Contrattazione decentrata negli Enti locali.....

La contrattazione integrativa secondo gli ultimi pareri Aran non dovrebbe entrare nel merito della ripartizione numerica e analitica con le somme destinate alle singole indennità, la contrattazione dovrà invece limitarsi a stabilire i criteri per poi definire il budget per i singoli istituti contrattuali.

Ci sembra evidente che i criteri possano essere alquanto generici mentre invece prevedere la contrattazione su ogni singola ripartizione del fondo rappresenti  garanzia maggiore per la democrazia sindacale e la incisività delle scelte da operare senza sperequazione tra fasce e settori

Per alcuni il parere Aran dovrebbe portare maggiori spazi spazi di autonomia ai contratti integrativi, autonomia che talvolta non ha portato i risultati sperati lasciando troppi spazi di manovra alle associazioni datoriali. L'ultimo CCNL rinvia infatti alla contrattazione decentrata integrativa il compito di stanbilire i «criteri di ripartizione delle risorse disponibili per la contrattazione integrativa...tra le diverse modalità di utilizzo».

Prendiamo ad esempio quelle indennità il cui ammontare puo' essere stabilito, entro una certa cifra dalla contrattazione decentrata, si creano evidenti disparità di trattamento tra Ente ed Ente, una Rsu composta in prevalenza da delegati di un determinato settore potrebbe premiare alcuni istituti contrattuali rispetto ad altri, questa discrezionalità poi non renderebbe giustizia e riconoscimentmenti salariali a una buona fetta di personale.

Un contratto nazionale dovrebbe prevedere cifre per ogni istituto e non rinviare alla discrezionalità degli Enti, stabilire risorse economiche certe senza scatenare guerre e guerricciole nella contrattazione decentrata.

E poi la contrattazione sui criteri da sempre non determina la immediata contrattazione di come ripartire i fondi.

Magra consolazione diventa quindi stabilire in contrattazione la percentuale quando invece un contratto nazionale dovrebbe in partenza stabilire fondi sufficienti per coprire tutte le necessità. Anche in questo modo si consuma la manomissione dei contratti nazionali e il loro ridimensionamento attraverso il secondo livello di contrattazione che decide, ma sempre meno, in materia di salario accessorio.

L’Aran e i sindacati rappresentativi fanno propria la cosiddetta flessibilità contrattualeche poi sancisce perdita effettiva del potere contrattuale, i criteri non consentono di intervenire materialmente sulle ripartizioni dei fondi e un contratto nazionale depotenziato , a vantaggio del secondo livello, non è certo di aiuto


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