Chi tace sulla guerra e sulle spese militari non fa gli interessi dei lavoratori

Intervento Federico Giusti sindcato generale di base

Cari\e, un caloroso abbraccio al popolo livornese che da giorni sta combattendo contro la devastazione del proprio terrritorio, il nostro plauso va in particolare a chi  è impegnato direttamente nei soccorsi e nelle bonifiche , nella assistenza alle tante famiglie abbandonate dallo stato e dagli ent locali.

Molti si stanno domandando la ragione per la quale un paese capitalista avanzato come L'Italia soccomba per un acquazzone, un terremoto, perchè le strade siano ridotte a colabrodi e le fognature non funzionino, perchè lo stato abbia abdicato al terzo settore innumerevoli funzioni della protezione civile con gli enti locali ormai incapaci di garantire assistenza diretta.

E' la fotografia di un paese che ha abbandonato la cura del territorio e distrutto competenze e funzioni che in ambito pubblico garantivano monitoraggi, controlli e interventi tempestivi.

E' il fallimento della Legge del Rio, di chi ha distrutto il corpo forestale dello stato e non ha imparato dalle tragedie degli ultimi anni, è il fallimento di una politica che mette all'ultimo posto la tutela dei cittadini e del territorio dove vivono ma privilegia invece ben altri interessi, gli interessi dei poteri forti.

Parliamo della spesa militare, basterebbe solo trasferire parte di quanto si spende per il militare alla salvaguardia del territorio per prevenire morti e devastazioni.

Il nostro paese spende  molto piu'  di altre nazioni le cui economie godono decisamente di salute migliore, parliamo di Belgio, Germania e Canada, in meno di 15 anni le spese militari  sono cresciute del 21% .

Ogni giorno spendiamo in armamenti 65 milioni di euro , oltre 23 miliardi di euro all'anno e  i soldi del ministero per lo sviluppo economico sono sottratti alla ricerca, al welfare, al rilancio dell'economia per sostenere il commercio di armi e quell'intreccio affaristico di lobby straniere e nazionali.

Ci raccontano innumerevoli bugie, per esempio non sono quasi 300 gli aerei da sostituire con gli F35 ma 57, eppure si costruiscono molte piu' armi del previsto. lo stesso discorso vale per i carri armati e altri armamenti, dietro a questa sovrapproduzione di armi ci sono interessi colossali e la proiezione del capitale alla guerra permanente.

Il sindacato dovrebbe essere alla testa delle iniziative contro la guerra, non esitare ma invece è parte integrante del sostegno accordato alla spesa militare che non subisce tagli ma solo incrementi.

I soldi investiti in armamenti sono soldi sottratti alla sanità , alla istruzione e al lavoro, se non partiamo da questo assioma si va poco lontani.

Tanta disattenzione verso le spese militari non si traduce certo nella difesa di diritti  e dei lavoratori, se si è arrendevoli su tematiche sociali o sulla guerra difficilmente si è combattivi quando si tratta di difendere le pensioni o i contratti .

Avere avallato la guerra in Medio Oriente e in Jugoslavia ha determinato l'arretramento delle coscienze di tanti lavoratori, in tempi lontani ci sono state mobilitazioni contro la guerra in Vietnam ma allora la visione del mondo era ben diversa da quella odierna di Cgil Cisl Uil . Non esiste conflitto sociale e sindacale quando si tace di fronte alle ingiustizie e tra le massime ingiustizie c'è proprio la guerra, la militarizzazione dei territori. Basta guardare a cosa dice la Cgil sulla Legge Minniti per capire che noi non possiamo pensarla nello stesso modo,  noi non possiamo tacere sulla criminalizzazione degli ultimi nè tanto meno avallare una idea di sicurezza che è solo il prodotto peggiore della visione securitaria del mondo.

Come sindacato generale di base pensiamo che tutti i sindacati dovrebbero mobilitarsi per contrastare la costruzione della ferrovia che collegherà la base Usa di camp darby all'areoporto  di Pisa, il trasporto delle armi deve avvenire in modo silenzioso e intensificato, lontano da occhi indiscreti e dalla opinione pubblica.

Tutto cio' che non dobbiamo conoscere deve esser secretato, succede con le basi militari, con le scelte economiche del Governo e anche  degli enti locali, rifiutare questa logica vuol dire combatterla, denunciarla e organizzarsi concretamente per contrastarla in ogni modo.

Non siamo certo dogmatici rispetto alle forme di lotta da intraprendere, aperti al confronto e al dialogo anche con culure diverse, ma intanto vediamo  la pericolosa sottovalutazione del problema, ci pare evidente che per troppi la questione di Camp darby sia solo materia per pacifisti e non  per l'intero movimento operaio e sindacale.

Sarà per questo motivo che a poche settimane di distanza dall'inizio dei lavori di edificazione della ferrovia non ci siano sul territorio iniziative concrete, ricordiamo che dentro Camp Darby non solo si nascondono svariati tipologie di armi delle quali nessuno è informato, dentro la base si esercitava Gladio a chi pensa, sbagliando, che la militarizzazione del territorio non sia un problema serio ha solo operato la rimozione della storia degli ultimi decenni proprio come volevano i revisionisti.  E quando parliamo di Gladio ci riferiamo ad una minaccia per la democrazia, alla strisciante e sempre presente minaccia  che colpisce non solo la democrazia ma si abbatte con ferocia sulle classi sociali meno abbienti, sui lavoratori e sulle lavoratrici in primis.

Senza settarismi andiamo a valutare allora le forme di lotta piu' appropriate, la costruzione di un percorso trasparente capace di contrastare la militarizzazione del territorio. E' un impegno che dobbiamo assumere  perchè la costruzione della ferrovia di Camp darby sarebbe la sconfitta di tutti e tutte.

Sgb propone una campagna da costruire che metta insieme 3 elementi che andiamo a sintetizzare in maniera forse schematica ma assolutamente chiara

ogni soldo per le spese militari è a discapito delle spese sanitarie, sociali e di istruzione. Chi tace sull'aumento delle spese militari, chi non le contrasta è disponibile a tacere sulle devastazioni dei territori e sulla perdita di diritti sociali.

i soldi per le spese militari non fanno crescere l'economia ma la piegano ai voleri dei signori della guerra che hanno sempre fatto fortuna sulla pelle degli operai e delle classi subalterne. I fondi per l'ampliamento del Fosso dei Navicelli avrebbero permesso di mettere in sicurezza tutti i corsi d'acqua tra Pisa  e Livorno.

la militarizzazione del territorio tra Pisa e Livorno avviene dopo avere perso migliaia di posti di lavoro tra aziende e fabbriche chiuse. La partenza da Pisa e Livorno delle armi non porta benessere al nostro territorio , anzi fa arretrare i lavoratori e le loro coscienze. Sta a noi impedirlo spiegandolo in ogni luogo di lavoro e nei quartieri

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