Vita di merda e pensioni da fame
Sono trascorsi ormai 20 anni da quando veniva invocato un patto generazionale, minore generosità verso gli anziani e un welfare invece attento verso le giovani generazioni. Tutte chiacchere funzionali ad innalzare l'età pensionabile, a ritardare l'uscita del lavoro, a determinare una riduzione sostanziale dell'assegno previdenziale. Le misure di welfare intraprese per i giovani con questi risparmi sono cadute nel dimenticatoio .
E intanto proseguono l’invecchiamento della popolazione, la regressione economica, i posti di lavoro offerti a chi è già formato e ha superato 50 anni di età. E molti giovani fuggono all'estero e abbandonano gli studi. Dove sono finiti oggi i cantori dei giovani da difendere dalla ingordigia dei vecchi?
Negli ultimi 35
anni i paesi a capitalismo avanzato hanno portato avanti, chi più e chi meno,
alcune politiche quali
· Innalzamento dell’età pensionabile
· Un calcolo dell’assegno previdenziale meno vantaggioso
per i lavoratori ma meno dispendioso per le casse statali e datoriali
· Ricorso alla previdenza integrativa attraverso il
Trattamento di fine rapporto asserendo la necessità di favorire una pensione
dignitosa che il sistema pubblico non sarebbe più in grado di offrire.
Le aziende che cosa chiedono?
· Sgravi e aiuti fiscali per pagare sempre meno tasse
· Meno vincoli in materia di assunzioni e contratti e
per questo auspicano il potenziamento del secondo livello di contrattazione con
tutte le deroghe peggiorative rispetto al Ccnl. Scambiare aumenti contrattuali
con benefit di vario tipo e in prospettiva pagare sempre meno contributi Inail
e Inps
· Politiche atte a favorire l’uscita dal mondo produttivo degli anziani per sostituirli con forza lavoro già formata (e non a carico delle aziende), con contratti inferiori e peggiorativi. Flessibilità dei contratti e quindi precariato
E
se 20 anni fa dicevano che il sistema previdenziale era troppo generoso per gli anziani oggi ci diranno che il welfare è insostenibile perchè le risorse pubbliche devono essere
indirizzate al Riarmo.
Hanno alzato l'età pensionabile, tra 10\15 anni usciranno pensionati solo con il sistema contributivo e assegni più leggeri, nel mondo degli appalti chi avrà anni di part time subirà ulteriori decurtazioni, l'anticipo della pensione avviene con oltre 40 anni di contributi, lo presentano come regalo quando è solo una vergogna perchè a quella età si agogna la pensione solo per impossibilità di reggere ritmi e tempi lavorativi intesi (e non a caso infortuni e morti sul lavoro crescono in questa fascia di età)
L’età anagrafica della forza lavoro attiva si sposta sempre più avanti, allora è lecito chiedersi a chi scaricheranno il costo sociale e la sostenibilità dell'invecchiamento della popolazione?
Intanto sui futuri pensionati che percepiranno un assegno da fame, poi sulla forza lavoro attiva alle prese con una erosione sensibile del potere di acquisto. Poi sul welfare, è evidente spingono verso l'indebolimento dello stato sociale a favore della previdenza integrativa, analoga scelta operano per la sanità con il modello integrativo
E altro aspetto la precarizzazione dei rapporti di lavoro per chi sarà troppo avanti negli anni per la pensione e per reggere i ritmi rimarranno i contratti flessibili e part time. meno pagati e con ripercussioni negative sul futuro assegno previdenziale.
I cantori del nuovo potranno ora essere felici e conoscendo i soggetti, ogni riforma degli ammortizzatori sociali come della materia giuslavorista o previdenziale finirà sempre e solo con il danneggiare la forza lavoro trovando soluzioni favorevoli per le parti datoriali.
E al contempo si aggiunge la amara sorpresa di una precarietà aggiuntiva dei contratti di lavoro, dalla estensione dei contratti part time e a tempo determinato fino a quello intermittente prevedendolo per ogni fascia di età. E' di questo che stanno parlando nel silenzio assenso dei sindacati rappresentativi
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