La logica securitaria ed emergenziale dalla quale non siamo mai usciti

 La logica securitaria ed emergenziale dalla quale non siamo mai usciti

 

Nuovi provvedimenti all'orizzonte per criminalizzare, e seppellire con anni di carcere, i movimenti sociali
 
Facciamo nostro l’appello alla mobilitazione lanciato dall’Osservatorio Repressione unitamente ad alcune realtà sociali e sindacali e di movimento contro le norme liberticide in discussione in una Commissione Parlamentare per iniziativa di alcuni parlamentari del centro destra,
 
Un argomento di cui non si è parlato a sufficienza, quello della sistematica repressione che colpisce i movimenti sociali, sindacali e politici conflittuali, cambiano i Governi ma le soluzioni securitarie si tramandano dal centro sinistra al centro destra.
 
Parliamo dei pacchetti sicurezza, delle norme pensate contro i facchini protagonisti di blocchi ai magazzini, degli occupanti di casa ma anche dei movimenti in lotta contro le devastazioni ambientali o gli studenti mobilitatisi per mesi contro l'alternanza scuola e lavoro e a fianco del popolo palestinese.
 
Ma come se non bastassero le norme attuali, oggi il Governo Meloni si prepara a un nuovo pacchetto di norme che potrebbero far impallidire i precedenti provvedimenti.
 
Ormai da decenni la logica securitaria è prevalsa su ogni altro ragionamento, la risposta repressiva ai bisogni sociali si è accompagnata a continue riforme del codice penale e, nella costruzione del nemico di turno, sono stati inventati di sana pianta dei nuovi reati per i quali sono previsti anni di detenzione e pene severissime. 
 
In questo scenario dispotico pesa come un macigno il rimosso della sinistra italiana e del movimento comunista ossia non avere mai fatto i conti con il Fascismo, da cui è stato ereditato il Codice Rocco, e con la Legislazione emergenziale degli anni settanta ed ottanta presentata come misura eccezionale e temporanea nella lotta contro la lotta armata salvo poi scoprire che queste norme sono rimaste al loro posto, rafforzate negli anni successivi da ulteriori provvedimenti come quei Pacchetti sicurezza approvati dai vari governi via via succedutisi.
 
Sempre negli anni settanta ed ottanta la legge Reale e Cossiga rappresentavano una aberrazione giuridica ma  non per questo vennero contrastati dal Partito Comunista che lascio' sola la sinistra extraparlamentare e il Partito radicale nell'improvvido compito di contrastare quella che definivamo fascistizzazione dello Stato.
 
Gli allora fautori delle leggi emergenziali  furono incapaci di cogliere la natura non eccezionale di quei provvedimenti, la crisi dei movimenti sociali e sindacali offriva le condizioni migliori per restringere gli spazi di libertà e di democrazia collettiva, un processo involutivo del sistema che alla fine lasciò al suo posto tutte le norme emergenziali che da eccezionali divennero invece ordinarie.
 
Prendiamo il caso delle carceri, eccezion fatta per alcuni operatori umanitari o per sparuti gruppi di compagni, è raro imbattersi in iniziative contro il sovraffollamento carcerario, le condizioni disumane in cui si vive dentro gli istituti penitenziari, l'abnorme utilizzo del 41 bis.
 
E puntualmente, con l'arrivo della stagione estiva,  registriamo una impennata dei suicidi, degli atti di autolesionismo e di proteste nelle carceri. Il sostegno acritico delle destre agli operatori di polizia ha senza dubbio alimentato nel paese un punto di vista diffuso, e assai radicato anche nelle classi meno abbienti, secondo il quale nelle carceri si vivrebbe bene mangiando senza lavorare
Se questo è il sentir comune sarà assai difficile ricordare i punti salienti della Riforma penitenziaria degli anni settanta o la natura della pena prevista dai Padri costituenti. La certezza della pena è stato un altro cavallo di battaglia non solo della destra ma anche di parte della sinistra forcaiola, eppure in carcere ci stanno in prevalenza i proletari mentre chi ha potenti avvocati e santi in paradiso il più delle volte accede a misure alternativa alla pena.
 
Si voglia o no, le logiche securitarie e punitive sono nate proprio dal lungo inverno delle legislazioni emergenziali divenute poi norme ordinarie, il resto è stato permesso dall'oblio in cui sono piombate le stagioni delle riforme carcerarie e un diritto non a uso e consumo dei dominanti. 
 
