Analisi del voto referendario

 

Trenta per cento dei votanti tra gli aventi diritto, era forse questo il risultato atteso? 

Dopo anni di assenza di ogni ragionamento e azione concreta in materia di lavoro e diritti sociali, dopo la debacle dell'opposizione politica e sociale alle innumerevoli forme di sfruttamento e repressione oggi si raccolgono i frutti malati delle politiche concertative e di una sconfitta di lungo corso.

E tra i becchini dei diritti sociali e delle istanze della classe lavoratrice troviamo un campo largo e trasversale ai due schieramenti. Non ce  ne  vogliano gli iscritti alla Cgil ma dopo 40 anni di arrendevoli politiche anche il richiamo alla lotta del principale sindacato italiano è destinato ad essere ignorato in settori della società un tempo sensibili.

Da tempo parliamo di un paese con forti disuguaglianze interne e differenze tra aree geografiche assai marcate, anche il voto vede affermarsi un certo divario tra grandi e piccoli centri. Nei comuni con più di 350.000 abitanti la partecipazione è senza dubbio maggiore di quella registrata nei comuni di media e soprattutto piccola dimensione.

Nell’Italia rurale, nel Sud e nei comuni di piccole dimensioni la crisi economica e sociale  ha generato il terreno fertile per la espansione del centro destra e della sua cultura e da qui la forza numerica degli astenuti.



Ma attenzione che anche in alcune regioni tradizionalmente di sinistra il quorum non è stato raggiunto e neanche sfiorato, ergo la situazione è forse peggiore di quanto pensassimo. 

I partiti di destra in tutti i paesi europei acquistano grandi consensi nelle aree rurali e periferiche ma meno nelle grandi città e questo fatto, incontrovertibile, non è spiegabile solo con i livelli di istruzione. Nei piccoli centri dove non ci sono i soggetti sindacali, sociali e politici che alimentano il conflitto sociale maggiore e in queste aree maggiore è stata l’astensione

Per quanto riguarda invece la elevata percentuale dei No al quesito sulla cittadinanza è indubbio che il risultato sia frutto di anni di campagna antimmigrazione ormai sdoganata anche a sinistra, specie nei settori che furono della classe operaia oggi decisamente in confusione, a cui aggiungere la libertà di voto del Mov 5 Stelle che poi la dice lunga sul retroterra culturale della sua base di consenso.

Quanti hanno votato sì al Referendum non è poi detto che siano votanti del centro sinistra, una parte dei lavoratori e delle lavoratrici è ancora assai scettico se dare il voto a partiti che nel corso degli anni hanno operato autentiche giravolte e alla fine sono proprio i primi responsabili del jobs act.

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