La macchina dell'islamofobia ha riacceso i motori.

 Care/i compagne/i,


la macchina dell'islamofobia ha riacceso i motori. 


Dopo la bruciante sconfitta patita in Afghanistan dagli Stati Uniti e dalla Nato, era scontato. E il ventesimo anniversario dell'11 settembre è l'occasione d'oro per una ripartenza alla grande, chiamata a nutrire i propositi di rivincita.


A reti unificate tv, giornali e social presentano i talebani e gli attentatori suicidi dell'11 settembre come il prototipo di tutti gli "islamici". E attraverso questa mossa propagandistica le popolazioni dei paesi a tradizione  - islamica vengono additate nella loro totalità come i nostri irriducibili nemici - a meno che non prendano apertamente posizione a favore dei "nostri valori" (di borsa), e pieghino la schiena davanti alla pretesa occidentale di dominare e spogliare il mondo "islamico" per diritto divino. Il "diritto" acquisito con il colonialismo storico. 


L'islamofobia è un'arma di guerra: verso l'esterno, e all'interno delle "nostre" società. E per tale va denunciata e combattuta.


Noi non intendiamo far finta di non sentire e non vedere. Per questa ragione abbiamo deciso di pubblicare (a puntate) lo scritto di qualche anno fa di un nostro compagno, che costituisce una critica di classe dell'ideologia politica dell'islamofobia, delle sue tecniche di mistificazione, della sua funzione economico-sociale. Lo integreremo con una nota finale che coprirà gli ultimi dieci tempestosi anni, e tratterà più a fondo alcuni aspetti dell'islamismo politico rimasti in questo scritto sullo sfondo - sui quali proprio l'ultimo decennio ha fatto ulteriore chiarezza.


Il Pungolo rosso - com.internazionalista@gmail.com




https://pungolorosso.wordpress.com/2021/09/11/contro-lislamofobia-arma-di-guerra-i-lindustria-dellislamofobia/

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