Lavori in corso per potenziare il nuovo decreto sicurezza

 Alla Camera dei deputati, in commissione Giustizia, va avanti la discussione sul decreto sicurezza che colpirà l'agibilità delle figure sociali conflittuali. e le aree economicamente deboli. Siamo davanti a una prova di forza repressiva E' significativo l'aggravamento delle pene per il reato di rivolta in carcere,  la  rivolta  poi viene considerata tale, e punita con pene assai severe, anche quando è simbolica e non violenta. 

Siamo davanti a un bivio e perfino la istigazione alla disobbedienza civile diventa un grave reato da punire con anni di carcere. Le norme del Governo Meloni rispondono alla ideologia securitaria ma anche ad un disegno strategico delle destre che vogliono reprimere sul nascere ogni forma di opposizione sociale alla insegna della conflittualità. 

E' in corso una campagna politica con il classico armamentario ideologico delle destre che si trincerano dietro a concetti abusati come sicurezza,  certezza della pena, repressione preventiva e ovviamente affermare l'ordine alla mercè dei dominanti.  Ha ragione Frank Cimini a scrivere che oggi un Gandhi o un Pannella finirebbero in carcere per le loro proteste civili di disobbedienza.

https://www.osservatoriorepressione.info/arrestate-gandhi-la-destra-blinda-decreto-sicurezza/

Da parte sua il Csm  precisa che“la designazione di ulteriori giudici per sopperire agli eventuali flussi di entrata legati al protocollo Albania risulta attuata in modo non conforme”. 

Nella commissione alla Camera  intanto  vanno avanti i lavori sul decreto sicurezza. In esame le proposte di modifica del funzionamento delle carceri. La norma prevede l’aggravamento del reato di istigazione a disobbedire alle leggi se commesso in prigione. Nel caldo tropicale di questi giorni i Parlamentari hanno fretta di approvare le nuove norme repressive

Commenti