Elites dominanti e popolo dominato: cosa sta accadendo ?

 Quando si parla di sovranismo quasi mai cogliamo il nesso tra populismo storico e politico, tra revisionismo storico e i cambiamenti produttivi che hanno sancito delle profonde trasformazioni nella stessa composizione di classe.



Ci si perde in invettive assumendo il classico atteggiamento antifascista istituzionale che rivendica i diritti civili dimenticando quelli sociali, assumiamo un punto di vista parziale che poi è quello della classica sinistra ztl. Il rapporto tra neoliberismo e sovranismo, tra un'Europa basata sulla libera circolazione dei capitali e delle merci e sulla centralità del mercato viene sovente sottovalutato e così non si analizzano mai le politiche comunitarie dettate da Berlino e dalla sua area di interessi che coincide con l'est europeo dove ha delocalizzato parte della sua produzione industriale ottenendo in cambio, dai governi sovranisti, legislazioni che negano il diritto di sciopero e i diritti sociali.

Questa premessa è indispensabile per comprendere cosa sta accadendo in Europa, non saremo mai abbastanti grati a Davide Conti per avere analizzato, nel suo ultimo libro, queste problematiche legando sovranismo al libero mercato, violazione dei diritti umani alla soppressione dei diritti sociali dentro una offensiva ideologica mirante a cancellare ogni traccia dell'esperienza comunista e delle classi subalterne per affermare, invece, una lotta tra popoli che di fatto nega, come ogni forma di vecchio e nuovo nazionalismo, il conflitto verticale, quello che abbiamo sempre chiamato con il suo autentico nome: conflitto di classe.

Queste premesse risultano indispensabili anche per cogliere i cambiamenti strutturali che hanno ridefinito oggi le classi sociali, un lavoro che in parte ritroviamo nel testo di M.Lind: La nuova lotta di classe edito dalla Luiss.

La contrapposizione tra elites dominanti e popolo dominato non significa perdere di vista il conflitto di classe ma piuttosto leggerlo dentro le trasformazioni in atto da 40 anni a questa parte.

In termini politici potremmo parlare di quartieri popolari che esprimono il consenso elettorale verso le destre mentre il centro sinistra gode delle simpatie delle aree urbane e ztl dove sono dislocati i vari hub della conoscenza e sopravvive, pur impoverita, la piccola  e media borghesia al cui interno esistono profonde divisioni e diversi status economici. Questi settori sono stati influenzati nel corso del tempo dalle ideologie securitarie  hanno assunto come proprio riferimento la nozione fuorviante del degrado urbano.

La crisi della classe operaia tradizionale è il frutto dei 40 anni neo liberisti e della perdita di potere di acquisto dei salari operai che nei paesi a capitalismo avanzato della Ue risultano in continua erosione. Parte di questi ceti hanno reagito alla crisi spostandosi a destra e sostenendo le istanze xenofobe e razziste individuando nelle stesse una nuova identità di sopravvivenza.

Nella lettura della realtà odierna occorre acquisire anche altre chiavi di lettura, per esempio la geografia e la cultura\ideologia che giocano un ruolo spesso determinante.

Perchè , specie nei due anni pandemici, si è affermata una sorta di sinistra epistocratica con la tentazione di limitare la partecipazione democratica ad una sorta di elite competente e informata da contrapporre al volgo ignorante e credulone. Se ripensiamo a quanto accaduto con il green pass e con i vaccini si comprende bene a cosa ci riferiamo, questa sorta di democrazia epistocratica alla fine si basa su un odio viscerale verso le classi meno abbienti, verso le aree limitrofe alle metropoli regalando le classi popolari alla xenofobia e al populismo delle destre. La sinistra epistocratica non ha mai il beneficio del dubbio e assume come propria ideologia il punto di vista dei dominanti dentro i quali ritroviamo anche la gestione capitalistica della pandemia (il che non significa assumere un punto di vista no vax)

E' accaduto con la Brexit e con la Ue, i contrari erano dipinti come una sorta di grande Vandea che non comprendeva i vantaggi comunitari quando invece sarebbe stato utile, anzi indispensabile, analizzare quali fossero, e siamo ancora oggi, le linee guida che hanno portato alla pia illusione della Europa dei popoli (proprio quando invece si andava affermando l'Europa dei capitali e la teorizzazione militarista della Bussola europea).

Urge comprendere cosa siano oggi i centri urbanizzati e le periferie rurali, chi abita queste aree, quale sia il loro reddito familiare per operare all'interno del conflitto reale.

A ragione Lind a parlare di rivoluzione neoliberista dall'alto contrapposta a una controrivoluzione populista dal basso, quest'ultima ha favorito le politiche di distruzione del welfare e in nome del rifiuto dei totalitarismi assunto un punto di vista conservatore, di cieca obbedienza alla ideologia del mercato. A pagarne le conseguenze sono proprio le classi popolari che i tagli sociali del neo liberismo hanno subito con particolare ferocia senza avere gli strumenti per individuarne lo stretto legame con le ideologie sovraniste che sono parte integrante di un modello sociale e politico asservito al grande capitale.



Si tratta allora non di negare la antitesi tra borghesia e proletariato ma leggerla dentro i mutamenti produttivi e sociali che hanno portato alla nascita di nuovi ceti e alla affermazione di quella sorta di darwinismo ideologico determinato dalla ideologia del merito e delle competenze.

La  critica alla cieca, e acritica fiducia nella tecnologia non significa sposare teorie anti scientiste ma almeno comprendere l'utilizzo che il capitale fa della tecnologia stessa per affermare il suo controllo sul lavoro e sulle classi lavoratrici, gli algoritmi dovrebbero essere studiati e contrastati non solo perchè portatrici di sfruttamento anche sul piano ideologico e culturale. 

Iniziamo allora a comprendere i processi di trasformazione se vogliamo operare al loro interno impedendo al capitale di guadagnare anche la fiducia dei subalterni e delle classi che da sempre assoggetta ai suoi voleri sfruttandoli e impoverendoli.




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