Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è libero, ma l’informazione no”
Il Comitato per la liberazione di Assange: “Julian è
libero, ma l’informazione no”
di LAURA TUSSI
Con l'attivista Leonardo Cribio riviviamo i momenti salienti della
mobilitazione per la liberazione del fondatore di Wikileaks e più in generale
per un'informazione più libera e indipendente.
Leonardo Cribio del
Comitato per la liberazione di Julian Assange - Italia attivista a cui è
assegnato il Premio Guido Vergani 2024, Premio speciale Trasparenza
L'attività del Comitato
per la liberazione di Julian Assange - Italia, è iniziata all'indomani
dell'arresto del giornalista australiano prelevato l'11 aprile 2019
dall'ambasciata ecuadoriana a Londra e incarcerato a Belmarsh, definita anche
la Guantanamo britannica. Puoi spiegare l'accaduto?
Era il 12 Aprile 2019 quando gli attivisti del Comitato contro la guerra -
Milano insieme ad altri cittadini decisero, primi in Italia, di recarsi al
consolato britannico di Milano per protestare contro la violazione della
Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche che stabilisce
l'intangibilità delle sedi diplomatiche, oltre, ovviamente, per esprimere
solidarietà nei confronti di Julian Assange.
Era l’11 aprile 2019 quando il
giornalista australiano e fondatore di Wikileaks Julian Assange venne prelevato
dall’ambasciata ecuadoriana a Londra e incarcerato nella prigione di Belmarsh,
definita anche la Guantanamo britannica, con 18 capi di imputazione
riconducibili alla diffusione di carte top secret sui crimini di guerra
dell’esercito americano. Quello stesso giorno ebbe inizio l’attività del Comitato per la liberazione di Julian Assange – Italia.
«Era il 12 aprile 2019 quando gli
attivisti del Comitato contro la guerra, insieme ad altri cittadini, decisero –
primi in Italia – di recarsi al consolato britannico di Milano per protestare
contro la violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche
che stabilisce l’intangibilità delle sedi diplomatiche, oltre ovviamente per
esprimere solidarietà nei confronti di Julian Assange». A parlare è Leonardo
Cribio, attivista del comitato che ha ricevuto la menzione speciale per la
trasparenza del Nuovo Premio Vergani per il suo impegno nella difesa della
libertà di stampa.
Il Comitato ha una
pagina Facebook. Quale è stata la sua funzione principale?
A giugno di quell'anno abbiamo lanciato la nostra pagina Facebook,
formalizzando l'esistenza stessa del comitato, e abbiamo avviato una raccolta
firme attraverso banchetti per strada e nelle piazze per chiedere una presa di
posizione da parte delle nostre istituzioni e del Presidente della Repubblica
Mattarella in coerenza con la dichiarazione universale dei diritti umani e
l'immediata scarcerazione del fondatore di Wikileaks.
Come e in quali modalità
e secondo quali obiettivi è proseguito il vostro impegno a sostegno della
liberazione di Assange?
Il nostro impegno è proseguito con la realizzazione di materiale
informativo, come volantini e locandine, oltre che spille, in linea col nostro
scopo che è sempre stato quello di divulgare conoscenza sul caso Assange e su
ciò che esso rappresenta sullo stato dell'informazione in occidente.
Altri soggetti
associazionistici e varie realtà di attivismo e politiche si sono unite al
Comitato?
A noi si sono uniti attivisti presenti in molte città italiane che hanno
deciso di dedicare banchetti alla causa nelle varie feste estive di diverse
organizzazioni, come partiti, associazioni culturali o politiche.
Il Comitato per la
liberazione di Assange era coordinato anche a livello mondiale e
internazionale?
Da lì a breve, era infatti il 3 luglio dello stesso anno, ci siamo
coordinati per la prima volta a livello internazionale con la campagna Candles
for Assange per cui abbiamo fatto una fiaccolata al Castello Sforzesco in
occasione del compleanno di Julian. Esperienza che abbiamo ripetuto negli anni
successivi.
Le manifestazioni
davanti al consolato britannico si sono susseguite nonostante l'epidemia di
Covid?
Il 22 febbraio 2020, in occasione dell'avvio delle udienze per la richiesta
di estradizione negli USA, ci siamo ritrovati nuovamente al Consolato
britannico di Milano che divenne il luogo simbolo delle nostre manifestazioni
che non si fermarono nemmeno durante i vari lockdown a cavallo tra il 2020 e il
2021.
La pandemia è stata anche l’occasione per organizzare anche campagne
mediatiche e conferenze online.
Anzi avete colto
l'occasione per organizzare anche campagne mediatiche e conferenze online.
Vero?
Per quanto riguarda il mondo non virtuale, andammo a contestare il Corriere
della Sera davanti alla sua sede per l'ignobile articolo a firma di Aldo Grasso
contro la trasmissione PresaDiretta di Riccardo Iacona, nella quale si era
parlato del caso Assange e delle guerre ad esso collegate.
Nel frattempo il
Comitato si è ampliato e ha aperto a altri numerosi attivisti?
Tra i vari tira e molla giudiziari che videro da parte dell'Alta Corte
londinese l'estradizione ad Assange prima negata, poi confermata e infine
sospesa in attesa di ulteriore giudizio, abbiamo ampliato la nostra base di
simpatizzanti attraverso un attivismo completamente volontario e abbiamo
stretto rapporti sia a livello nazionale che internazionale, stimolando la
nascita di comitati locali.
