Nuovi favori alle Banche: i lavoratori pagano di tasca loro

Un anno fa la sentenza della Corte Costituzionale che chiedeva al governo di procedere in tempi ragionevoli, anche se non immediati, alla soluzione del problema ponendo fine al differimento della corresponsione del TFS per il personale della Pubblica amministrazione che, al contrario del privato, deve attendere anni prima di percepire questo salario differito che è dei lavoratori e delle lavoratrici

Dopo un anno, infatti, arriva la prima rata da 50mila euro, la seconda (tra i 50mila e i 100mila euro) arriva dopo due anni e la parte restante (se supera i 100mila euro) arriva dopo tre anni.

Chi usufruisce di un’uscita anticipata della pensione è costretto ad aspettare i 67 anni per ottenere tutta la liquidazione.

https://lentepubblica.it/personale-e-previdenza/anticipo-tfs-rinnovo-accordo-banche/

La Ragioneria dello Stato, nel Marzo scorso, aveva chiesto al Governo di fermare due proposte di legge presentate da parlamentari della maggioranza e dell'opposizione, per  ridurre da un anno a tre mesi il tempo di pagamento della prima rata del Tfs, aumentandone  l’importo da 50mila a 63.600 euro.

L'intervento della Ragioneria dello Stato, per altro in palese contrasto con i dettami costituzionali, era legato ai costi, di circa 3,8 miliardi di euro all'anno, che avrebbe avuto ripercussioni immediate sulla tenuta dei conti pubblici specie ora che la UE ha avviato la procedura di contestazione al nostro paese per il mancato rispetto dei tetti comunitari al debito pubblico.

Il personale della Pa in pensione se vuole l'anticipo del TFS deve rivolgersi alle Banche pagando una cifra vicina ai 2000 euro di interessi

La soluzione all'orizzonte è la solita scelta indecorosa ossia rinnovare la convenzione con le Banche e scaricare gli oneri sui pensionati che per avere in tempi giusti il loro TFS dovranno chiedere un prestito sul quale pagheranno gli interessi.

Una autentica vergogna in questo fine luglio 2024


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