Mimmo Lucano resta sindaco di Riace. Continua a funzionare il modello di accoglienza che fa rifiorire l’umanità
Mimmo Lucano resta sindaco di Riace. Continua a funzionare il modello di accoglienza che fa rifiorire l’umanità
di Laura Tussi
E’ prevalsa dunque la linea espressa in una memoria difensiva firmata dagli avvocati Elisabetta Modafferi, Giulio Saitta e Andrea D’Aqua, secondo cui la legge Severino non si applicherebbe al caso Lucano, poiché il reato per cui è stato condannato il sindaco e parlamentare europeo, assolto per tutto il resto, non rientrerebbe tra quelli commessi con abuso di potere o violazione dei doveri legati a una funzione pubblica.
Con questa decisione del Consiglio comunale, Mimmo Lucano mantiene la carica di sindaco, mentre la valutazione finale sulla sua legittimità potrebbe ora passare al vaglio della magistratura su richiesta dalla Prefettura.
La vicenda di Riace e del suo ex sindaco Mimmo Lucano è la storia emblematica di un mondo al contrario. Un mondo in cui chi costruisce ponti di umanità e accoglienza viene perseguitato come un criminale. Un sindaco che ha creato progetti concreti di interazione e lavoro con i migranti è stato trattato come il peggiore dei mafiosi, punito dalla giustizia per aver fatto del bene. Un mondo dove la solidarietà diventa reato e l’indifferenza un valore.
Oggi più che mai, questa storia ci interroga profondamente. In un tempo segnato dall’avanzare di ideologie xenofobe, razziste, fasciste, dalla retorica del “prima noi” declinata in tutte le lingue del sovranismo – “prima gli americani”, “prima gli italiani”, “prima i francesi”… – dobbiamo fermarci e riflettere. Le parole d’ordine di questa deriva parafascista sono individualismo, autoritarismo, disprezzo per la dignità umana. Valori opposti a quelli sanciti dalla Costituzione antifascista italiana.
Riace invece è simbolo di un’altra strada. Di una convivenza pacifica, nonviolenta, plurale e virtuosa. Questo modello è raccontato nel volume “Riace, Musica per l’Umanità” (Mimesis Edizioni), che raccoglie le voci di intellettuali, attivisti e testimoni del nostro tempo: da Moni Ovadia a Vittorio Agnoletto, da padre Alex Zanotelli allo stesso Lucano, intervistato in esclusiva. Tutti uniti dal filo rosso dell’impegno civile e dell’umanesimo attivo.
Il sottotitolo del libro – prima l’umanità, prima le persone – è una sfida diretta alla cultura dell’odio e del disprezzo. È l’invito a costruire una società della pace, della giustizia, dell’accoglienza. Un mondo dove non ci siano “noi” e “loro”, ma un’unica razza: quella umana. Un’unica famiglia comune. Un’unica madre: la Terra.
In questo nostro villaggio globale – come ci ricordava il pacifista Vittorio Arrigoni, assassinato a Gaza – abbiamo un solo imperativo: restare umani. Perché la nostra umanità è oggi minacciata da tre grandi emergenze globali: la guerra, in particolare quella nucleare; la crisi climatica dovuta all’inquinamento antropico; e l’ingiustizia sociale planetaria, dove l’1% della popolazione detiene il 99% della ricchezza.
Le armi nucleari, come denuncia padre Zanotelli, proteggono un sistema profondamente ingiusto, che condanna miliardi di persone alla fame e alla miseria. Le politiche antimigranti di Stati Uniti, Europa e Italia sono figlie di questa logica disumana: creano profughi con guerre, sfruttamento e disastri ambientali, e poi li respingono con i muri e i porti chiusi.
Riace, al contrario, ha accolto. Ha offerto rifugio e speranza a chi fuggiva dalla fame e dalla guerra. Ha fatto rinascere un paese spopolato grazie all’incontro tra culture e alla cooperazione solidale. Ha mostrato che un altro mondo è possibile, anche nel cuore del Mediterraneo. Ha dimostrato che accogliere non è solo un dovere etico, ma una risorsa concreta, efficace, salvifica per l’intera umanità.
Per questo sosteniamo con convinzione la campagna per il Premio Nobel per la Pace a Mimmo Lucano e alla comunità di Riace. Perché questa esperienza deve diventare un modello, un faro, un esempio per tutti. Le migrazioni forzate sono un problema, sì. Ma possiamo – dobbiamo – trasformarle in una risorsa. Per salvarci tutti. Per salvare il pianeta dal collasso.
Ecco perché Riace non è solo un luogo, ma un orizzonte di senso. Un laboratorio di futuro. Una musica per l’umanità.
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