500 mila dipendenti pubblici. Ma con i tetti di spesa come sarà possibile sostituirli?

La pubblica amministrazione italiana ha un triste primato europeo, quello della forza lavoro piu' vecchia e anche meno formata. Il blocco del turn over prima, poi il turn over al 25% (su 4 pensionati una sola assunzione possibile), i tetti di spesa e la impossibilità di assumere per gli enti che non li rispettino, la mancata stabilizzazione dei precari (molti di loro cacciati via prima del raggiungimento dei fatidici 36 mesi), hanno determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro, non meno di 300\400 mila nell'arco di un decennio o poco piu'.

Per quanto sia stata innalzata l'età lavorativa costringendo migliaia di lavoratori e lavoratrici a restare in servizio altri 4\5 anni, è arrivato il momento della pensione per 500 mila dipendenti pubblici.

E il Governo, che sta in campagna elettorale, ha già annunciato la loro sostituzione sapendo tuttavia che senza rimuovere lacci e lacciuoli in materia di assunzione agli intenti mediatici non seguiranno i fatti.

E' dunque arrivata la  “gobba demografica” , il momento del pensionamento per tanti\e che senza la Fornero sarebbero per altro a casa da anni.

Non è casuale la tempistica dei decreti Madia tra i quali ce ne sono alcuni in materia di organici  (con la soppressione delle piante\dotazioni ), urge , al Governo, gettare le basi per  cambiare le regole su organici e assunzioni in vista dei prossimi anni. La portata dei decreti governativi è ben compresa dagli ambienti confindustriali ma assolutamente sottovalutata da sindacati e lavoratori pubblici

 In quattro anni andranno in pensione 500mila dipendenti pubblici ma apprendiamo anche della lenta e inesorabile privatizzazione strisciante con ben 25mila  lavoratori\trici all’anno, in media, che passano dal pubblico ad aziende private. Fatti due conti, allora, nel 2021 ci saranno ben 600 mila dipendenti in meno e del resto in dieci anni siamo passati da 3 milioni e mezzo di pubblici  a 3.015mila stando all’ultimo censimento del Tesoro

Che i prossimi anni siano l'occasione per ringiovanire la Pubblica amministrazione è fuori dubbio ma allora perchè non abrogare il ricorso alla mobilità da altri enti pubblici che si continua a privilegiare rispetto alle assuzioni vere e proprie con bandi concorsuali?

E la prossima legge di bilancio che ha già promesso mari e monti ai padroni in termini di sgravi, sovvenzioni e altre diavolerie fiscali, avrà i fondi per questo piano straordinario di assunzioni?


Di sicuro sappiamo già cosa non accadrà, ossia numerose figure mancanti negli organici degli enti pubblici non saranno assunte scegliendo la strada della privatizzazione dei servizi o degli appalti. Da qui nasce la esigenza del Governo di abrogare le dotazioni organiche.

Intanto sarebbe opportuno capire quante assunzioni sono state fatte con il turn over al 75%, ci risulta che numerosi enti sono ancora a concludere i vecchi piani occupazionali al 25%, un ritardo inconcepibile se pensiamo che nelle previsioni il 2018 dovrebbe essere l'anno del ritorno alla piena facoltà assunzionale (chi va in pensione viene teoricamente sostituito con il turn over al 100%).
 Il Governo parla di stabilizzare 50 mila precari storici dal Gennaio 2018 ma non esistono circolari sulle modalità da seguire e a quanto ci risulta il calcolo è per difetto e costruito solo sulle previsioni di spesa della Ragioneria.
 Il vuoto di organico sarà molto forte nei ministeriali dove la forza lavoro over 60 supera un quarto del totale ma per quanto si parli anche di migliaia di assunzioni nelle scuole dobbiamo constatare la riduzione del numero dei supplenti e degli insegnanti di sostegno.

Ma sia ben chiaro che questo piano straordinaio delle assunzioni dovrà sempre e comunque misurarsi con una legislazione costruita per limitare la spesa di personale, di conseguenza se devi accrescere gli organici dovrai stringere la cinghia sugli aumenti contrattuali.

 Chi ha continuato ad abbaiare sui costi  del personale pubblico ha mentito, si è infatti passati "dai 169,6 miliardi del 2011 ai 164,1 del 2016, con un -3,3% che diventa -7,2% contando l’inflazione del periodo".

Ora il Governo deve trovare i soldi per garantire gli aumenti contrattuali, dopo quasi un decennio di blocco, conservare gli 85 euro di Renzi. Ma con i soldi a disposizione , dopo le promesse  e le regalie ai padroni, dubitiamo che riusciranno a garantire aumenti dignitosi per tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione, assunzione di 500 mila dipendenti, incremento dei buoni pasto ormai ridotti all'osso, stabilizzazione dei precari annunciata nel 2018. I margini per una incisiva lotta sindacale ci sarebbero tutti, ma non prevarrà ancora una volta il compromesso a perdere?

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