Intervento della Cub al convegno Universitario sul Governo della Pandemia

 


Il 1° settembre 2022 è entrata in vigore l’obbligatorietà del green pass per accedere alle attività al chiuso, ad esempio, nelle scuole era obbligatorio il lasciapassare verde per personale docente e non ma non per gli studenti al contrario degli atenei universitari ove erano inclusi gli allievi. E, a conferma della natura discutibile di questa norma, pensiamo ai trasporti (esclusi quelli regionali) ove correva l’obbligo di esibire la certificazione vaccinale per i passeggeri ma non per il personale, conducenti, controllori, assistenti di volo

Paradossi di una norma scritta male e con innumerevoli contraddizioni, a rileggere i giornali di quel periodo troviamo un clima di paura e di rassegnazione a prevalere su ogni ragionamento inerente la efficacia della vaccinazione e di tutti gli strumenti atti a prevenire e limitare il diffondersi di quella che ormai viene comunemente definita pandemia

 

Possiamo poi menzionare come l’obbligo di vaccinazione e di esibire un green pass valido non siano poi  la stessa cosa.

Ricordiamo per chi lo avesse dimenticato che il green pass poteva essere ottenuto dopo la somministrazione di un vaccino, dopo aver effettuato un tampone rapido o molecolare nelle 48 ore precedenti, essere guariti da infezione di Sars-Co-V2)

 

Innumerevoli lavoratori e lavoratrici si sono trovati esclusi dai luoghi di lavoro e senza stipendio, in taluni casi anche senza lavoro per mancanze di reali tutele. Quanto avvenuto nella storia recente italiana non è servita da lezione, prova ne sia che nel nostro paese la spesa sanitaria continua ad essere inferiore, se rapportata al Pil, rispetto a molti paesi europei e la tendenza a rafforzare il privato a discapito del pubblico si avvale di politiche del tutto errate che mirano direttamente allo stravolgimento del sistema sanitario nazionale.

Veniamo da anni nei quali molte strutture ospedaliere sono state ridimensionate o chiuse, negli ospedali invece di assumere personale a tempo indeterminato si ricorre a interinali e cooperative, la spending review non è un lontano ricorso se analizziamo i tagli ai servizi sanitari, agli appalti con forte ridimensionamento delle prestazioni, delle ore lavorate e degli organici.

 

Le infezioni da covid non sono servite da lezioni, non è stato fatto alcun bilancio delle politiche adottate nel corso del tempo, sulla loro effettiva efficacia, si è invece costruito un clima di paura e di intimidazione diffuso. Sarebbe il caso di prendere in esame i casi di peste suina, le condizioni in cui vivono gli animali negli allevamenti per riflettere invece sul modello produttivo e di sviluppo, per chiederci se molte malattie contratte non siano anche il prodotto di cibi consumati e dell’inquinamento che ormai domina incontrastato.

 

Vogliamo soffermarci su alcuni aspetti per noi salienti che vanno ben oltre il green pass

·        I codici etici e di comportamento imposti nelle aziende private e nella PA sono motivo di un controllo asfissiante delle nostre vite, anche esprimere opinioni al di fuori dei luoghi di lavoro è motivo di procedimenti disciplinari fino al licenziamento. Numerosi docenti sono stati presi di mira come operatori sanitari per avere contestato pubblicamente, con argomentazioni, le politiche adottate e finalizzate allo smantellamento dei servizi pubblici, ai processi di militarizzazione delle scuole e delle università, la carenza di dpi e di tutele reali per lavoratori e lavoratrici. Il clima di paura introdotto con il covid è parte integrante di quella società della sorveglianza che sottopone a controlli asfissianti operato e opinioni della forza lavoro nell’ottica di reprimere sul nascere ogni forma di dissenso individuale ed organizzato. A questo bisogna aggiungere l’utilizzo dei procedimenti disciplinari, del codice penale contro ogni forma di opposizione e prova ne siano i decreti adottati negli ultimi anni non ultimo il ddl 1660 prossimo alla approvazione in Senato. E non ultimo il ricorso alle querele mosse da esponenti politici contro cittadini e militanti sociali e politici per ridurli al silenzio dietro la minaccia di risarcimenti che ipotecano anni di stipendio

