L'Italia devastata

Iniziamo questa riflessione porgendo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime e dei feriti a Livorno e nella penisola. L'emergenza ambientale è ormai la vera priorità del paese, con quella del lavoro, in pochi sembrano tuttavia averlo capito

Ci sono dati statistici incontrovertibili, l'estate 2017 è stata la quarta piu' secca negli ultimi due secoli, la seconda più calda dopo quella del 2003. Il 40% in meno di pioggia rispetto alla media e una ermergenza climatica che ormai crea ogni anno emegenze e devastazioni con danni ingenti e perdite di vite umane.

I comuni colpiti sono governati da destra, centrosinistra e dal Mov  5 Stelle, tutte amministrazioni locali incapaci di fronteggiare siccità e bombe d'acqua.

Di sicuro la soppressione del Corpo Forestale (nel caso di incendi), delle Province (per la manutenzione delle strade), la riduzione di fondi a Consorzi di bonifica rappresenta un'aggravante che acuisce il problema, anzi in molti casi rappresentano fattori che facilitano le devastazioni ambientali.

La globalizzazione capitalistica ha grandi responsabilità tra deforestazione e piogge acide, sostanze inquinanti e buco all'ozono, conseguenze di un modello di sviluppo basato sulla distruzione della natura. Perfino l'Onu da anni chiede, invano, la riduzione dei gas serra per affrontare e ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici e le decisioni assunte dalla Amministrazione Trump vanno invece nella direzione opposta.

Parlare di riconversione ambientale della stessa economia è quasi impossibile, eppure anche a livello capitalistico rappresenterebbe un fattore di sviluppo e di profitto.

Tuttavia esistono anche responsabilità della politica locale, e non solo di quella nazionale, che ha avallato un modello di sviluppo causa di inquinamenti, devastazioni e dello stesso cambiamento climatico.

Parliamo della manutenzione di strade e dell'ambiente, sotto i nostri occhi ci sono corsi d'acqua straripanti perchè i fossi non sono puliti (chi dovrebbe farlo non ha fondi o preferisce investirli in eventi a uso e consumo delle maggioranze di governo), una protezione civile che si poggia ormai interamente sulle associazioni " di volontariato", fognature non funzionanti che non ricevono e smaltiscono l'acqua. Non è solo una questione legata alla pulizia di caditoie se interi quartieri finiscono sotto acqua con danni ingenti a cose e persone, con case allagate, alluvioni che provocano distruzioni e morti.

Come nel caso dei terremoti c'è una emergenza ambientale sottovalutata, non esiste prevenzione, cura del territorio, non si investe per prevenire quanto accaduto nelle ultime ore.

Ogni discussione deve partire da qui, dalla necessità che i fondi pubblici siano destinati alla salvaguardia dell'ambiente e del territorio per operare scelte diametralmente opposte a quelle degli ultimi decenni (anche in materia urbanistica).

Non ci piacciono le lacrime di coccodrillo nè le frasi di circostanza che ogni anno parlano (come per le morti sul lavoro) di casi eccezionali, frasi dettate dalla ipocrisia e dalla volontà di coprire responsabilità e scelte politiche distruttive.

Esiste quindi una vera emergenza, non parliamo dei migranti ma dell'ambiente, delle scelte urbanistiche e della manutenzione dei territori. Per fronteggiare questa emergenza occorrono scelte importanti come il ripristino del corpo forestale, il rafforzamento delle competenze delle Province (cancelliamo la Legge Del Rio)  e un grande investimento di soldi pubblici per opere essenziali.

E da qui bisogna ripartire per restituire dignità ai territori e soprattutto giustizia alle vittime incolpevoli delle devastazioni di queste ore.



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