TMM: IL FLOP DEGLI INCONTRI IN REGIONE E ROMA
La chiusura della
fabbrica
TMM e il conseguente licenziamento di 85 operai/e è un fatto
gravissimo con ricadute negative sul territorio. La chiusura dimostra
che i padroni non vogliono
più
lacci e lacciuoli, il proprietario dei mezzi di produzione puo'
agire indisturbato in barba alla Costituzione
Italiana che in alcuni suoi articoli tutela i lavoratori e le
lavoratrici. Le istituzioni locali sono solo terminali per assicurare
fondi comunitari e ammortizzatori sociali.
Nonostante si
faccia di tutto per dimostrare che le istituzioni sono soggetti
neutrali (ma se tali fossero appoverebbero una legge contro le
delocalizzazioni), emerge con sempre maggiore chiarezza che il padrone
si rivolge a Sindaci e Regione solo
per avere varianti urbanistiche e soldi pubblici. I padroni non
vogliono più neanche la
concertazione sindacale nonostate i grandi benefici da essa
ricevuti, è questa la chiave di lettura degli incontri in
Regione Toscana disertati dalla proprietà della TMM.
Il 95% della produzione
alla TMM arrivava da commesse
Piaggio e la stessa deve essere chiamata direttamente in causa,
non ci convince la messianica attesa di un nuovo compratore senza prima
avere certezze, per esempio un
esplicito
accordo con la Piaggio perchè le commesse siano mantenute sul
territorio della Valdera.
Per salvare i posti di lavoro urge, senza attendere altro tempo, una vertenza che attraversi tutto l'indotto, Piaggio in primis.Bloccando merci e produzione, costruendo percorsi di lotta anche sul territorio sarà forse possibile mutare i rapporti di forza e far valere la forza operaia per il raggiungimento degli obiettivi.
Commenti
Posta un commento