Erdogan e Netanyahu: la strana coppia

 


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Yesterday's Papers: Erdogan e Netanyahu, la strana coppia contro Assad


Nelle prime ore di domenica, 8 dicembre, i terroristi islamici hanno preso la capitale.

Assad sembrava sparito, ed è riapparso  al sicuro a Mosca, Putin gli ha concesso asilo politico e c’è il ministro degli Esteri che parla a suo nome del futuro della Siria..... 

L’informazione mainstream ha dato il meglio di se in queste ore, alcuni lo davano morto in un incidente aereo, altri abbandonato a se stesso ed in fuga alla ricerca di rifugio in qualche stato africano....

Ma vabbè, sappiamo come opera l’informazione in questi frangenti.  D’altronde, a riprova del loro ruolo mistificatorio e non più informativo, i media mainstream dell’occidente collettivo addirittura festeggiano la caduta del regime di Assad, e si affrettano a ribattezzare i tagliagole jihadisti come  “ i ribelli dell’opposizione”, presentandoli  -ben ripuliti- al loro pubblico come legittimi antagonisti       ed anzi- addirittura liberatori del proprio popolo.

Noi, al contrario, ve lo diciamo chiaramente: non ci troviamo nulla da festeggiare: la caduta della Sirya è un disastro per la lotta contro Israele e l’imperialismo USA nella regione 

Si interrompe la linea di comunicazione e di rifornimento principale, il libano rimane isolato dall’IRAN e dall’IRAq, Ma non solo, se ne va anche l’unico governo laico della zona, che proprio in quanto laico è stato in grado di ospitare una vita multiculturale e multi religiosa.. 

Ridotto ad essere l’ombra di se stesso dalle sanzioni statunitensi, rimaneva uno degli ultimi veri oppositori di Israele. A differenza della  Turchia....Che, purtroppo, si conferma essere l’altro vincitore  sul campo e proprio insieme ad Israele

Erdogan si consolida come il più grande doppiogiochista di tutti i tempi, completamente a proprio agio nella sua meschina ambiguità.

 Da una parte tutta la propaganda di difensore dei palestinesi, dall’altra la pratica del suo sostegno concreto ai sionisti.

Da una parte fa la corte ai Brics, dall’altra si ricorda di essere anche membro della NATO.

 Ma ve l’abbiamo detto da subito: attenzione che Erdogan ha a cuore solo se stesso, dei palestinesi non gli importa niente, è tutta facciata.

 E invece no, tanta sinistra ad osannare Erdogan come il liberatore dei popoli oppressi e alfiere dell’antimperialismo: eccovelo servito il vostro eroe, compagni! 

Da 14 mesi ininterrottamente rifornisce di petrolio Tel Aviv, anche ora mentre stiamo parlando, ed anche dopo l’emissione dei mandati di arresto contro Nethanyau. Mentre non ha mai rifornito GAZA nemmeno con un proiettile, e così come con Hezbollah in Libano.

Ha deciso di invadere la Siria nonostante questa fosse –in questo momento –un elemento chiave per la lotta dei palestinesi contro Israele, e per la lotta contro l’imperialismo orientalista in medioriente. Non si è fatto nessuno scrupolo, ed anzi lo rivendica dalle colonne del Daily Sabah. 

“ Eh, io avevo offerto un accordo ad Assad, ma non lo ha accettato, gli avevo suggerito di trovare una composizione con l’opposizione”....eh si, perché sin dal 27 novembre Erdogan –anticipando un poco in questo i media occidentali- li appella “Opposizione al regime di assad” e ne assume le parti e le ragioni come legittime. 

Anzi, si pone quasi come vero e proprio portavoce delle loro ragioni. D?altronde, sono tutti figli suoi, sono sue creature. E’ grazie a lui che sono sopravvissuti e hanno potuto riorganizzarsi dopo l’ultima guerra in Siria

Ad IDLIB, nel nordest della Siria, proprio nei territori occupati dalla turchia, è grazie a lui che un milione di foreign fitghters sono entrati in Siria e sono stati addestrati in quella guerra. 

Ed alcuni sono anche rientrati nei propri territori, meglio addestrati e meglio formati per la jihad terrorista.

Ci teniamo a sottolinearlo: chi sostiene l’HTS e ne festeggia le gesta, sta sostenendo il terrorismo isalmico e l’ISIS

Israele e la Turchia, con USA e schiavi al seguito, stanno festeggiando il terrorismo islamico. Proprio quello che avevano giurato di debellare dopo l’11 settembre.

Vi dicono che HTS non fa più parte di Al Qaeda, ed è vero. Ne è uscito nel 2016, ma in maniera consensuale. Per contrasti strategici, non ideologici.

  Per avvicinarsi all’ISIS, cioè ad un progetto di califfato/stato islamico.

