Per chi suona la campana?
Per chi suona la campana?
L’assemblea del personale al Comune
di Pisa è stata una occasione perduta per un salto di qualità del sindacato,
per assumere posizioni rispecchianti i vari punti di vista espressi da
lavoratori e lavoratrici: ci sono del resto opinioni diverse su ruoli e
funzioni del sindacato.
La mozione d’ordine finale
dell’assemblea avrebbe dovuto rispecchiare la problematicità delle questioni
emerse riportando le posizione emerse della assemblea ma cosi’ non è stato.
Non ci interessa aprire polemiche di
sorta, per di più su un atto di concertazione sulle progressioni verticali in
deroga che da giorni noi riteniamo inaccettabile e il sindacato bene avrebbe
fatto a riportare tutte le posizioni lasciando alla parte pubblica la decisione
finale, considerato poi che la materia non è oggetto di contrattazione, ma di
mero confronto.
Come detto dai nostri delegati
puntare sull’area e non sul profilo, o viceversa, determinerebbe una divisione
a prescindere tra il personale; la parte pubblica probabilmente sceglierà una
soluzione intermedia tra le due posizioni, assegnando punteggi diversi: pieno
punteggio all’anzianità nel profilo e considerando una frazione dell’anzianità
dell’area (probabilmente i 2/3).
Il sindacato al Comune di Pisa è
davanti a una svolta: o riapre una discussione su tutte le questioni, ad
esempio sul Regolamento degli incentivi che nelle prossime settimane dovrà
essere rivisto, sul fatto che i percorsi formativi sono preclusi a parte del
personale fino al futuro decentrato, oppure rischia di nascondersi dietro a
decisioni assunte nelle chiuse stanze senza coinvolgere nei processi
decisionali i lavoratori e le lavoratrici.
C’è poi chi vorrebbe tapparci la
bocca in nome delle regole sulla rappresentanza per le quali un sindacato non
firmatario di contratto (ma votato dai lavoratori) dovrebbe parlare solo
all’interno della Rsu: anche qui il tentativo di imbavagliare le voci di
opposizione è lampante nel rispetto di regole che hanno per altro indebolito il
potere di acquisto e di contrattazione a discapito per altro del sindacato
tutto.
Per chiudere vorremmo solo segnalare due questioni:
●
neppure davanti alla esclusione di colleghi\e con profili assenti
in categoria superiore è stata fatta dalla maggioranza della Rsu una battaglia
inclusiva trincerandosi dietro il testo di un contratto nazionale di per sé
iniquo.
●
Le progressioni verticali in deroga non prevederebbero il
colloquio ma la norma è stata scritta in modo sibillino, come anche il
riferimento al profilo e alle aree, per lasciare spazi discrezionali alla parte
pubblica.
Ma non sarà allora il
caso di discutere con il personale dei contratti nazionali prima di siglarli? Ci guadagneremmo tutti ed in modo particolare
la democrazia, che ormai latita anche nel mondo sindacale.
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