·        Il lascia passare verde è stato supportato da campagne mediatiche atte ad obbligare i cittadini alla vaccinazione alimentando un clima di paura e di divisione all’interno dei luoghi di lavoro. L’acredine con la quale si guardava ai non vaccinati stride con il silenzio assenso verso la carenza di dispositivi di protezione in tanti luoghi di lavoro o la passività con la quale subiamo l’aumento esponenziale degli infortuni e delle morti sul lavoro, la crescita delle malattie professionali. Il ruolo dei Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza in subordine alla filiera aziendale è stato un ulteriore strumento di delegittimazione dell’operato sindacale conflittuale, prova ne sia che oggi è diffusa la disaffezione verso questa figura eletta dai lavoratori o nominata dalle organizzazioni sindacali, priva di potere contrattuale ma ritenuta da certe sentenze responsabile al pari delle figure datoriali

·        A partire dal 1° maggio 2022 il Super Green Pass è rimasto in vigore esclusivamente per i dipendenti che lavorano nel settore ospedaliero e nelle RSA, eliminato invece per tutti gli altri. Eppure, non esiste consapevolezza alcuna delle infezioni ospedaliere, non ci pare di avere letto in giro ricerche e studi per analizzare il fenomeno anche in relazione alla riduzione di innumerevoli servizi come quelli delle pulizie che anche senza essere ridotti devono rispondere a dei capitolati che prevedono comunque minori risorse. E se costruisci degli appalti al ribasso inevitabilmente avrai dei servizi peggiori quando invece dovremmo accrescerli e potenziarli proprio in un’ottica preventiva

·        Circa 5 milioni di cittadini hanno dichiarato di aver rinunciato a prestazioni sanitarie per il prolungarsi delle liste di attesa e nella impossibilità economica di ricorrere al privato. La società della disuguaglianza economica e sociale è antitetica a quella della cura, prova ne sia che il Governo ha perfino fatto marcia indietro rispetto agli asili nido, se l’obiettivo era quello di assicurare un nido ad almeno il 31% degli aventi diritto oggi questa percentuale è stata dimezzata.

 

Queste scarne considerazioni inducono quindi ad alcune riflessioni schematiche sulle quali dovremmo concentrare la nostra attenzione

1.     Gli anni del covid sono stati un laboratorio repressivo nell’ottica della costruzione di una società della sorveglianza aumentando gli obblighi da rispettare a mero discapito dei diritti esigibili

2.     I diritti sociali sono in corso di dissoluzione attraverso politiche securitarie e repressive

3.     Il diritto al dissenso viene ormai considerato alla stregua di una disobbedienza antisociale da reprimere sul nascere

4.     Si evita di parlare della società della cura pensando invece che la medicalizzazione sia una sorta di antidoto alle devianze sociali

5.     Non si prende atto che una spesa sanitaria maggiore, il potenziamento della medicina del lavoro e preventiva dovrebbero rappresentare un antidoto alla privatizzazione dietro alla quale si celano interessi colossali e non ultime anche quelli della sanità privata, delle assicurazioni private e dei monopoli farmaceutici

6.     Si annullano innumerevoli diritti sociali, individuali e collettivi costruendo al contempo una società basata sul controllo e sul securitarismo

7.     Non si analizzano le cause delle crescenti pandemie proprio per non analizzare le conseguenze di un modello di sviluppo costruito sui profitti

8.     Sugli anni pandemici urge chiarezza anche dall’analisi degli sprechi avvenuti tra acquisti di dpi inadeguati fino ad operazioni come quelle degli "ospedali da campo" o il mancato ripristino di molte delle strutture chiuse dalla spending review.

9.     Altro aspetto su cui avviare uno studio e una corretta informazione di massa è legato agli effetti o patologie collaterali di cui ormai parla anche la letteratura scientifica e che non hanno trovato adeguato spazio nella informazione

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