Siete stati invitati a
intervenire in numerose iniziative, tra cui gli spettacoli teatrali di Di
Battista sul caso Assange e i concerti di Roger Waters, già front-man dei Pink
Floyd, per invito del suo stesso staff. Puoi
raccontare?
In queste occasioni siamo riusciti ad intercettare decine di migliaia di
persone sensibili alla causa.
Più il tempo passava, più le condizioni di Assange peggioravano e più la
nostra azione si faceva decisa: da poche decine di persone a Milano siamo
diventati centinaia di migliaia in tutto il mondo che, coordinandosi con lo
staff di Stella, moglie di Julian, quotidianamente diffondevano in ogni parte
del globo le ragioni della causa. Fu così che il 20 febbraio 2024, in occasione
di quella che poteva essere la sentenza definitiva che sanciva l'estradizione
del giornalista australiano negli Stati Uniti e per questo definito il Day-X,
in centinaia di città nel mondo si radunarono tutti i sostenitori di Assange
per chiedere la sua liberazione.
A Milano siete riusciti
a riempire Piazza del Liberty, realizzando una delle più partecipate
manifestazioni di sempre, con oltre 1500 persone presenti, tra cui importanti
personaggi del mondo del giornalismo, dell'arte e della politica
Per ottenere tale risultato è stato fondamentale il lavoro di decine e
decine di attivisti e di altre organizzazioni che si sono unite al nostro
cammino, come Miracolo a Milano e l'ex consigliere comunale Simone Sollazzo con
cui abbiamo organizzato diverse proiezioni di Ithaka, il film che parla
dell'Odissea vissuta dalla famiglia Assange: l'impatto emotivo suscitato dal
film ha fatto sì che tante persone agissero in prima persona.
Quali le vostre azioni
in attesa del verdetto nei confronti del giornalista fondatore di Wikileaks?
In attesa del verdetto non siamo rimasti con le mani in mano e abbiamo
continuato con la nostra azione di denuncia verso quello che è stato lo
scandalo giudiziario e di persecuzione politica del secolo. Lo abbiamo fatto
anche sostenendo i consiglieri Pantaleo, Fedrighini e Monguzzi nella loro
mozione volta a conferire la cittadinanza onoraria di Milano a Julian Assange.
Purtroppo, la maggioranza di centrosinistra di Palazzo Marino l'ha negata per
ben due volte.
Come si è ancora
dimostrata l'avversione nei confronti di Assange?
La stessa avversione nei confronti del giornalista australiano è stata poi
ribadita quando non fu concessa l'installazione dell'opera di Davide Dormino
“Anything to Say: a Monument to Courage”, raffigurante Assange, Manning e
Snowden in piedi su tre sedie accanto alle quali vi è una vuota in si è
invitati a salire per prendere parola. Poco male in questo caso: il 20 maggio
2024, data del verdetto sull'estradizione, nonostante il diniego del Comune di
Milano siamo riusciti comunque a posizionare la statua alla Loggia dei Mercanti
e fare ancora una volta una fantastica manifestazione che ha visto, tra gli
altri, la presenza di Moni Ovadia e buone notizie da Londra.
Infatti, il caso fu
riaperto e la notizia fu data alla folla festante. Vero?
Con orgoglio possiamo dire che a Milano si è aperto e chiuso un cerchio: il
16 giugno 2024 Stella Assange era insieme a noi in Piazza Castello per quella
che è stata l'ultima manifestazione prima della liberazione di Julian, avvenuta
il 24 giugno e per cui abbiamo festeggiato proprio il 3 luglio. Il compleanno
di Julian Assange: quello che fu il giorno del nostro primo evento
internazionale nel 2019 fu la nostra e sua grande festa 5 anni dopo.
È stato un cammino tanto
difficile quanto meraviglioso per gli sforzi che avete compiuto ispirati dal
coraggio di un grande uomo che ha deciso di sacrificare la propria esistenza
per donare al mondo intero la Verità
Per questi sforzi e per questa coerenza dimostrata in questi lunghi anni di
attivismo, il 16 novembre ci è stato conferito il prestigioso Premio Guido
Vergani 2024, Premio speciale Trasparenza, per cui ringraziamo il Gruppo
Cronisti Lombardi, e in particolare Fabrizio Cassinelli, che sono stati al
fianco del loro collega anche durante le nostre manifestazioni.
Il prestigioso Premio
Guido Vergani 2024, Premio speciale Trasparenza per voi è stato un grande e
prezioso riconoscimento e importante attestazione. Puoi dire?
Per noi è motivo di orgoglio aver ricevuto questo riconoscimento e lo
vogliamo condividere con tutti coloro che sono stati al nostro fianco.
L'abbiamo detto durante la festa del 3 luglio, ribadito in occasione della
premiazione e lo ripeteremo finché ci sarà bisogno: Julian è libero ma lo
stesso non si può dire dell'informazione. Per questo andremo avanti a divulgare
notizie reali di interesse generale perché se “le guerre possono cominciare con
la menzogna, si possono fermare con la Verità” e tutto il mondo e tutte le
specie che lo abitano hanno bisogno di Pace.
Grazie Julian.
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