Welfare aziendale: un business piu' che opportunità


Welfare aziendale è sempre piu' in voga nelle aziende, ormai il baratto tra salario e servizi viene presentato come una conquista quando invece si tratta di una autentica resa. Parliamo di bonus per asii e scuole private, di previdenza e sanità integrativa

Ma la trappola è molto piu' insidiosa di quanto si preveda, infatti la incentivazione del salario di secondo livello presto potrebbe essere legata alla vendita di servizi di welfare creando magari una sorta di piattaforma con offerte a disposizione di tutte le aziende

Alla fine ci perdono i lavoratori e ci guadagnano i padroni perché fatti due conti si capisce che si taglia il salario, si destinano minori contributi alla previdenza in cambio di servizi che dovrebbero essere garantiti dallo stato, dal sistema pubblico.

Ciascuno dovrebbe essere libero di scegliere come impegnare il proprio tempo e i soldi guadagnati, invece siamo arrivati ad un punto di non ritorno con lo scambio ineguale tra salario e forme di welfare che poi vengono decise dai padroni per incentivare i loro affari e favorire aziende private

Da tempo ormai esistono delle vere e proprie piattaforme di servizi per il welfare aziendale con un giro di affari che ammonta a milioni di euro, un mercato decisamente in rapida crescita

Che il welfare sia in crisi è cosa risaputa ma questa crisi è stata creata ad arte, basti pensare alla intra moenia che permette ai medici di fare visite a pagamento nelle strutture pubbliche lasciando cosi' lunghe liste di attesa per visite, prestazioni sanitarie, basti pensare a tutti quei servizi che il pubblico ha deciso, in tempi di spending review , di indebolire o cancellare

In paesi come Usa e Gb il welfare aziendale da tempo è un business, il pacchetto offerto finisce anche con il gestire il tempo libero del lavoratore indirizzando i suoi bisogni e desideri laddove il capitale desidera che vada

Per queste ragioni sarà bene aprire un confronto, anche aspro, sul welfare aziendale che rappresenta una trappola e non una conquista.

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