Lettera aperta della Cub ai soci Cft
CUB PISA:
sulla vendita del
facility in CFT
Il volantino della CUB in merito alla richiesta di
chiarimenti sul destino del facility ha avuto una prima parziale risposta. Durante l’ultima assemblea di
struttura, la dirigenza ha chiarito che il facility è in vendita anche
se non si conoscono i tempi e i modi della cessione.
È stato anche chiarito che potrà essere chiesto il pagamento
della quota sociale, da aggiungere a quella di CFT. Ai soci resterà solo la
magra consolazione di votare in assemblea. La dirigenza in questo caso ci è
parsa in difficoltà a ratificare decisioni assunte in altra sede e calate su
noi tutti/e. La CUB chiede
con forza che i lavoratori si possano confrontare direttamente in forma
assembleare con esponenti di punta della Lega Coop e della Regione.
Sappiamo dei sacrifici economici sostenuti dai soci
lavoratori per la sopravvivenza di CFT, conseguenza di scelte gestionali
tradottesi in risultati assai deludenti. Rifiutiamo l’idea che strutture mai
allineate con gli standard di mercato da un punto di vista gestionale e amministrativo,
puntino la loro sopravvivenza unicamente su un salasso periodico sulle spalle
dei lavoratori. E se ciò dovesse infine avvenire, dopo aver valutato tutte le alternative
con i portatori di interesse regionali, sarebbe doverosa una differenziazione
delle quote sociali in base alla categoria e al reddito, fermo restando che le
cifre richieste nel passato oggi sarebbero del tutto insostenibili.
Non ci pare
giusto che ancora una volta, per esempio, un dirigente inquadrato nella
logistica paghi la stessa quota di un operaio dei multiservizi.
Quanto poi
ad alcune scelte, è evidente che tagliando molti amministrativi la macchina
organizzativa e gestionale di CFT subirà contraccolpi negativi e ci chiediamo
se qualcuno, in quel di Firenze, ha deciso di staccare la spina a quella che fu
tra le più grandi cooperative del centro Italia. E anche di questo dovremo,
soci e no, parlare.
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