Perché la lotta della GKN parla a tutte e tutti

 Perché la lotta della GKN parla a tutte e tutti

Marco Bersani

Sabato 18 settembre il collettivo di fabbrica della Gkn invita tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Firenze. “E allora noi resistiamo se voi spingete e se voi spingete noi resistiamo” dicono nell'appello di convocazione.

Come sappiamo, la lotta nasce il 9 luglio, quando il fondo d'investimento Melrose, nonostante un bilancio in attivo, decide di chiudere la fabbrica per delocalizzarla in Polonia.

Sembrerebbe una vicenda come tante altre, con il solito carico di drammaticità e la consueta sensazione dell'inesorabilità.

Ma questa volta i lavoratori della Gkn non rispettano il copione.

Non fanno le vittime -ne avrebbero ben donde-, non si rivolgono ai vertici delle organizzazioni sindacali per cercare una mediazione, non vanno dalle istituzioni a pietire ammortizzatori sociali e le solite promesse di reindustrializzazione.

Occupano la fabbrica e si rivolgono alla città, al territorio e alla società. Chiedono a tutt* di riflettere sul fatto che la loro non è una lotta del comparto metalmeccanico, è un conflitto che obbliga tutt* a pensare in quale società vogliamo vivere.

E, spiazzando la narrazione dominante, difendono i posti di lavoro di tutti, siano dipendenti diretti o lavoratori in appalto, con contratto a tempo indeterminato o precari: sono oltre 500 persone e, tra loro, non c'è alcuna divisione fra vite degne e vite da scarto.

 

Commenti