 10 minuti), la cui collocazione deve tener conto delle esigenze tecniche del processo lavorativo, deve essere obbligatoriamente timbrata durante le 6 ore o al massimo alla fine delle 6 ore consecutive" ed è evidente che così non può essere se l'orario di lavoro giornaliero non eccede le 6 ore.
Quindi se per esigenze di servizio si dovrà prolungare l'orario oltre le sei ore si potrà farlo solo se si prolunga di ulteriori 10 minuti la presenza in servizio staccando il cartellino. Questa posizione non ci sembra così corretta in punto di stretto diritto.
Se poi si dovranno recuperare carenze orarie trattenendosi in servizio 20\30 minuti in più, se magari si deve portare a termine una pratica o ci si trova su in incidente o a lavorare fuori ufficio che cosa accadrà? In questo modo si otterrà l'esatto contrario di quanto auspicato, per esigenze di recupero lasceremo a metà il lavoro terminandolo il giorno dopo o si correrà al marcatempo più vicino per timbrare la fatidica pausa?
Già in questi giorni abbiamo assistito ad alcune file per timbrare nelle 6 ore ma cosa accadrà se si timbra un minuto dopo magari per effetto stesso della fila?
Per dovere di cronaca già il vecchio ccnl 2018 prevedeva già il diritto ad una pausa di 30 minuti qualora l’orario giornaliero di lavoro eccedesse le 6 ore e la pausa era ed è rivolta al recupero delle energie psicofisiche del lavoratore e/o alla consumazione del pasto e per questa ragione la giurisprudenza la considera alla stregua di un diritto indisponibile, come ad esempio le ferie, nel senso che il lavoratore non può rinunciarci.
Per cui in realtà il nuovo ccnl 2022 ha indubbiamente introdotto una novità positiva riducendo l’obbligatorietà della pausa da 30 a 10 minuti .
Ci chiediamo quindi non risulta tardivo l’intervento dell’Amministrazione? Perché si vuole imporre rigidamente questa pausa proprio adesso senza nessuna minima eccezione quando fino ad ieri si dava la possibilità, almeno nei giorni corti, di timbrare entro e non oltre le 14:30/15:00, pena la decurtazione automatica di 30 minuti?
Per uscire da questa situazione sindacati e Amministrazione dovranno mettersi ad un tavolino e guardare ai problemi non in subordine al funzionamento del Programma sulle presenze e assenze ma con raziocino e intelligenza che sovente stridono con asettiche visioni burocratiche celatesi dietro alla digitalizzazione.
Sindacato di Base CUB e FP Cgil Comune Pisa
e loro Delegati RSU Comune di Pisa
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