Piombino:come ti distruggo il polo siderurgico

La situazione in Val di Cornia è veramente critica. Il polo siderurgico è fermo, chi avrebbe dovuto rilanciarlo lo ha forse definitivamente affossato. Una storia emblematica, quella di Piombino, che fotografa l'assenza di una politica industriale e soprattutto la volontà del Governo e del Pd di proseguire sulla strada delle delocalizzazioni e per assecondare gli interessi del grande capitale.

Il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, a proposito di  Aferpi-Cevital ,ha detto  non piu' tardi di giovedi' «È arrivato il momento di cercare soluzioni alternative», solo due anni fa il gruppo algerino era stato benedetto da Renzi e dal Governatore della Toscana Rossi come il salvatore di Piombino, la nuova proprietà che avrebbe investito per il rilancio della produzione.

Ma i fatti sono andati diversamente e le promesse di Issad Rebrab, a capo della Cevital, si sono dimostrate infondate, la produzione non è ripartita e alla fine, dopo due anni , il Governo ammette il fallimento e cerca un nuovo compratore, indiano, che potrebbe scegliere una strada ugualmente pericolosa, quella di mantenere in vita solo parte della produzuine funzionale agi interessi del capitalee indiano che ricordiamo è in concorrenza con la produzione europea
 
La produzione nel 2017 è stata quasi inesistente a Piombino,  fermati i tre treni di laminazione (treno vergella, treno medio piccolo, treno rotaie), mai ripartito il laminatoio rotaie che rappresentava la punta di diamante della produzione piombinese

Alla luce di questi fatti, il Sindacato generale di base ha scritto una lettera aperta ai lavoratori di Piombino


Rebrab non ha mai rappresentato l'occasione per il rilancio della produzione industriale e a distanza di anni i fatti lo dimostrano.


Ancora una volta il Governo Nazionale, il pd e gli enti locali hanno operato la scelta piu' funzionale alle logiche del capitale, quella di svendere una fabbrica a chi ha preso impegni fin da subito disattesi.

I responsabili di questa decisione non possono farla franca, e per responsabili parliamo di sindacati, amministratori locali e nazionali, industriali che hanno sostenuto come unica strada percorribile quella di Rebrab quando era ben chiaro che sarebbe stato un fallimento.

La soluzione, allora come oggi, era quella della nazionalizzazione della fabbrica con l'impegno diretto dello stato per costruire un nuovo polo siderurgico italiano e allo stesso tempo impegnare fondi pubblici per la bonifica e il risanamento di alcune aree industriali convertendole ad altro uso (chiedendo allo stesso tempo indietro i soldi a chi ha per decenni inquinato).

Dopo anni di parole e di promesse, anche la Regione Toscana  e il Governo dicono che Rebrab SE NE DEVE ANDARE rappresentando solo un ostacolo alla ripresa delle attività industriali e ad uno sviluppo del territorio con bonifiche di aree contaminate.

E' in fallimento del Pd, di Renzi e dello stesso Governatore Rossi, delle politiche di svendita delle aziende pubbliche a soggetti privati che non hanno certo l'obiettivo del rilancio della produzione e dello sviluppo.

Quanto accade a Piombino si è già verificato altrove, a Pisa con la Saint Gobain (cancellato l'indotto e distrutti decine di posti di lavoro), a Pontedera con la Piaggio che da anni delocalizza e elemosinando commesse spinge al fallimento le stesse aziende dell'indotto.

E' il fallimento del sindacato che si piega ai voleri del Governo e crede alla storiella di nuovi proprietari disposti al rilancio di quella produzione che hanno invece affossato la produzione di acciaio a Piombino. Non basta un semplice compratore  senza un piano di rilancio che tenga insieme la tutela dei posti di lavoro con progetti innovativi e investimenti. Ma tutto cio' non è mai accaduto e si sono illusi e derisi gli operai

Siamo di fronte alla sconfitta di una vecchia politica (la stessa che ha privatizzato le aziende pubbliche svendendole per pochi soldi ai capitalisti) che rinuncia anche a progettare forme di sviluppo alternative del territorio le quali per altro richiederebbero tempi lunghi e investimenti . Si preferisce invece regalare soldi a fondo perduto agli industriali anche quando è chiara la loro politica di delocalizzazione e distruttiva dei posti di lavoro. Lo stato va in soccorso dei padroni!

E' accaduto con la Fiat e con la Piaggio, succede da tempo con Rebrab verso cui gli attestati di fiducia del Governatore Rossi sono stati fin troppo e non supportati da fatti reali (del resto cosa attenderci da chi oggi invoca la difesa della sanità ma per anni ha tagliato presidi sanitari e ospedalieri in Toscana??).

Il Pd ha un obiettivo. scongiurare la produzione di acciai di alta qualità, la costruzione di filiere corte e di un modello produttivo a basso impatto ambientale. Perchè? Queste produzioni devono avvenire altrove dove i padroni guadagnano di piu'-

La subalternità di Cgil Cisl Uil ai dettami della politica di Governo ha prodotto solo danni, per esempio la riduzione del 30% del salario dei lavoratori e ammortizzatori sociali finiti i quali ci sarà solo la disoccupazione l'impoverimento del territorio. Era possibile (ma ancora oggi siamo in tempo per farlo) invece costruire una opposizione radicale ad ogni ipotesi di ridimensionamento del polo siderurgico e chiamare in causa il Governo e la Regione che quel disegno avevano fatto proprio

Oggi ci ritroviamo davanti al fallimento del Governo e delle istituzioni locale  ma a farne le spese sono solo gli operai e le loro famiglie.

Bisogna invece darsi degli obiettivi che non siano l'attesa messianica di un nuovo compratore a cui regalare soldi pubblici senza vere in cambio un progetto industriale serio.

Senza questi obiettivi prevale la rassegnazione e la paura che hanno paralizzato i lavoratori piegandoli ai dettami del Governo.

La sola scelta praticabile è quella di nazionalizzare la produzione, investire al contempo per la bonifica del territorio, una politica che dia risposte nell'immediato e sappia anche operare scelte in tempi piu' lunghi

La parola d'ordine delle nazionalizzazione è ancora attuale se vogliamo mantenere in vita il polo siderurgico e non sottostare ai ricatti della Germania e delle delocalizzazioni verso altri paesi dove il costo del lavoro è ai minimi termini.

Ma per raggiungere questi obiettivi bisogna restituire forza e dignità agli operai, mettere nelle loro mani le decisioni che contano, l'esatto contrario di quanto avvenuto in questi anni nei quali le decisioni sono state prese a palazzo o nelle buie stanze dei sindacati nazionali.

Con questa lettera aperta vogliamo riaprire una discussione a tutto campo prima che sia troppo tardi

sindacato generale di base toscana

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