Piove ? Governo ladro

Pubblichiamo una lettera aperta inviata alla nostra redazione

Devono ancora essere quantificati i danni materiali subiti a Pisa e Provincia ma già i sindaci hanno chiesto il riconoscimento dello stato di calamità.

I danni subiti sono ingenti, ieri siamo intervenuti con un doppio comunicato (delegati e lavoratori e sindacato generale di base) provando a ricostruire le cause e le responsabilità di questi fenomeni .

Se un evento atmosferico è da ascrivere alla natura, le conseguenze da questo create sono causate invece dall'uomo, anzi alle scelte urbanistiche e dalle politiche che hanno progressivamente cancellato la prevenzione.

Noi non siamo soddisfatti dell'operato della protezione civile, ormai gli interventi materiali sono demandati ai Vigili del Fuoco e alle associazioni di volontariato, gli enti pubblici e la Prefettura hanno ruoli di coordinamento dalle centrali operative. Ma tutto cio' puo' bastare?

A noi sicuramente no, da anni vediamo dipendenti comunali relegati al trasporto di transenne quando le alluvioni hanno paralizzato le vie cittadine, allagato le case determinando il blocco dell'energia elettrica. Sia ben chiaro che la responsabilità non è dei comunali ai quali giorno dopo giorno hanno sottratto competenze.  Ma alle richieste di aiuto  della popolazione la risposta è dettata dalla impotenza, non ti resta che girare al cittadino arrabbiato e delusoil un numero verde a cui rivolgersi per le emergenze. Frustrazione, impotenza ma anche rabbia verso un sistema che non funziona, in questa situazione diventa quasi scontato che il cittadino se la prenda con il dipendente pubblico di turno.

Non siamo soddisfatti, ci sembra che poco  sia stato fatto per  assicurare la pulizia delle caditoie e dei fossi (magari le statistiche smentiranno il nostro pessimismo ma sotto i nostri occhi sono ben vive le immagine di interi quartieri allagati), poco si fa per portare un aiuto concreto alle famiglie (in queste ore a Livorno sono i volontari gli autentici protagonisti degli interventi), per monitorare i corsi di acqua, per migliorare il funzionamento delle fognature che ricordiamo spesso dipende anche dalle scelte urbanistiche fatte.

Le politiche in materia di prevenzione e pubblica amministrazione sono alla base del fallimento di queste ore, impensabile che un uragano a Cuba non provochi alcuna vittima mentre noi siamo a contare il numero dei feriti e dei morti.

Il vergognoso teatrino della politica, l'odio verso gli ultimi stride con il silenzio verso queste politiche di devastazione del pubblico dove per pubblico intendiamo quartieri, case, strade, fiumi e boschi.

E da qui si deve ripartire perchè nell'immediato futuro non si assista impotenti a morti e devastazioni e passati pochi giorni si torni, come se niente fosse accaduto, a reiterare errori e scelte fallimentari.


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