Mali, si è insediato l’Africa Korps russo

 

Mali, si è insediato l’Africa Korps russo

Il battaglione Wagner annuncia il ritiro dal Mali e il graduale assorbimento nell’Africa Korps, il nuovo corpo speciale di Mosca per il continente nero



In espansione oltre il comparto difesa la penetrazione commerciale russa in Africa

A seguito della scadenza a fine marzo del contratto che legava dal 2022 la compagnia privata russa al governo di Bamako, venerdì 8 giugno è arrivato il comunicato ufficiale dei vertici della Wagner che annunciava il ritiro dal paese e l’avvenuta sua sostituzione con personale militare ufficiale, già dal mese di maggio.

I militari e i mezzi dell’Africa Korps, il nuovo corpo africano del ministero della Difesa russo, provenienti in parte dalle basi siriane erano iniziati ad arrivare nel paese già da gennaio 2025 dal porto di Conakry, capitale della Guinea, paese anch’esso guidato da una giunta militare anticolonialista di transizione[1].

Ad oggi, sarebbero circa 3.000 i militari russi presenti nella capitale maliana accompagnati da mezzi corrazzati, batterie d’artiglieria, elicotteri e due caccia Sukhoi del modello “Grac”, principalmente, in linea con la Wagner, a fini di contrasto delle forze jihadiste che operano nel nord del paese.

La Russia sta accrescendo la sua presenza strategica in Africa, soprattutto nell’area del Sahel, favorita anche dal nuovo corso geopolitico apertosi negli ultimi anni a seguito dell’ascesa al potere di giunte militari anti-colonialiste che hanno costretto la Francia a diminuire sensibilmente la propria presenza militare e l’influenza geopolitica nella regione.

Martedì 10 giugno il portavoce del presidente Putin, Dimitri Peskov, ha dichiarato che la Russia ha in progetto di continuare a sviluppare le relazioni con i propri partner nel settore della difesa.

Mosca, a seguito della deposizione di Bashar al-Assad a dicembre scorso e della perdita di influenza in Siria, ha compiuto un rapido riposizionamento nello scacchiere afro-mediorientale e iniziato a trasferire uomini, armamenti e mezzi a beneficio degli Africa Korps presenti in Libia e in Sudan. Oltre ad aver lanciato il progetto di una forza militare congiunta dei suoi nuovi alleati dell’area del Sahel, Niger, Mali e Burkina Faso, i quali per rafforzare le loro politiche emancipatorie dallo sfruttamento neocoloniale hanno dato vita all’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), unificando forze armate e apparati di intelligence[2] (carta 1).

Carta 1: l’Africa Occidentale con in evidenza gli stati del G5 Sahel fra cui tre dell’Aes: Niger, Ciad e Burkina Faso

Natale di sangue in tutto il Sahel: attacchi terroristi in Burkina Faso,  Mali e Niger - Africa Express: notizie dal continente dimenticato

L’area di influenza russa, nella quale esporta equipaggiamenti, armi e servizi di formazione militare, si estende peraltro anche in Africa Centrale, in particolare nella Guinea Equatoriale e Repubblica Centrafricana, anche se in quest’ultimo paese continua ad operare ancora la Wagner.

Recenti dati del Sipri indicano che Mosca è diventata la prima esportatrice di armi in Africa, arrivando a coprire il 21% del totale dell’import  continentale nel quinquennio 2020-2024.

 

L’espansione geoeconomica russa in Africa

In base alle dichiarazioni rilasciate da Dimitri Peskov all’agenzia Ria Novosti, la Russia sta espandendo le proprie relazioni economiche e commerciali complessive oltre il tradizionale comparto della difesa: “Intendiamo sviluppare in modo completo la nostra interazione con i Paesi Africani, concentrandosi principalmente sulla cooperazione economica e di investimento”.

Come effetto del Vertice Russia-Africa del 2019, la Russia ha iniziato a sottoscrivere accordi commerciali diretti con i paesi del continente, arrivati ad una ventina a fine 2024 fra cui Egitto e Nigeria, al fine di incrementare l’interscambio, all’epoca attestato a 16,8 miliardi di $. Da allora abbiamo assistito ad una costante crescita che ha portato l’entità dei flussi a 17,7 miliardi di dollari nel 2021 e a circa 21 miliardi nel 2022. Una cifra, tuttavia, ancora sensibilmente inferiore rispetto ai 250 miliardi di dollari della Cina, ai 70 degli Usa e ai 65 della Francia, dello stesso anno; con gli investimenti diretti esteri che rappresentavano solo l’1% del totale continentale[3].

Nel 2024, anche come effetto della diversificazione commerciale imposta dalle sanzioni, l’interscambio commerciale Russia - Africa ha toccato il nuovo record di 24,5 miliardi di dollari, con ben 21,2 miliardi di export (+43%) e un saldo attivo di 17,9 miliardi; con le voci più importanti costituite da macchinari, grano e idrocarburi. Sembrerebbe paradossale che un continente ricco di giacimenti minerari come l’Africa importi idrocarburi dalla Russia, ma in realtà il greggio russo a basso costo è stato ritenuto conveniente anche per gli stessi paesi produttori, fra cui membri Opec come Libia e Nigeria. Conseguentemente, in virtù dei prezzi scontati l’export di idrocarburi di Mosca nel 2023 è aumentato di ben il 144%[4].

