Tra Teoremi e scandali poi smentiti da inchieste della Magistratura, Qualche riflessione sul nostro operato e sulle querele costruite ad arte.

 Lobby bianche, rosse o nere. teoremi di varia natura, articoli sensazionali , inchieste della Magistratura e alla fine nessun colpevole.

Sbattere il mostro in prima pagina  o sollevare casi successivamente smontati in fase di Inchiesta giudiziaria per poi partire, da parte dei colpevoli rivelatisi nel frattempo innocenti, con querele, richieste di risarcimento ai veri o presunti detrattori  social o della carta stampata. E nel mezzo campagne confuse strillate sui media, la domanda da porci resta tuttavia un'altra ossia se queste pagine poco edificanti della Giustizia italiana portino alla stessa qualche beneficio oppure solo cattiva pubblicità.



E richieste risarcitorie non arriveranno mai dal proletario ingiustamente detenuto, le querele sono un'arma per lo più di classe.

Le querele costruite ad arte per ottenere mega risarcimenti sono divenute una micidiale arma nelle mani di qualche politico che paga un seguace particolarmente fedele per navigare sui social individuando il detrattore, o hater da querelare, sta accadendo da tempo in una democrazia malata dove si pensa di costruire un'alternativa, un pensiero diverso e perfino il diritto di critica solo in maniera virtuale lasciando fuori dalla sfera dell'impegno la mente, il tempo libero, le passioni migliori e anche giudizi fondati sull'operato altrui.

E sulle cause per diffamazione non mancano associazioni o gruppi politici minori che ci hanno campato per anni.

Francamente non ci entusiasma il Giornalismo urlato ma anche quello di inchiesta non sa cogliere la differenza tra una critica, doverosa e legittima, e uno scandalo vero e proprio. E i confini tra legalità e illegalità sono labili perchè un ottimo avvocato e prove poco solide possono portare ad impreviste assoluzioni.

Il vero problema è rappresentato invece dalla querela preventiva orchestrata contro i giornalisti e attivisti combattivi, risarcimenti danni solo per tappare la bocca a voci scomode, di questo dovremmo occuparci per restituire anche dignità al diritto di critica e di parola e a quel poco che resta della agibilità democratica.

Al contempo bisogna diffidare delle inchieste sensazionali ad uso politico costruite per colpire un avversario politico , magari con il vento in poppa e i consensi in crescita.  E smetterla di pensare ai social come sostituti di quella vecchia forma di opposizione e critica sociale che oggi necessita d strumenti comunicativi semplici e chiari e comportamenti conseguenti.

Il modo migliore per arrestarne la navigazione è tornare alle fonti, ai documenti scritti mai rispettati, ai programmi sbandierati ai 4 venti e poi buttati nel cesso, alle dichiarazioni di intenti mai seguite dai fatti, alle inchieste vere costruite con documentazione e tanto sudore e fatica.

Ne guadagneremmo tutti\e, la libertà di stampa e anche la democrazia ovviamente nelle sue molteplici accezioni.



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