Lo scaricabarile sulla pelle di Cospito e dei detenuti
I tempi della Giustizia sappiamo essere lunghi, tanto lunghi da non rispondere a istanze in tempi sufficientemente rapidi da salvare una vita umana.
All'anarchico Cospito viene contestato il reato di strage che, anche in assenza di vittime, prevede l'ergastolo.
Il reato di strage è stato nel frattempo sospeso fino a quando non arriverà la sentenza della Corte Costituzionale ma resta tra i motivi della carcerazione al 41/bis contro la quale Cospito è in sciopero della fame da oltre 100 giorni e in condizioni di salute talmente preoccupanti tanto da essere stato trasferito in altro istituto carcerario provvisto di un centro medico attrezzato.
Il tribunale di Sorveglianza ha già rigettato il ricorso e confermato il 41/bis e per questo il Ministro della Giustizia Nordio si dichiara oggi, dopo settimane di silenzio, incompetente ad intervenire nella vicenda.
Il 41 bis resta una aberrazione perchè la sua natura detentiva provvisoria nel frattempo sta diventando per molti detenuti sine die.
E il trasferimento nel carcere di Opera arriva dopo la denuncia pubblica del Garante nazionale delle Carceri e quindi il Governo e le autorità hanno dovuto ob torto collo prenderne atto.
Ma anche in questo istituto di pena continua il regime detentivo del 41 bis per Cospito in attesa che la Magistratura assuma le sue decisioni che potrebbero arrivare troppo tardi per salvare una vita umana.
E ancora piu' emblematiche sono altre dichiarazioni del Ministro Nordio per il quale "Di fronte alla violenza non si tratta"
Ora la sola violenza che intravediamo è quella del 41 bis e del 41 bis per i detenuti politici in particolare.
Non ce ne vogliano ma crediamo che gli atti dimostrativi a sostegno di Cospito siano divenuti un paravento per non assumersi responsabilità verso il 41 bis nel suo complesso e sulla situazione nelle carceri italiane in generale.
Cospito è stato condannato a una pena di 30 anni e il 41 bis dell' ordinamento penitenziario viene applicato indistintamente a tutti i detenuti ai quali si riconosca una particolare pericolosità, siano essi solo imputati o condannati, detenuti ritenuti in costante collegamento con associazioni, mafiose terroristiche o eversive.
Ma associazioni terroristiche ed eversive in Italia non esistono da lustri, eppure si evoca lo spettro del terrorismo e la linea della fermezza per non affrontare il problema del 41 bis e delle carceri.
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