Principali partner commerciali complessivi della Russia nel continente risultano: Egitto, Algeria, Senegal e Marocco[5].

Anche per quanto riguarda i soli prodotti manifatturieri Mosca ha aumentato le proprie esportazioni, addirittura, di un ragguardevole +20,8% nei primi mesi del 2024 (gennaio-ottobre) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, ciò come effetto del piano di diversificazione commerciale, indotto dalle sanzioni occidentali,  e di espansione dell’influenza nel continente, ampliando le relazioni commerciali oltre i comparti dell’energia, dei prodotti agricoli e delle forniture militari.

I comparti  industriali di punta della Russia risultano i materiali per il trasporto, come locomotive e sistemi ferroviari, i macchinari industriali, come turbine, pezzi di ricambio e sistemi idraulici, le centrali termoelettriche, termonucleari e idroelettriche e la chimica, in particolare farmaceutica.

Mosca, secondo Agroexport[6], ha inoltre conquistato anche un nuovo primato nel 2024, quello di principale esportatore di prodotti agricoli nel continente africano, soprattutto grazie alle 21,2 milioni di tonnellate di grano, per un importo di 7 miliardi dollari, con un incremento del 19% rispetto all’anno precedente. I cereali, in particolare grano, orzo e mais, fanno indubbiamente la parte del padrone, ricoprendo in valore l’87% dell’export di Mosca nel continente. I maggiori acquirenti africani dei prodotti agricoli russi risultano Egitto, Libia, Kenya e Tunisia[7].

Anche queste dinamiche possiamo annoverarle fra i prodigi delle sanzioni occidentali.

Conclusioni

Il modello di relazioni geoeconomiche e geopolitiche di Mosca è caratterizzato da minori vincoli rispetto a quello tradizionale neocoloniale occidentale, pertanto sembrerebbe incontrare un maggior favore nei paesi africani. Inoltre, la Russia si presenta anche come possibile alternativa allo strapotere economico e commerciale della Cina nel continente e, contrariamente a Pechino, che fa leva sui progetti infrastrutturali, si concentra, oltre che su armamenti, idrocarburi e prodotti agricoli, principalmente su forniture di macchinari  e tecnologia industriale, in modo, da un lato, da indurre maggior indipendenza dai fornitori cinesi ed occidentali e, dall’altro, di realizzare un’influenza economica duratura. Una dinamica virtuosa che raggiunge la sua espressione più avanzata nei paesi del Nord Africa.

Dopo la Cina, ora anche la Russia, sta aumentando la penetrazione geoeconomica e geopolitica in Africa favorita da una politica di potenza basata su un modello di relazioni evidentemente ritenuto più vantaggioso dai paesi africani, rispetto a quello dei paesi occidentali.

Andrea Vento

15 giugno 2025

Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

 

Approfondimento sulla penetrazione economica russa in Africa e Medio Oriente:

https://agricolae.eu/russia-punta-africa-tramite-trasmissione-culturale-ma-occidente-presente-con-piano-mattei-dellitalia-infografica/



[1] https://www.africarivista.it/guinea-capo-della-giunta-annuncia-elezioni-entro-questanno/248341/?srsltid=AfmBOor7DVuKzwMAABxabZkNSqlgMW6q5Av_Ax67ON32GqkUccEejdKb

[2] Alleanza degli Stati del Sahel Accordo difensivo 8AES, Alliance des Etats du Sahel) sottoscritto nel settembre del 2023 a Bamako da Mali, Niger e Burkina faso con la firma della Carta Liptako-Gouma, allo scopo di garantire stabilità alla regione del Sahel dopo i colpi di stato e l’insediamento di giunte militari nei suddetti paesi. L’accordo prevede azioni congiunte e reciproche contro aggressioni esterne e minacce interne, quali quelle costituite sul piano internazionale da un intervento della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale per rovesciare i governi militari e, sul fronte interno, dall’attività eversiva dei gruppo ribelli di eterogenea ideologia operanti nell’area (Jihadisti in primis, ndr). Con Mauritania e Ciad, i tre paesi firmatari dell’Alleanza aderiscono anche al G5 Sahel, alleanza fondata nel 2014 come missione regionale di coordinamento per le politiche di sviluppo e la sicurezza dell’Africa sahelo-occidentale.

Fonte: Treccani Enciclopedia - https://www.treccani.it/enciclopedia/eol-alleanza-degli-stati-del-sahel/

[3] https://aspeniaonline.it/risorse-sanzioni-influenza-le-incognite-russe-in-africa/

[4] https://aspeniaonline.it/risorse-sanzioni-influenza-le-incognite-russe-in-africa/

[5] https://www.shipmag.it/scambi-commerciali-russia-africa-a-livelli-record/

[6] Agroexport è il Centro federale per lo sviluppo delle esportazioni sgricole alle dipendenze del ministero dell’Agricoltura di Mosca

[7] https://ilmanifesto.it/grano-e-armi-in-africa-gli-affari-della-russia-vanno-a-gonfie-vele

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