Guerra e Patriarcato

 

Le donne contro il potere militarista e l’imposizione maschilista e patriarcale che impone la disciplina, l’ordine, l’obbedienza e in definitiva la guerra 

di Laura Tussi 




Le donne contro il potere militarista e l’imposizione maschilista e patriarcale che impone la disciplina, l’ordine, l’obbedienza e in definitiva la guerra (Laura Tussi) - FarodiRoma

L’altra metà del cielo ci salverà dalla distruzione nucleare? Sono gli uomini che si tramandano l’arte della guerra, anche se vediamo personaggi di sesso femminile implicati nell’orrido Rearm Europe, come Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni.

Ma è connaturato con il genere femminile il desiderio della pace della reciproca accettazione e accoglienza delle differenze. Lanciato lo scorso 8 marzo 2024, in occasione della Giornata internazionale della donna, il progetto “Donne per la pace” è proseguito per tutto l’anno con l’obiettivo di dare voce alle donne impegnate nei processi di pacificazione in tutto il mondo. L’iniziativa si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere azioni concrete e raccontare storie di resilienza e leadership femminile.

Le protagoniste del progetto sono donne straordinarie, tra cui Premi Nobel per la pace come Shirin Ebadi, Nadia Murade Maria Ressa, e mediatrici internazionali come Godeliève Mukasarasi, Monica McWilliams e Natasa Kandic, che hanno condiviso le loro storie personali e pubbliche con Avvenire.

Una scelta controcorrente

Purtroppo ormai dopo anni della guerra del Golfo, i movimenti pacifisti e nonviolenti perdono di creatività e proattività perché si fanno avanti e prendono forza i poteri forti che si spacciano per progressisti, come nel caso italiano il PD.

Per far fronte alle condizioni ingiuste e disumane di guerra in tutto il globo terrestre occorre dunque ripartire dalle donne e dal disarmo, per costruire insieme Ponti di memoria, Ponti di relazioni, reti di dialogo, legami di pace, per far fronte alla barbarie dei signori della guerra, per affrontare i potentati dei padroni dell’atomo, del petrolio, dell’acciaio che detengono il rischio della guerra nucleare e conniventi fomentano la terza guerra mondiale a frammenti, dove gran parte del mondo e soprattutto il Medioriente si trasforma in una polveriera intrisa di guerre civili, divisive, fratricide tra etnie, genti, popoli e minoranze. 

E non dimentichiamo le guerre e i genocidi dell’Africa che sono sottaciuti e oggetto di censura da parte dei media ortodossi e convenzionali. I media pongono veti e censure sui grandi temi che le donne per il disarmo portano avanti e che sviluppano con i loro mezzi e le loro possibilità e potenzialità negli ambiti dell’attivismo associazionistico e sociale per la pace. Le donne attiviste sviluppano i temi della nonviolenza, del disarmo, dell’antimilitarismo, dell’obiezione di coscienza alle spese militari e nucleari, dei corpi civili di pace, della difesa popolare nonviolenta, del servizio civile. Le donne contro il potere militarista e l’imposizione maschilista e patriarcale che impone la disciplina, l’ordine, l’obbedienza come ai tempi non lontani del fascismo e del nazismo e di tutte le dittature e dei totalitarismi che si impongono nel mondo.

Le donne contro il fondamentalismo. Contro i fondamentalismi

Le donne contro la corsa agli armamenti.
Donne e uomini per la pace nei movimenti ecopacifisti che si terranno a Buchel, in Germania – dove ha sede la nuova base Nato – come negli anni 1980 accadde a Comiso contro l’istallazione degli euromissili statunitensi i cosiddetti Cruise. L’arcobaleno della pace femminile che sovrasta gli atavici conflitti del Vietnam, Iraq, Iran, Afghanistan, imposti dalla superpotenza degli Stati uniti, che ha ucciso, bruciato, distrutto con milioni di vittime tramite odio, violenza, orrori, stragi, massacri: morte. 

Dal baratro buio delle guerre si deve risollevare un segnale di speranza contro la barbarie più abominevole. Un grido di allarme come dai minareti della Palestina e di Gaza durante il coprifuoco. Un anelito di verità e giustizia di tutti i giovani e le donne del mondo per dire basta alle guerre e per disarticolare la catena di controllo del sistema di potere della corsa agli armamenti e al riarmo nucleare delle superpotenze e delle nazioni che si vogliono dotare di armi nucleari.

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