Sui fatti di Calenzano
Riportiamo la dichiarazione di Massimo De Santi fisico e attivista contro la guerra
Molti sostengono che davanti 2 morti, 3 dispersi e 9 feriti non si debba fare polemica. Mi permetto invece di fare polemica, mentre abbraccio i familiari delle vittime, perché le due cose non sono in contraddizione. Non ci troviamo infatti davanti ad un evento naturale, ad una fatalità, ma davanti ad una strage sul lavoro ampiamente annunciata. L’abbiamo ripetuto per anni, fino allo sfinimento, che quei giganteschi depositi di combustibile collocati quasi dentro i centri urbani erano e sono un oggettivo pericolo per i lavoratori e per la popolazione.
“Ce l’hai con ENI”, mi sono sentito dire spesso. A ben vedere sì, ce l’ho con ENI e ce l’ho anche con chi permette ad ENI di fare ciò che fa (norme ad hoc, permessi, deroghe) qui e nel resto del pianeta, essendo una delle aziende più inquinanti al mondo.
E se la “bomba” a Calenzano purtroppo è scoppiata, non dimentichiamo che ce n’è un’altra ancora pericolosamente innescata: la raffineria di Livorno.
Ma proprio su questo fatto di cronaca è opportuno leggere un "profetico" articolo di Medicina Democratica di ben 4 anni or sono
Tutti i rischi del deposito ENI di Calenzano - La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze
e per chiudere sull'inquinamento tra Pisa e Livorno
Comunicato Cub di Pisa
Non ci basta la verità della Magistratura, la individuazione delle responsabilità penali legate a questa ennesima strage. E non sono sufficienti 4 ore di sciopero proclamate dai sindacati rappresentativi.
Quando parliamo di salute e sicurezza non ci si riferisce solo ai luoghi di lavoro, alla presenza di dpi e al loro corretto uso. E' un approccio semplicistico e riduttivo alla sicurezza.
Per salute e sicurezza intendiamo ritmi e tempi di lavoro accettabili, salari dignitosi e non da fame senza alcun baratto tra salario e salute, un ambiente sano dove lavorare e vivere, prodotti alimentari sicuri, falde acquifere non inquinate.
Ci riferiamo alla bonifica di tutti i siti inquinati che avrebbe dovuto essere una priorità per spendere proficuamente i fondi Pnrr oppure alla necessità di riconvertire impianti con energia green, a basso impatto ambientale con utilizzo di tutte le tecnologie moderne e di ultima generazione per ridurre i rischi sociali ed ambientali.
Il nostro dolore e cordoglio si unisce alla rabbia di dovere ogni giorno censire qualche morto sul lavoro o imbatterci nella strage silenziosa dei morti per tumore che in molte aree della nostra Regione sono aumentati.
Non ci sono rischi per la nostra salute, viene ripetuto a ogni protesta e dimostrazione, ma i rischi sono invece tangibili e il giorno dopo torniamo a contare i morti, gli infortunati, le malattie professionali e non, i disastri sociali ed ambientali.
Non basta la inchiesta della Magistratura è ben altro che dobbiamo fare a tutela della nostra salute e per un ambiente non inquinato dove vivere, per non morire sul lavoro e di lavoro
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