Ma la colpa dei bassi salari è della concorrenza dei migranti?

Molti asseriscono che senza migranti oggi l'economia non andrebbe avanti perchè gli italiani non sono disposti a svolgere mansioni umili e sottopagate. Altri ancora asseriscono che siano proprio i migranti ad avere spinto verso il basso la dinamica salariale. In entrambi i casi si sbaglia analisi evitando di affrontare nodi salienti come la libera circolazione delle merci e dei capitali che sta alla base dei fenomeni immigratori acuiti per altro dalle guerre che insanguinano intere aree del globo creando al contempo emergenze sanitarie e ambientali



Come già fatto, andiamo per punti sintetici



  • La riduzione dei salari a bassa qualifica ha regalato ceti proletari alle destre per l'assenza di una organizzazione sindacale e politica capace di organizzare e difendere il potere di acquisto e le condizioni di vita in questi settori offrendo una concreta alternativa al sovranismo. 

  • E' vero che i salari sono stati abbassati in generale ma qui si dovrebbe ragionare sulla sconfitta del movimento operaio dalla svolta dell'Eur alla scala mobile fino al blocco dell'ascensore sociale negli anni neoliberisti. E al contempo innumerevoli attività un tempo gestite a livello familiare hanno avuto necessità di riorganizzarsi industrialmente e in presenza di bassi introiti hanno favorito la presenza di immigrati pagati due euro all'ora come nel settore dell'agricoltura
  • La questione del progresso tecnologico, oggi volgarizzata  e ridotta agli algoritmi,  rappresenta un fattore importante che ha spinto agli esuberi in molti settori di manodopera a bassa specializzazione o a processi di delocalizzazione che a loro volta hanno alimentato all'estero processi di organizzazione industriale
  • Il progresso tecnologico ha risparmiato lavoro ponendo fine alla concentrazione produttiva in grandi fabbriche (in occidente) mentre invece in Asia è avvenuto l'esatto contrario (nascita di grandi poli industriali controllati dalle multinazionali occidentali attratte dal basso costo del lavoro e da condizioni favorevoli)
  • Nelle grandi fabbriche l'immigrato entrava subito in contatto con la classe lavoratrice autoctona o locale, c'era il sindacato conflittuale che negli anni della concertazione è andato perduto.
  • E' venuto meno il controllo dei lavoratori sulla produzione anche attraverso la disarticolazione del processo produttivo del valore con la crescita di piccole e medie imprese nelle quali il sindacato o non esiste o ha una posizione alquanto subalterna ai datori
  • Ci sono economisti marxisti convinti che sia stata proprio la immigrazione senza controllo e pilotata dai padroni ad avere determinato la spinta al ribasso dei salari, una lettura non convincente perchè tralascia i fatti storici come l'attacco portato al sindacato e ai movimenti sociali negli anni settanta e ottanta con un arretramento sostanziale del conflitto di classe.
  • Poi la questione dello stato sociale costruito su famiglie nelle quali lavorava solo l'uomo o la donna era impiegata con un part time o lavori stagionali. L'attuale welfare è inadeguato e privilegia la spesa previdenziale (siamo un paese di vecchi) che sta diventando poco sostenibile e per questo sono nate le gambe integrative che poi vedono i sindacati nel ruolo di sensali dei fondi previdenziali e sanitari
  • E anche la questione fiscale assume rilevanza, da tempo sono in diminuzione le entrate fiscali nelle casse statali, il motto pagare meno tasse si è impossessato anche della contrattazione sindacale (la detassazione dei premi cara anche  al Governo Meloni). Se non si vogliono tassare adeguatamente i redditi elevati lo stato sociale entra in sofferenza 
  • Da anni i Governi succedutisi hanno abbandonato ogni piano di edilizia popolare, il patrimonio esistente è vecchio e fatiscente e  con l'acuirsi della crisi la carenza di alloggi diventa drammatica. Per contenere la richiesta la destra ha provato, nelle amministrazioni locali ove governa, la strada dei regolamenti penalizzanti per i migranti pur in possesso di regolare permesso di soggiorno e la scelta ha guadagnato consensi nelle classi popolari autoctone che si vedevano scavalcati nelle graduatorie per il minor numero dei componenti dei nuclei familiari.

 



La libera circolazione delle merci  e dei capitali è stata possibile disarticolando il vecchio stato sociale senza adeguarlo ai nuovi bisogni sociali, attaccando la classe lavoratrice e i movimenti sociali. L'ingresso nel mercato del lavoro di una forza lavoro sottopagata ha generato la crisi del lavoro non specializzato e in questo contesto si è sviluppato il fenomeno delle cooperative e degli appalti con contratti nazionali che prevedono una Ral (retribuzione annua lorda) bassa. Al contempo è innegabile che in alcuni casi le cooperative hanno rappresentato la sola ancora di salvezza dalla miseria per tanti lavoratori emarginati ma l'intero sistema ha banchettato sulla riduzione del potere di acquisto salariale e di contrattazione sindacale.

Come vediamo attribuire ai migranti responsabilità proprie del capitale è un espediente per non fare i conti con le reali contraddizioni sistemiche.

 

 

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