I retro pensieri del Ministro Brunetta

 I retro pensieri del Ministro Brunetta prima o poi tornano sempre a manifestarsi e cosi' è stato davanti a silenti Parlamentari parlando di smart working dei dipendenti pubblici.

La "riforma" Brunetta  della Pubblica amministrazione non è mai stata messa in discussione dai sindacati cosiddetti rappresentativi, per anni abbiamo denunciato la logica aziendalista che portava a premiare pochi a discapito di tanti (e infatti ritroviamo, nell'ultimo contratto nazionale, vergognosi istituti contrattuali, ad esempio i soldi della produttività collettiva destinati in quote maggiorate a una esigua minoranza di dipendenti senza alcun criterio oggettivo) potenziando il falso mito della performance

Che Brunetta nutri scarsa considerazione per i dipendenti pubblici è cosa risaputa ma questo atavico odio oggi investe il lavoro agile ribattezzato lavoro a domicilio all'italiana. Queste dichiarazioni sono non solo offensive ma palesano  una completa disinformazione (cosa assai grave per un Ministro) sulle materie della Pa e sul reale apporto alla macchina organizzativa di tanti lavoratrici e lavoratori da remoto nei mesi pandemici.

Esistono numerose multinazionali e aziende partecipate con tanti dipendenti in smart, allora perchè non dovrebbero esserci anche nella Pa? E perchè si dimenticano i disagi economici del personale in smart?

Se lo smart non ha garantito i servizi essenziali la responsabilità è solo del Governo e di come ha gestito la Pa in questi anni senza formazione e con carenze di organico evidenti, senza investimenti tecnologici e ripensamento delle modalità di lavoro.

Quando si dice che lavorare da casa è una sorta di privilegio si dimenticano le decurtazioni economiche alle quali sono stati sottoposti i dipendenti in smart e senza alcuna motivazione ma soprattutto non si intende affrontare un problema irrisolto ossia la disorganizzazione della macchina pubblica falcidiata da tagli e carenza di organici, rari investimenti tecnologici e formativi, incapacità di programmare il lavoro anche in virtu' di un sistema burocratico e verticistico che sarà alimentato dalla riforma dei profili professionali e dalle crescenti disuguaglianze sancite dai nuovi istituti contrattuali.

La inadeguatezza della classe politica e dirigenziale di questo paese viene occultata dietro ai luoghi comuni sul lavoro a domicilio e davanti a silenti parlamentari sulla pelle di lavoratori e lavoratrici vanno costruendo contratti nazionali senza recupero salariale e del potere di contrattazione.


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