I movimenti pacifisti dall'Ottocento al Novecento. L'evoluzione del pacifismo
I
movimenti pacifisti dall'Ottocento al Novecento.
L'evoluzione
del pacifismo
di LAURA TUSSI
I movimenti pacifisti
sono diventati lievito di speranza e la loro attività si è intrecciata con
altri movimenti: per i diritti civili, per l’emancipazione della donna, per i
diritti umani, per l’autodeterminazione dei popoli e per la difesa dell’ambiente.
I
movimenti pacifisti: origini e sviluppi
L'Ottocento
pacifista
Il pacifismo come
corrente di idee e movimento finalizzato a prevenire e contrastare la guerra è
nato nel corso dell’Ottocento.
La questione della pace e
della guerra fino all’Ottocento è stata esclusiva prerogativa dei capi di
Stato, monarchi più o meno assoluti.
È nell’Ottocento che
privati cittadini si cominciano ad associare per provare a dire la loro sulla
questione Pace.
Non più tema esclusivo
per letterati, filosofi, autori che hanno scritto contro la guerra e i suoi
errori e orrori, invocando la pace, pure presenti in ogni tempo.
Il grande contributo dei
quaccheri e della borghesia illuminata
Quelle che si possono
definire le prime associazioni pacifiste sorsero promosse dai
quaccheri a New York, Filadelfia, Boston, nel 1815.
Il pacifismo dei
quaccheri si ispirava a George Fox che nel 1651 aveva rifiutato un incarico
militare e il suo diniego passò alla storia.
Le
Società per la pace
Nasce quindi negli Stati
Uniti la Società della pace di New York cui seguì nel 1816 in
Inghilterra la Società per la promozione della pace permanente e
universale, costituita perlopiù da gruppi provenienti dalla borghesia liberale
e intellettuale.
Negli Stati Uniti il
movimento elaborò varie proposte tra cui un collegio arbitrale sul modello del
diritto privato per risolvere le controversie internazionali cioè con
l’arbitrato, una metodologia alternativa e un sistema di risoluzione delle
controversie.
Nell’Europa continentale
la prima associazione pacifista è considerata la Società della
pace nel 1830 con alla base non solo motivazioni religiose, ma anche
politiche ed economiche nella sua opposizione alla guerra.
Diversi congressi si
tennero negli anni successivi: a Londra, a Bruxelles, Parigi, Francoforte.
Quello di Parigi, Il
Congresso degli amici della Pace, è considerato il primo congresso
internazionale del pacifismo. All’ordine del giorno l’arbitrato, il disarmo, il
congresso delle nazioni, circa 600 i partecipanti, celebre il discorso di
Victor Hugo “verrà un giorno...” per una unione dell’Europa, appello per
l’educazione alla pace.
La
nascita delle Leghe per la pace
A Parigi nasce
la Lega internazionale permanente della pace da gruppi liberali e
borghesi che sostenevano la pace quale interesse nazionale per favorire i
commerci tra i popoli. A Ginevra invece si tiene il congresso costitutivo
della Lega internazionale della pace e della libertà con orientamento
più radicale e con significativa presenza femminile: i fondatori sono radicali,
democratici, anarchici, liberali, socialisti.
Notevole la risonanza:
diecimila i partecipanti, presidenza di Giuseppe Garibaldi, presenza di Victor
Hugo e Bakunin.
Il programma prevedeva la
creazione degli Stati Uniti d’Europa, l’eliminazione degli eserciti permanenti
da sostituire con le milizie popolari, il diritto al lavoro e all’istruzione,
l’autodeterminazione dei popoli. È il filone democratico e radicale del
pacifismo di quei tempi e in seguito si farà strada il pacifismo operaio e
socialista.
Il
termine delle Leghe che contrastavano la guerra
Le due Leghe per la pace
terminano la loro esistenza con la guerra franco-prussiana del 1870, dopo aver
svolto comunque un ruolo non inutile nell’Europa del tempo: voci dissonanti e
di speranza nell’Europa del colonialismo e dell’imperialismo, che parlava di
pace e invece, al contrario, preparava la guerra.
Negli anni successivi ci
fu una notevole ripresa del pacifismo sul vecchio continente: nacquero oltre
cento associazioni con migliaia di aderenti. Un ruolo particolarmente rilevante
svolse la partecipazione femminile e ancora l’arbitrato il disarmo, con l’abolizione
della leva obbligatoria, i temi centrali tra l’ottocento e il novecento.
La
prima e la seconda guerra mondiale: tragedia per il pacifismo
Mentre già comparivano
minacciose all’orizzonte le nubi della guerra,
il pacifismo si preparava a una drammatica battuta d'arresto.
La guerra per il
predominio in Europa che si scatenerà da lì a pochi anni. Il pacifismo è
travolto assieme al resto. Sarà una dura, tragica sconfitta.
Ma proprio dalla immane
carneficina e tragedia della prima guerra mondiale, la necessità dell’impegno
contro la guerra avrà nuovi impulsi e sarà più urgente che mai.
Fascismo e nazismo
faranno strame di qualsiasi pacifismo e saranno tempi duri per tutti i
pacifisti. Infatti in Germania nel 1933 saranno messe proprio fuorilegge le
associazioni pacifiste.
L'impegno
pacifista dal dopoguerra all'attualità
Dal 1945 a livello
internazionale varie sono state le fasi della mobilitazione dei
movimenti pacifisti di massa contro l’atomica e
i rischi della guerra nucleare; contro la guerra in Vietnam; contro i nuovi
missili nucleari dell’est e dell’ovest; contro la prima guerra del Golfo;
contro la guerra infinita del dopo 11 settembre 2001.
Così i movimenti
pacifisti diventano lievito di speranza e si intrecciano con altre realtà,
associazioni e con altri movimenti: per i diritti civili, per l’emancipazione
della donna, per i diritti umani e per l’autodeterminazione dei popoli, contro
il nucleare civile e militare e per la difesa dell’ambiente.
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