Sull'arresto e sulla espulsione di una attivista italiana in Palestina

 Comunicato di solidarietà alla Compagna Stefania arrestata dalla polizia israeliana e espulsa dalla Palestina



L'arresto di Stefania da parte dell'esercito israeliano e la sua rapida espulsione dimostra la vera essenza dello stato di Israele e del sionismo.

Stefania era presente in Palestina da mesi dove cooperava a fianco delle associazioni palestinesi, attiva nel sostegno ai detenuti politici incarcerati e torturati e nei programmi sociali a supporto di una popolazione che dal 1920 subisce espropri di terra, distruzioni di ulivi e case da parte dei coloni, polizia e apparato militare.

A Stefania non piacerebbero commenti retorici dettati dalla solita pietas, la sua espulsione dalla Palestina e prima ancora il suo arbitrario arresto dimostra che la presenza di stranieri è invisa dal governo israeliano e non ammette testimoni scomodi che possano riportare in Italia o in Europa una immagine ben diversa da quella decantata dai media internazionali e dai sionisti.

La nostra solidarietà a Stefania e alle organizzazioni della Resistenza palestinese è politica e non solo umana perché ne condividiamo la lotta per la liberazione e l'autodeterminazione di un popolo oppresso da quasi cento anni di occupazione.

E in particolare vorremmo ricordare le condizioni disumane delle carceri israeliane dove sono detenuti centinaia di uomini, donne e bambini palestinesi accusati di terrorismo.

Su questi argomenti a inizio febbraio organizzeremo una iniziativa alla quale ci auguriamo possa partecipare anche Stefania che potrà raccontare direttamente la sua esperienza di militante internazionalista.


Comitato No Camp Darby

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