 Si allontana da Alquaeda e dalla sua filosofia della lotta contro il nemico lontano,  si avvicina all’ISIS e a quella del nemico vicino. Del terrorismo takfiri, dei musulmani contro altri musulmani. Ma soprattutto si avvicina ad Erdogan che di fatto si prende cura di loro.

Come pure fa riferimento ad Erdogan l’esercito libero siriano, altro attore che i media si stanno affrettando a ripulire. Un gruppo di ex militari dell’esercito di assad che si sono votati alla fratellanza musulmana e che sono considerati una vera e opropria appendice operativa turca. 

Sono ormai di dominio pubblico le foto che vedono espondenti dell’esercito nazionale siriano con la bandiera turca accanto alla propria, quella siriana con tre stelle.

 Entrambi questi gruppi, sino al momento del via libera all’attacco, sono rimasti nelle loro roccaforti nel territorio del nord est della siria controllato –appunto- dalla turchia ( idlib e dintroni) zone in cui si sono rifugiate a partire dalla sconfitta subita sul campo in siria.

Insomma, Erdogan ha visto uno spiraglio per consolidare il proprio potere nella regione, e per ottenerlo non ci ha pensato nemmeno un secondo a fare un favore a Nethanyau e danneggiare il fronte della lotta contro Israele.

 Una situazione WIN WIN per Erdogan e Nethanyau, insomma.

Erdogan di fatto, con HTS pone al Siria sotto il proprio controllo, non solo la zona al nord-est. Per adesso sembra archiviata la necessità della costruzione di una zona cuscinetto al confine, ed anzi...al confine, probabilmente,  si potrà dedicare indisturbato a distruggere e cancellare il popolo curdo, sul quale chiediamo ora la massima attenzione internazionale.

Israele, dal canto suo, si trova fatto un bel po’ di lavoro: caduta la Siria, il libano rimane isolato dall’iran e dall’iraq, e con lui anche Gaza. Questo non solo complica i rifornimenti e le comunicazioni, ma aiuta le forze israeliane a circondare hezbollah.

Staremo a vedere, rimangono ancora aperti due grandi interrogativi: 

1) perché Assad si è praticamente ritirato senza combattere? Dicono per preservare i civili. E va bene. Ma una milizia ha conquistato un intero Paese in una settimana....a me non mi sembra normale. Anche per un esercito sotto finanziato come quello siriano.

2)e i RUSSI? Hanno abbandonato l’alleato al suo destino? Perché non sono intervenuti, o non lo sono ancora? In fondo per loro sembrava essere un territorio strategico, l’unico punto di proiezione mediterranea. Troppo impegnati sul fronte ukraino? La davano per persa e non hanno voluto rischiare perdite? Ha preso Assad e se l’è portato al sicuro, se ne fa portavoce ufficiale, ma di fatto ha lasciato che accadesse il peggio.

 L’avevamo già detto lunedì, che può fare Assad dopo aver lasciato che 5 potenze operassero per i propri interessi sul suo territorio senza mai scatenare azioni dirette? 

Ad ogni modo, non abbiamo la palla di cristallo ma proviamo a fare due previsioni: che succederà adesso? Come farà una milizia a controllare uno stato, soprattutto uno stato pesantemente isolato dalle sanzioni come la siria?

Gli USA toglieranno le sanzioni? No. E per un semplice motivo: loro non vogliono una Siria forte. 

Loro vogliono una Siria frammentata e debole, come prima di lei l’Iraq, la Libia, l’Afganistan e così via. 

Non toglieranno le sanzioni perché non hanno alcun interesse alla ricostruzione siriana, ed anzi. Vogliono una Siria debole, che indebolisca la resistenza contro l’imperialismo nella regione. Rimarranno con le basi nel territorio fino a quando potranno fare i propri interessi, poi non esiteranno ad abbandonare il campo, come già fatto in Afganistan.

La Turchia non ha soldi per se, figuriamoci...in questo non può aiutare. 

E allora –voi mi direte- il Qatar ( altro soggetto che ha sostenuto a suon di petrodollari i tagliagole del’’isis in siria)...beh certo, quelli sono ricchi. Ma una cosa è sostenere finanziariamente una milizia, anche di 30/50/mila persone, e ben altra cosa è governare uno stato strozzato dalle sanzioni. E senza più la Russia né l’Iran, che invece sono stati fondamentali per la sopravvivenza di Assad, ma non sembra vogliano avere niente a che fare con i terroristi islamici. ....

Il mio cuore piange per il popolo siriano, che si troverà un governo reazionario e oscurantista. 

E’ gente dell’ISIS, poi, che vuoi che succeda? Probabilmente Intolleranza e repressione. Mi fanno sorridere gli appelli che leggo in rete alla ricostruzione di una Siria Plurale....ma davvero fate? Con quella gente? Vi prego, non vi fate infinocchiare dalla propaganda. 


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