Cub Comune di Pisa : ma cosa succede ancora ?


Nei mesi scorsi il confronto tra sindacati e parte pubblica aveva prodotto dei criteri guida sulle progressioni verticali, criteri sui quali la parte sindacale si era sostanzialmente divisa tanto che a firmare era stata una sola sigla.

 

La Cub aveva allora criticato il riferimento al profilo professionale e non all’area ma a distanza di settimane è stato rimesso in discussione il tutto inviando dei nuovi criteri da sottoporre al confronto a fine luglio.

 

Quale sarà la ragione di questo repentino cambiamento?

Nulla di ufficiale ma supponiamo che in sede politica i criteri siano stati bocciati e al Segretario e al dirigente al personale è stato imposto di riaprire le trattative.

 

Siamo davanti a una situazione paradossale come già denunciato nella conferenza stampa della Cub della settimana scorsa: manca una politica del personale e l’assessore al personale brilla per la sua assenza.

 

Prima della stesura finale di un accordo è prassi consolidata che il dirigente al personale e l’assessore valutino il testo, è accaduto in tante occasioni che un accordo già scritto sia stato limato e parzialmente rivisto per le obiezioni degli amministratori.

 

Ma a distanza di mesi rimettere in discussione un testo induce a molte, e amare, riflessioni anche sull’autonomia e sul potere decisionale dei nostri interlocutori ossia Segretario Generale e dirigente al personale.

Non sarà allora che a pensar male ci si indovina?

 

I nuovi criteri assegnano maggiore punteggio al colloquio che per le progressioni verticali in deroga non sarebbe previsto (ma come sempre le normative sono scritte in maniera generica per lasciare spazio di manovra agli Enti locali) e le materie del colloquio sono avvolte nel mistero.

 

Il titolo di studio, necessario per l’accesso dall’esterno, ma non per le progressioni verticali in deroga, acquista maggiore e inspiegabile punteggio.

 

Questa entrata a gamba tesa della Giunta (se sbagliamo ci smentiscano e saremo lieti di correggere il tiro!) è alquanto sospettosa e il sindacato viene chiamato ad un confronto quando le decisioni sono state già assunte

 

Non c’è che dire: al peggio non c’è mai fine!

Commenti