Epidemiologia della guerra infinita
Epidemiologia della guerra infinita
Recensione di Laura Tussi al Libro di Maurizio Marchi
Gaia: Ecoistituto del Veneto Alex Langer 82 conflitti tra il 1945 e il 2015, altro che pace
Il Libro di Maurizio Marchi è realizzato con l’intento e con la volontà di
abolire le guerre.
Il libro “Epidemiologia della guerra infinita. 82 conflitti tra il 1945 e
il 2015” dello scrittore Maurizio Marchi è realizzato con l’intento e con la
volontà di abolire le guerre ovunque vengano innescate dall’apparato, sistema e
complesso industriale, militare e fossile e di disvelare la mitologia
guerrafondaia e la politica del riarmo che la Nato propugna in quanto
istituzione che, come millanta il potere e come vantano in maniera infondata i
poteri forti, avrebbe garantito la pace dopo la seconda guerra mondiale fino ai
giorni attuali.
Infatti non si trova nella stampa cartacea e in Internet un libro, come
questo, che possa elencare e che abbia i contenuti adeguati a effettuare e
compilare una ricognizione dei conflitti armati e delle guerre nel mondo dal
dopoguerra al periodo contemporaneo e attuale. Da un’intervista di PaxChristi,
l’autore Maurizio Marchi afferma che scrivendo questo libro, che risulta
costituire un’autentica ricerca dettagliata, un esaustivo compendio
storiografico, ha imparato molto e è riuscito a entrare a conoscenza di realtà
spesso ignorate dai massmedia tradizionali e censurate dai mainstream
ortodossi. Marchi ha potuto focalizzare e appurare che sono avvenuti ben 82
conflitti tra il 1945 e il 2015, con 24 milioni di morti diretti, cioè deceduti
a causa delle armi utilizzate nelle guerre, ossia violenza diretta e
altrettante persone decedute per epidemie, esodi forzati di massa, inquinamento
di grandi territori, carestie: quindi l’equivalente di un genocidio e di una
ecatombe equiparabili a quelli della seconda guerra mondiale 1939/1945. Ma
tutte le istituzioni e i politici di governo parlano invece di settant’anni di
pace.
Secondo l’opinione dello scrittore Maurizio Marchi, attivista di Medicina
Democratica, ampiamente condivisa da tutti noi ecopacifisti per il disarmo
nucleare unilaterale e per l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa
soprattutto nucleari, la guerra costituisce la “nocività assoluta” in quanto
comporta i cosiddetti effetti collaterali sulle persone come la miseria, la
malnutrizione e la fame, che conducono alla morte per stenti. Il presidente
Mattarella nell’aprile 2019 in occasione del settantennale della fondazione
della Nato, afferma che quest’istituzione ha garantito settant’anni di pace.
Questa è un’affermazione basata su un dato falso. È un sillogismo errato. La
Nato ha garantito una finta stabilità, un assetto sicuro, una pace surrettizia
a una piccola parte dell’umanità ossia all’umanità che sta sotto l’egida della
Nato, i paesi europei e la Turchia. Al contrario, ben 6 miliardi di persone
sono vittime e hanno subito guerre atroci e devastanti e fatali. Le malattie
più diffuse e connesse alla guerra possono essere anche semplici stati di
raffreddamento, semplici disagi e banali patologie. Infatti quando i bambini e
anche gli adulti sono malnutriti, addirittura il freddo e i virus presenti
nell’aria possono essere letali.
Oltre alle morti per violenza armata, le guerre distruggono e annientano
l’ecosistema, l’ambiente e la salute delle popolazioni e degli stessi militari.
Infatti sulle vittime da uranio impoverito, possiamo segnalare lo studio
dell’epidemiologo Valerio Gennaro “incidenza di tumori maligni 1996-2012 in
giovani militari italiani inviati in missione all’estero. Analisi preliminare
dei dati della commissione parlamentare di inchiesta su uranio impoverito e
vaccini” che quantifica molteplici, addirittura migliaia, casi di tumore.
Il dato andrebbe esteso a tutti i militari, di qualsiasi nazionalità,
coinvolti nelle guerre più recenti, in particolare in Jugoslavia, in Libia e
soprattutto alle persone che hanno subito bombardamenti con questi proiettili
devastanti e letali. Si contano un centinaio di migliaia di casi di tumori e
altre patologie. Inoltre, interi territori sono dichiarati inagibili per le
sostanze tossiche dei bombardamenti. Lo spargimento di altre sostanze tossiche,
radioattive e chimiche, come l’agente Orange in Vietnam e la raffineria di
Belgrado, comportano e comporteranno altre centinaia di migliaia di
malformazioni e vittime in tutto il mondo (Cfr. "Il problema del cancro a
Gaza" di Filippo Bianchetti, medico di base, Varese; Flavia Donati,
psichiatra e psicoanalista, Roma; Fiorella Gazzetta, medico di base, Varese;
Laura Franceschini, psichiatra, Imperia; Loretta Mussi, medico in pensione;
Rosa Raucci, Direttore Pronto Soccorso di Aversa; Khaled Rawash, medico di base
e criminologo, Imperia; Khader Tamimi, pediatra di base, Rho (MI) https://www.peacelink.it/palestina/a/46319.html). Il calcolo e la
stima delle vittime indirette è molto più difficile, perché quando il conflitto
armato è terminato e non “fa più notizia” e si spengono i riflettori sulla
popolazione civile, le sostanze tossiche, chimiche e radioattive, le carestie
ed epidemie continuano a mietere vittime anche se non hanno più incidenza e
rilevanza cronachistica dettata e riportata dai massmedia tradizionali. Le
guerre in Africa hanno causato la morte di 5 milioni di bambini e di 3 milioni
con meno di un anno di vita. Uno studio recente pubblicato sulla rivista
scientifica The Lancet, frutto della ricerca di un team guidato dal Dottor Eran
Bendavid della Stanford University in California, nel settembre 2018, sostiene
l’assoluta veridicità di questa situazione drammatica in Africa. Si possono
stimare 24 milioni di vittime, morti indiretti e non solo bambini nel periodo
del dopoguerra dal 1945 al 2015 in tutto il mondo. Questi dati drammatici e di
tragica evidenza sono riportati all’attenzione di un pubblico più vasto e attento
grazie al libro “Epidemiologia della guerra infinita” di Maurizio Marchi.
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