L'Italia delle disuguaglianze salariali

 Le differenze retributive tra  lavoratori dipendenti privati  sono sempre più evidenti e prova ne sia che per la medesima mansione tra Nord e Sud possono correre differenze di centinaia di euro.

Ne parla una inchiesta della CGIA di Mestre ma l'argomento dovrebbe interessarci direttamente se pensiamo al sogno mai domo delle gabbie salariali che settori del centro destra giudicano una soluzione praticabile.

Prevedere salari differenziati su base regionale e provinciale è una antica suggestione imprenditorial politica ma già oggi esistono differenze macroscopiche

La condizione di vita nelle province del Nord e del Centro Italia sono da anni deteriorate, vuoi per il caro affitti che per tutte le altre voci a concorrere al costo della vita. 

Un mercato del lavoro fermo porta nelle aree depresse i datori ad offrire condizioni retributive basse, inquadramenti inferiori in barba ai contratti nazionali per non parlare poi della assenza della contrattazione di secondo livello. Le gabbie salariali sono state abolite nel 1972 ma dopo 50 anni registriamo forti differenze retributive tra le regioni italiane. Esistono anche altre spiegazioni, ad esempio il fatto che proprio i livelli retributivi medi siano condizionati dalla presenza di contratti precari e a termine che sono presenti in misura maggiore nel Mezzogiorno. Sempre la CGIA spiega che il monte salari complessivi è cresciuto meno dell'inflazione, ci sono aree geografiche nelle quali i salari crescono di più ma non tengono dietro all'aumento del costo della vita

Per saperne di più

Stipendi-per-prov-21.12.24-1.pdf

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