Da alcuni mesi il Governo Meloni va preparando l’ennesima svolta repressiva e securitaria forte di un emendamento presentato in Commissione da un parlamentare della Lega accolto positivamente dai suoi colleghi del centro destra.
 
Non ci meraviglino allora i fogli di via, i decreti penali di condanna, le perquisizioni e centinaia di denunce che colpiscono gli attivisti politici e men che mai non destino scalpore i provvedimenti e le inchieste contro i movimenti per la Palestina a Napoli o i processi intentati contro gli occupanti di case e i facchini della logistica imputando loro reati associativi che prevedono, in caso di condanna, anni di carcere.
 
Il prossimo obiettivo del Governo sarà ancora più ambizioso, vogliono punire con anni di carcere reati sociali e di piazza  proprio quando si andranno a costruire il Ponte sullo Stretto o qualche base militare sul territorio italiano.
 
Da aggiungere all'ultimo Pacchetto sicurezza una nuova e specifica aggravante dei reati contro la pubblica incolumità (!), aggravante pensata specificamente per colpire movimenti sociali e attivisti che protesteranno contro le grandi opere E qualora l’emendamento, oggi in Commissione, dovesse essere approvato, sono previste pene che vanno dai 4 ai 25 anni di carcere. Nel silenzio delle opposizioni e nella classica ignavia dell’opinione pubblica,  in un Parlamento blindato dalla maggioranza di destra, sarà possibile approvare leggi liberticide (per l’Osce le norme del disegno di legge potrebbero minare i principi fondamentali del diritto penale e del nostro stato di diritto) che faranno impallidire i decreti anti-rave, le norme contro gli occupanti di casa o contro gli organizzatori di picchetti ai cancelli delle fabbriche e dei magazzini della logistica.
 
Il d.d.l. sicurezza  già attribuisce maggiori poteri alla polizia , l’obiettivo delle destre è impedire sul nascere ogni capo di imputazione per le forze dell’ordine e per questo vogliono istituire nuovi reati , quelli  che erano illeciti amministrativi, ad esempio i blocchi stradali, se commessi da più persone saranno puniti con il carcere fino a 2 anni di detenzione, le occupazioni abusive (che poi rispondono a un bisogno sociale come l’assenza di case popolari), arriveranno a 7 anni, una scritta sui muri fino a 12 mesi e se recidivi  la pena passa a 24 mesi, le donne in attesa di partorire andranno direttamente in carcere senza sospensione della pena, lo stesso varrà per le madri con figli piccoli. E nasce anche il terrorismo della parola, un volantino che inviti ad assediare il cantiere di una grande opera potrebbe diventare un reato associativo e per questo punibile con anni di carcere.
 
La proposta della destra rispecchia una visione della Giustizia implacabile con gli oppositori sociali ma assai garantista contro i dominanti, introdurranno un nuovo comma all’articolo 339 del codice penale per punire con anni di carcere reati quali resistenza, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o a un corpo dello Stato.
 
Se oggi le pene possono arrivare a 7 anni un domani sarebbero quasi triplicate nell'ottica di impedire ogni agibilità sociale e politica ai movimenti sociali,ambientali, antimilitaristi e sindacali. Da mesi un attivista siciliano è detenuto in carcere con accuse pesantissime per una iniziativa contro la fabbrica di armi Leonardo, una aberrazione se pensiamo che non ci sono stati feriti o danni nel corso di  una azione meramente simbolica atta a denunciare le complicità dell’apparato industriale e militare italiano con il genocidio palestinese.
 
Se l’emendamento sarà approvato, e crediamo che sia una ipotesi reale vista la mancanza di opposizione nel paese,  una manifestazione contro un’opera pubblica potrà essere considerata una sorta di minaccia alla sicurezza dello stato e i colpevoli rischieranno fino a 25 anni di carcere. E le opere pubbliche non sono la costruzione di un ospedale e di una scuola ma il Ponte sullo stretto, un cantiere dell'alta velocità e una base militare.
 
Siamo davanti a uno straordinario salto di qualità della repressione, un’autentica svolta reazionaria che porrà fino a quel poco che resta dello stato di diritto e della democrazia, andrebbe ricordato agli astratti e salottieri difensori della Carta Costituzionale che non hanno preso parola contro questo emendamento che una volta approvato trasformerà l’opposizione sociale in atti di terrorismo. E sia ben chiaro che dopo avere preso e incarcerato i movimenti anche chi pensa di dormire sonni tranquilli potrebbe cadere vittima dello stesso trattamento
 

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