Cenni storici sulla Repubblica Araba Siriana
Cenni storici sulla Repubblica Araba Siriana
Nella
notte fra il 7 e l’8 dicembre 2024, appoggiati dalla Turchia, i miliziani Jihadisti
di Hayat Tahirir al Sham (Hts) e delle altre forze come l’Esercito Nazionale
Siriano (Sna) e l’Esercito Libero Siriano (Fsa), dopo una rapida avanzata dalla
sacca nord-occidentale di Idlib verso sud, sono entrate a Damasco senza
incontrare praticamente resistenza, costringendo il presidente Bashar el-Assad
alla fuga all’estero.
La
Repubblica Araba Siriana, sorta nel 1961 dopo la disgregazione dell’effimera
Repubblica Araba Unita formata dall’Egitto di Nasser e dalla Siria nel 1958, è definitivamente
caduta a fine 2024 dopo 14 anni di guerra civile internazionalizzata.
Una
repubblica la cui guida venne assunta nel 1963, con un colpo di stato, dal
partito Ba’th, d’ispirazione progressista, laica e in origine panarabista, e
che nel 1966 registrò un altro colpo di stato da parte della corrente di
sinistra dello stesso Ba’th che portò il paese su posizioni più marcatamente socialiste
e filo-sovietiche.
Infine,
nel 1970, il generale Afez el-Assad, leader della corrente nazionalista del
Ba’th ed espressione della minoranza alawita, tramite un ulteriore colpo di
stato assume la guida del paese mantenendola sino alla morte nel 2000. Ad Hafez
subentra alla presidenza il secondogenito Bashar che a sua volta ha tenuto le
redini della repubblica per 24 anni.
Sotto la
guida di Hafez el-Assad, il “leone di Damasco”, il consolidamento del rapporto
con l’Unione Sovietica porta alla creazione della strategica base navale di
Tartus sulla costa siriana mediterranea e una stretta alleanza suggellata dal
Trattato ventennale di amicizia e cooperazione del 1980.
Dopo la
dissoluzione dell’Urss nel 1991, i rapporti fra Russia e Siria sono rimasti
sempre molto solidi, e addirittura Damasco rimase l’ultimo alleato russo nella
regione, dopo l’intervento Usa in Iraq nel 2003 che portò alla caduta di Saddam
Hussein.
Allo
scoppio della guerra civile siriana nel 2011, poi internazionalizzata a seguito
del coinvolgimento di attori esterni, di fronte alle difficoltà dell’esercito
lealista, Mosca, insieme all’Iran e a Hezbollah, è intervenuta efficacemente
per difendere militarmente il traballante regime di Bashar el-Assad, consentendogli
di rimanere in sella, sino al 7 dicembre, seppur molto indebolito sia
politicamente che militarmente.
Andrea
Vento
Gruppo
Insegnanti di Geografia Autorganizzati
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