Il premio Nobel per la pace agli Hibakusha
Il
premio Nobel per la pace agli Hibakusha ricordato in tante iniziative nel
giorno mondiale dei diritti umani
di
LAURA TUSSI
Mentre si svolgono varie
mobilitazioni e iniziative pacifiste in tutta Italia, i sopravvissuti
all'olocausto nucleare ricevono il Nobel per la pace in Norvegia a Oslo, la
capitale.
Il
Premio Nobel per la pace 2024 agli Hibakusha denuncia il rischio attuale di un
conflitto armato globale e di un molto possibile ulteriore incremento dell'
escalation militare e di una conflagrazione nucleare
In varie città del nostro
Paese si è protestato con estrema convinzione a sostegno della pace universale.
Un presidio ha protestato contro la Legge di Bilancio 2025, che prevede un
aumento della spesa militare a 32 miliardi di euro. Inoltre è stata illustrata
l'adesione alla campagna ICAN per il Disarmo Nucleare. E si è espressa piena
solidarietà con il Sudan, devastato da una guerra dimenticata, come molte
guerre in Africa che non dobbiamo mai dimenticare di denunciare, secondo le
parole di Alex Zanotelli.
La
parte più rilevante del Comunicato del Premio Nobel per la pace 2024 agli
Hibakusha e all'organizzazione di sopravvissuti giapponesi Nihon Hidankyo
“In risposta agli
attacchi con la bomba atomica dell'agosto 1945, è nato un movimento globale i
cui membri hanno lavorato instancabilmente per aumentare la consapevolezza
sulle catastrofiche conseguenze umanitarie dell'uso di armi nucleari" come scrive
il Comitato .
Gradualmente, si è
sviluppata una potente norma internazionale, che stigmatizza l'uso di armi
nucleari come moralmente inaccettabile. Questa norma è diventata nota come ‘il
tabù nucleare’. La testimonianza degli Hibakusha, i sopravvissuti di
Hiroshima e Nagasaki, è unica in questo contesto più ampio”.
Un
sentito e significativo e lodevole elogio agli Hibakusha che ci aiutano a
descrivere l'indescrivibile
“Questi testimoni storici
hanno contribuito a generare e consolidare un'opposizione diffusa alle armi
nucleari in tutto il mondo attingendo a storie personali, creando campagne
educative basate sulla propria esperienza e diffondendo urgenti avvertimenti contro
la diffusione e l'uso di armi nucleari - prosegue il comunicato del Comitato
Nobel per la Pace - Gli Hibakusha ci aiutano a descrivere l'indescrivibile, a
pensare l'impensabile e a comprendere in qualche modo l'incomprensibile dolore
e la sofferenza causati dalle armi nucleari”.
Il
10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, ha visto una
mobilitazione in tutta Italia a favore della pace e della nonviolenza e del
disarmo e contro il militare nucleare
In particolar modo ANPI
Limbiate ha denunciato il genocidio e il traffico e l'export di armi con la
speciale partecipazione di Salvatore Attanasio, padre di Luca l'ambasciatore
assassinato in Congo.
Martedì
10 dicembre a Limbiate, in una Sala consiliare gremita, si è svolta la Giornata
internazionale dei Diritti umani universali proclamata dall'ONU nel 1950.
Ad introdurre la serata e
coordinare gli interventi ha provveduto Rosario Traina, Presidente della
Sezione ANPI cittadina.
Nel suo intervento,
Traina ha brevemente ricordato lo spirito con cui è nata la Dichiarazione
universale approvata dalle Nazioni Unite nel 1948, subito dopo la fine della
Seconda guerra mondiale, perché mai più l'umanità rivivesse quegli orrori e,
invece, ha amaramente constatato "nessuno dei Paesi promotori della
Dichiarazione ha rispettato integralmente quei Principi tanto che oggi ci
troviamo sull'orlo di un precipizio che potrebbe segnare la fine
dell'umanità".
Laura
Tussi e Fabrizio Cracolici, invitati a presentare il loro libro "I
Partigiani della Pace" hanno offerto ai numerosi presenti una narrazione
di pace ricca di spunti in cui gli autori hanno attuato un parallelismo fra la
Resistenza di ieri e le lotte sociali attuali
Particolare enfasi è
stata posta sulla forte posizione di denuncia contro la lobby del nucleare,
contro l’export di armi e le guerre che non stanno risparmiando alcun
continente.
