La denuncia dei Ferrovieri contro la guerra
Hanno ragioni
da vendere i ferrovieri contro la guerra e il coordinamento antimilitarista di
Livorno nel denunciare quanto sta accadendo lungo la linea tra Pisa e Livorno.
Molti
cittadini passando da Tirrenia e da Pisa dovrebbero chiedersi la ragione per la
quale i telefonini non abbiano campo in alcuni tratti e dovrebbero anche
chiedere conto dei processi di militarizzazione che fanno venir meno la
erogazione di alcuni servizi pubblici alla cittadinanza. Sui lavori eseguiti al
Fosso dei Navicelli e lungo la linea ferroviaria non si sono sprecate molte
parole anche nei settori pacifisti, sembra quasi che la militarizzazione a
stelle strisce sia un atto dovuto, la dovuta ricompensa di un paese sconfitto a
uno vincitore ancora valida a quasi 80 anni dalla fine della Seconda guerra
mondiale, dopo decenni di servitù militare e di tacita accettazione di
politiche estere improntate ai conflitti armati.
Perchè l'utilizzo di infrastrutture civili a
fini di guerra, o dentro i processi di militarizzazione del territorio, finisce
con il perdere di vista gli interessi reali della cittadinanza e anche ogni
forma di controllo della stessa su quanto avviene.
In tempi nei quali il sindacato dovrebbe prendere posizioni contro la guerra e le complicità dei Governi, la denuncia dei ferrovieri ci sembra degna della massima attenzione
Cub Pisa
La versione integrale del comunicato
Circolazione
ferroviaria CIVILE sospesa tra Pisa e Livorno
La
MILITARIZZAZIONE delle ferrovie invece continua
Nelle giornate
10, 12, 13, 17, 18, 19, 20 giugno -dalle ore 9.50 alle ore 12.50- è programmata
un’interruzione totale della circolazione ferroviaria tra Pisa e Livorno, con
tutti i disagi che questa comporta all'utenza nei termini di mancata fruizione
di un servizio pubblico su una linea dove viaggiano numerosi pendolari.
La motivazione
“ufficiale” agli altoparlanti delle stazioni è “manutenzione a Tombolo” e sul
sito di RFI (Gruppo FSI) è “Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) eseguirà
lavori di completamento del rinnovo degli scambi e dei binari a Tombolo”.
Quello che però viene omesso è che l’ultimazione di questi scambi e questi
binari (iniziati nel 2017) comporterà un incremento sostanziale al traffico di
armi, esplosivi e munizioni tra la stazione ferroviaria di Tombolo, il Canale
Navicelli e Camp Darby, il più grande arsenale USA fuori dal suolo
statunitense. Una rete ferroviaria civile quindi piegata ai voleri guerrafondai
della NATO.
Mentre gli
scioperi del personale ferroviario -legittimi e a norma di legge- che vertono
su temi quali la sicurezza e la salute vengono ostacolati e gettati in pasto
all’opinione pubblica come fonte della mancata circolazione dei treni
(ricordiamo che con la legislazione vigente tra uno sciopero e l’altro passano
quasi 2 mesi), si tace sull’interruzione del servizio pubblico in funzione
della politica bellica e dell’allargamento del conflitto mondiale.
Una deriva
inaccettabile a cui siamo costretti ad assistere quotidianamente tra la guerra
in Ucraina e il genocidio palestinese, senza dimenticare gli altri scontri
sparsi nel globo: ben 56 conflitti armati che coinvolgono oltre 92 Paesi!
Il governo
italiano non intende restare indietro. Quest'anno la spesa militare ha
raggiunto la cifra record di 35 miliardi, e il governo intende aumentarla di
100 miliardi in 10 anni. I piani italiani di riarmo già in corso costano 73
miliardi (fonte Milex), per riempire gli arsenali di munizioni, bombardieri,
cannoni, carri armati e fregate lanciamissili. La guerra porta miseria e
distruzione anche qui. Una persona su quattro è in povertà, mentre ciò che
rimane dei servizi, dalla sanità ai trasporti, viene fatto a pezzi per
finanziare il riarmo.
Questo
territorio, compreso tra il porto di Livorno e l'aeroporto militare di Pisa, è
centrale per la logistica della guerra. La guerra inizia anche qui, possiamo
fermarla.
Sosteniamo una
circolazione ferroviaria civile e sicura
Contrastiamo
l’uso della rete ferroviaria a scopo bellico
Commenti
Posta un commento