Quanto avvenuto a Ibrahima Dieng è solo un caso?

Siamo vicini e solidali con Ibrahima Dieng, nostro concittadino da anni residente nel Pisano, vittima di una aggressione in un quartiere alle porte della città. 

Un episodio di ordinaria follia ma anche il  segnale che il colore della pelle, l'etnia, gli stessi vestiti indossati  se riconducibili a culture e usanze diverse dalle nostre sono ancora motivi scatenanti di odio e di razzismo. 

Lo vediamo ogni giorno, la integrazione è frutto di pratiche condivise, di incontri e scambi ma la nostra società tende invece a erigere steccati, gli steccati alimentano distanza, intolleranza e nasce una forma di razzismo strisciante che si manifesta non solo verso i migranti ma verso gli ultimi, i senza fissa dimora, gli emarginati tra i quali poi troviamo anche autoctoni. 

E' la guerra contro gli ultimi scatenata dai pacchetti sicurezza ma è anche il segnale di una società involuta, di quartieri nei quali non esiste più alcuna attività socio educativa assicurata dal pubblico,  ad esempio dal Comune che preferisce eventi nel centro cittadino rivolti a una utenza ben diversa da quella abitante nei quartieri popolari o riduce la sua presenza nei quartieri alla richiesta delle forze dell'ordine o al rifacimento di marciapiedi e aiuole. Se guardiamo con attenzione,  in estate non si trova traccia di campi estivi, iniziative socio educativi e sociali nei quartieri che cingono il centro storico.

 Serve quindi una solidarietà forte non solo verso  Ibrahima Dieng per non ridurre la questione a episodi di inciviltà, il ragionamento da fare, tutti\e, è ben altro. 

Sindacato di base Cub Pisa

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