Il
terzo ospite invitato alla conferenza da ANPI è stato Salvatore Attanasio,
padre dell'Ambasciatore Luca, assassinato in Congo in un agguato terroristico,
che si è soffermato soprattutto sui tanti conflitti armati dimenticati
dell’Africa
Attanasio ha proseguito
poi il suo discorso per informare i presenti sulla triste vicenda giudiziaria
che riguarda il processo ai due funzionari del Programma alimentare delle
Nazioni Unite che avrebbero dovuto garantire la sicurezza degli spostamenti del
figlio impegnato in una rischiosa missione umanitaria. Il processo, a meno di
clamorosi sviluppi, rischia di non accertare alcuna verità perché i funzionari
chiamati a rispondere su quei fatti hanno opposto l'immunità diplomatica e lo
Stato italiano ha rinunciato a costituirsi Parte civile.
Interessante
l’attività di comunicazione sociale di Fabrizio Cracolici e Laura Tussi sui
social media, in particolare sul loro canale TikTok, che sta registrando
milioni di visualizzazioni ed è, in gran parte, frequentato da giovani e
giovanissimi da tutto il mondo
In chiusura, Salvatore
Attanasio e Fabrizio Cracolici si sono ripromessi di incontrarsi nei prossimi
giorni per realizzare proprio su quei canali alcuni video dedicati alla vicenda
di Luca Attanasio.
Tutto
questo mentre a Oslo i sopravvissuti all'olocausto nucleare ricevevano il
Premio Nobel per la pace
Contemporaneamente l'iniziativa
che si è svolta in tutta Italia è stata organizzata da varie associazioni del
mondo della nonviolenza e della pace e del disarmo.
Queste
mobilitazioni chiedono politiche concrete che pongano al centro del discorso
sulle tematiche di stringente attualità la pace e la solidarietà,
partendo dalla tutela dell'articolo 11 della Costituzione Repubblicana
Con queste iniziative a
livello nazionale si è espressa preoccupazione per le scelte di guerra
intraprese sia dal governo italiano che dall'Unione Europea, che rischiano di
trascinare il mondo verso un conflitto militare globale e un tragico epilogo e
precipizio e baratro nucleari.
Focus
bilancio militare e disarmo. Un segnale importante nel giorno del Premio Nobel
per la Pace e della Giornata Mondiale dei Diritti Umani
A Roma, un
presidio ha protestato contro la Legge di Bilancio 2025, che prevede un
aumento significativo della spesa militare a decine di miliardi di euro.
A Verona i
pacifisti sono scesi in piazza per il Sudan. Più di una decina di associazioni
locali si sono riuniti per ricordare una guerra, quella nel Sudan, dimenticata
dalla comunità internazionale occidentale e per esprimere attivamente la
propria solidarietà al popolo sudanese e a tutte le genti dell'Africa
dimenticata e colpita da guerre sanguinarie.
A Bari è stata
illustrata l'adesione della città all'Appello delle città di ICAN per il
Disarmo Nucleare e il sostegno al Trattato TPNW. Ora sono oltre 100 i
comuni italiani che sostengono questa iniziativa. E varie capitali europee come
Berna e Roma.
Un
forte segnale e una decisa presa di posizione di adesione al Trattato ONU TPAN
- Trattato di Proibizione delle armi nucleari promosso dalla campagna ICAN
Premio nobel per la pace nel 2017 per il disarmo nucleare universale
La scelta di Bari di
aderire all'appello di ICAN proprio nel giorno della cerimonia di consegna del
Premio Nobel per la Pace all'organizzazione di sopravvissuti giapponesi Nihon
Hidankyo è stata particolarmente significativa. Questo sottolinea l'importanza
di mettere le armi nucleari fuori dalla storia, come sostenuto da decenni dagli
Hibakusha.
Le
mobilitazioni e iniziative del 10 dicembre dimostrano che nella società civile
è sempre presente un impegno volto a costruire un futuro di pace, accoglienza,
solidarietà
L'appello lanciato dagli
attivisti è chiaro: è necessario investire in politiche di pace e solidarietà,
anziché alimentare la corsa agli armamenti e al riarmo nucleare.
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