Ma è logico differenziare il turn over tra i comparti della Pubblica amministrazione?
Una norma inserita nel decreto Milleproroghe impone alle amministrazioni che ottengono risorse per aumentare il personale di usarle in tempi fin troppo rapidi senza guardare agli effettivi tempi necessari per svolgere tutte le procedure contrattuali.
Crediamo siano assai limitati i casi nei quali una amministrazione decida deliberatamente di non assumere, per avere personale in organico si ricorre spesso e volentieri a discutibili mobilità esterne invece di bandire selezioni concorsuali.
Siamo davanti ai soliti escamotages per non incrementare il personale della PA tanto che viene prevista la tassazione del 5% sugli straordinari del personale sanitario quando mancano migliaia di unità negli organici e si ricorre follemente a interinali e cooperative.
Il limite dei tre anni, dal 2025, entro cui fare assunzioni, fa ricadere ogni responsabilità sugli Enti quando invece si dovrebbero prevedere assunzioni in deroga ai perfidi tetti di spesa e accrescere di fatto gli organici in tutta la PA. Nei fatti la norma penalizza gli Enti pubblici e disimpegna lo Stato e il Governo, l'ennesimo scaricabarile.
Troviamo poi a dir poco iniquo e discutibile la rimozione del turn over del 75 per cento solo per alcuni comparti e non per la intera Pubblica amministrazione, ad esempio viene esclusa dal 100 per cento delle facoltà assunzionali la sanità pubblica per la quale il nostro paese, in rapporto al Pil, spende meno di ogni altro paesi UE.
Quale logica sorreggerebbe una decisione del genere? Molto probabilmente la realizzazione degli obiettivi Pnrr e qualche promessa fatta agli Enti locali gestiti dal centro destra, le solite logiche securitarie che trasformano i problemi sociali in ordine pubblico dentro l'incapacità di guardare a tutti i servizi pubblici nel loro complesso scegliendo invece di dividerli per poi attaccarli e privatizzarli.
Urgono assunzioni e dotazioni organiche corrispondenti ai reali bisogni di tutta la Pubblica amministrazione, assunzioni in deroga ai tetti di spesa, reinternalizzazione dei servizi, 100 per cento del turn over in tutti i comparti. Queste scelte determinerebbero il rilancio del servizio pubblico
Guardiamo alle ultime assunzioni previste: meno di 20 mila unità, per tutto il comparto pubblico: quasi 17 mila sono destinate al settore sicurezza, meno di 3000 sono invece i posti assegnati a Ministeri e Inps.
Le cifre si commentano da sole
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