Il pensiero della pace
Il pensiero della pace
di
Laura Tussi
La scuola aperta all'accoglienza è
disponibile alla solidarietà e alla pace e all'amore con il tramite
dell'educazione interculturale oltre il bullismo e il cyberbullismo
L'istituzione
scolastica ha saputo affrontare con tempestività il problema della presenza dei
bambini stranieri a scuola e approntare l'elaborazione di progetti di
educazione interculturale, perché la scuola, rispetto ad altre istituzioni, ha
registrato episodi di intolleranza e xenofobia, manifestando invece grande
sensibilità nella valorizzazione delle diversità, nella promozione di una
convivenza costruttiva e democratica.
Quando l'ambiente esterno è pregno di
odio e xenofobia e fascismo, la scuola diventa luogo ludico creativo e
ricreativo di amore e accoglienza verso l'altro e verso chiunque sia bisognoso
di aiuto e sia portatore della ricchezza latente, ma spesso scomoda ai più,
delle fragilità
L'educazione
interculturale impegna la scuola nell'accoglienza e nel coinvolgimento attivo
dei ragazzi immigrati, in un reciproco arricchimento e diventa anche strumento
necessario contro varie forme di razzismo e intolleranza, quale educazione al
rispetto e alla valorizzazione dell'alterità e della differenza, dove
l'istituzione scolastica assume una mentalità interculturale in un esercizio
continuo e difficile di conoscenza e in una pratica impegnativa di relazione
con gli altri.
Il mondo diviene sempre più un insieme
di particolarità e di localismi, un coacervo di realtà molteplici, ma allo
stesso tempo risulta sempre più diviso e divisivo e conflittuale, intriso di
odio e violenza
Gli
antagonismi fra nazioni, religioni, fra città e religioni, modernità e
tradizione, dittatura e democrazia, poveri e ricchi, occidente e oriente, nord
e sud si compenetrano vicendevolmente e si esasperano dove sussistono religioni
ed etnie ibride e frammiste, frontiere arbitrarie fra stati, rivalità e
ingiustizie.
L'uomo planetario deve imparare a
gestire la sua nuova condizione umana tra il carattere di altermondialità e di
universalità, nella particolarità e diversità che lo contraddistinguono e lo
separano dai suoi simili, nella consapevolezza che la diversità consiste nella
vera ricchezza del genere umano che trova una matrice nella molteplicità di differenze
insite nell'umanità
L'educazione
ha un ruolo centrale ed insostituibile nella formazione di una cittadinanza
planetaria che si fonda su un impegno comune di pace, per cercare concretamente
le occasioni e i mezzi alternativi alla guerra e a tutte le forme di violenza,
perché l'educazione è lo strumento della pace, come principio pratico di
umanità e organizzazione sociale, che esalta la natura dell'uomo, rendendolo
cosciente della propria condizione nell'universo e questo principio deve
condurre a realizzare la scienza della pace e l'educazione degli uomini alla
risoluzione pacifica di ogni conflitto.
Attraverso la pratica educativa è
possibile formare e alimentare un pensiero della pace, opposto ad una
concezione della guerra e di diniego dell'amore e della solidarietà e
dell'empatia nei confronti dell'altro che si fa prossimo
Il
pensiero della guerra è obbediente e sottomesso ai voleri e ai poteri
autoritari, non si interroga e non pone domande, teme l'incertezza e il dubbio,
si fonda sulla norma, sull'autorità, piuttosto che sulla possibilità e
l'imprevedibilità, dividendo anziché trovare congiunzioni di senso.
Il pensiero della pace è attivo,
problematico e antidogmatico, quale forma concettuale interculturale, relazionale e dialogica, disponibile alla
collaborazione, al confronto, alla cooperazione e alla solidarietà
Il
pensiero della pace è sostenuto dal pensiero di Gandhi, nel fondamento di
principi e pratiche d'azione non violente, indispensabili per gestire la
complessità della condizione umana. L'educazione deve insegnare alle donne e
agli uomini a non sopraffare e dominare, ma comprendere il conflitto, nella
solidarietà con l'altro, prendendosi cura del prossimo, tramite fondanti
principi morali ormai urgenti ed essenziali in un presente oscurato da tragici
scenari di violenza e morte, odio e guerra, nella rinuncia della ragione, dove
lo sbigottimento può trasformarsi in istinto di vendetta, se prevarrà la logica
dell’opposizione invece del dialogo e del confronto, quando l'avvenire appare foriero
di rischi di esplosione esponenziale di conflitti e antagonismi sempre più
distruttivi proprio perché planetari.
Il futuro richiama incertezza, perché
carico di progresso innovativo, ma anche e soprattutto di distruzione e
barbarie, nella necessità di insegnare la comprensione fra donne e uomini,
quale condizione e garanzia di solidarietà intellettuale e morale dell'umanità
In
una comprensione che va costruita sul livello umano intersoggettivo, che
richiede empatia e simpatia, emozione e ragione, compartecipazione alle gioie e
ai dolori dell'altro, valorizzando la comune umanità, oltre le differenze
etniche, religiose, sociali e culturali.
Una comprensione universale cerca di
accogliere le diversità e consente l'espressione delle idee antagoniste nel
conoscere le ragioni e i sentimenti degli altri, senza il rifiuto aprioristico
delle differenze
E'
necessario comprendere, ossia significa condividere conoscenze ed emozioni,
saperi e valori, riflettendo metacognitivamente sulle condizioni e le ragioni
che rendono possibile la reciproca comprensione umana.
La
pratica della comprensione non può esistere in contesti sociali e politici
autoritari, ma richiede l'attivazione di governi e società democratiche, per
cui la scuola e l'educazione devono insegnare la democrazia, attualizzandola
come pratica di vita in tutte le istituzioni, dalla famiglia alla scuola, dal
lavoro alle sedi di svago, di politica e di cultura, trasformando tutti i
luoghi di vita comune in sedi di esercizio dialettico e argomentativo,
nell'accettazione e condivisione delle regole del confronto, del dialogo e
della partecipazione, nella conoscenza del pensiero e dei sentimenti
dell'altro.
La democrazia permette a ogni persona di
vedere rispettata la sua diversità e autonomia, esaltando le differenze,
promuovendo il conflitto nelle forme del confronto dialettico, in quanto la
democrazia non nega gli antagonismi, ma li trasforma in dibattito costruttivo
La
complessa gestione delle diversità è dilatata a livello mondiale, nel difficile
rapporto tra universalità e particolarità, in quanto la planetarizzazione dei
sistemi e dei mezzi di comunicazione e di informazione unifica le differenze,
ma produce anche radicalismi ideologici.
Dunque
l'etica della comprensione planetaria deve essere estesa dall'istituzione
scolastica, quale compito precipuo di ogni educazione, al fine di comprendere
l'alterità, in ogni sua forma, concetto, estensione, idea.
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