Quali sono le cause dei ritardi del Pnrr
Quali sono le cause dei ritardi del Pnrr
Un
luogo comune diffuso ad arte per giustificare i ritardi del Pnrr è legato
all’idea che sia proprio la macchina amministrativa italiana ad avere palesato
inefficienze di vario genere dimenticando che oggi questa macchina sconta i 10
anni di blocco delle assunzioni e lustri di perenni disinvestimenti in materia
di formazione del personale.
Si
dimentica tuttavia che fin dall’estate 2023 era emersa la volontà Ue di
riscrivere in parte il Pnrr dopo avere verificato che gli embarghi al gas e al
petrolio russo avevano determinato rincari continui che poi abbiamo ritrovato a
cascata su tutti gli interventi di attuazione dei progetti.
La
revisione del Pnrr prima e poi il decreto specifico del Governo sono un
sostanziale correttivo che accelera il percorso verso la robotizzazione, la
digitalizzazione, l’autonomia dell’approvigionamento energetico e la revisione
dei progetti iniziali. Si amplia, per gli anni
2024/2026, la dotazione economica del Fondo di rotazione per
l'attuazione del Next Generation EU-Italia ossia il capitolo aggiunto
nell’autunno 2023 proprio a causa del rincaro dei costi energetici. E poi la
spesa per gli interventi non più finanziati con le risorse del Pnrr sarà estesa
ben oltre il limite previsto e riguarderà gli anni 2024/2029. Ma, oltre a
rivedere il sistema di monitoraggio degli interventi finanziati con IL Pnrr, il
Governo prevede di avocare a sé eventuali poteri attuando “poteri sostitutivi
in ipotesi di ritardi e inerzie da parte dei soggetti attuatori e disciplina le
azioni di recupero nel caso di omesso o incompleto conseguimento degli
obiettivi finali dei programmi e interventi PNRR, accertato dalla Commissione
europea”[1]. Il decreto ministeriale rimette mano a 22 dei 30 interventi del
Piano, cioè il 73% del totale, rinvia parte delle spese ai prossimi anni e
allunga i tempi di attuazione del Pnrr dal 2026 al 2028.
In
una nota del Consiglio dei ministri[2] si ammettono i ritardi
indicando alcuni correttivi laddove viene spiegata la mission del nuovo decreto
che
- prevede misure di rafforzamento della capacità
amministrativa delle amministrazioni titolari delle misure PNRR e dei
soggetti attuatori; l’incremento della dotazione organica del Ministero
dell’agricoltura, nonché la possibilità per il medesimo Ministero di
avvalersi di esperti in materia di analisi e valutazione delle politiche
pubbliche; l’incremento della dotazione organica del Ministero della
Salute, di un posto di funzione dirigenziale di livello generale
nell’ambito dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro; misure in favore del
Ministero del turismo (possibilità di avvalersi di società
direttamente o indirettamente controllate dallo Stato operanti nel settore
dei servizi informatici); misure in materia di personale del Ministero
dell’Interno (riduzione anzianità di servizio per accedere alla qualifica
di viceprefetti e divieto di comando, distacco o altre assegnazioni per il
personale civile dell’Interno);
- incrementa il fondo per le assunzioni a tempo
indeterminato del personale in servizio presso gli Uffici speciali per la
ricostruzione;
- consente alle regioni ed enti locali di ricorrere
all’indebitamento per finanziare operazioni di ricapitalizzazione e
capitalizzazione di società a partecipazione pubblica aventi ad oggetto la
realizzazione di infrastrutture pubbliche, qualora le perdite, anche
ultrannuali risultino complessivamente assorbite in un piano economico
finanziario approvato dall’Autorità competente;
Intanto è bene evidenziare che gli
investimenti in materia di personale per la Pa si basavano essenzialmente su
assunzioni a tempo determinato mentre oggi si prende atto della inadeguatezza
di questa decisione, il provvedimento di fine febbraio ricorre all’indebitamento della Pa per
ricapitalizzare le società pubbliche incaricate di realizzare infrastrutture,
si sceglie di appoggiarsi su società partecipate ma non direttamente su Enti
locali e sullo Stato sui quali incombe ancora il tetto di spesa in materia di
personale.
Stando
a quanto abbiamo letto ci attendono innumerevoli decreti di Palazzo Chigi visto
che alcuni progetti inizialmente previsti saranno de finanziati, con le risorse
nazionali dovranno trovare i soldi necessari per il Fondo di sviluppo e
coesione. Di fatto dentro il Governo non mancano contrasti e divisioni sulle
opere da tagliare per far quadrare i conti e alcuni progetti usciranno di scena
creando frizioni non solo interne alla maggioranza di Governo ma anche rispetto
ai territori che si vedranno sottrarre alcuni progetti
In
ambito sanitario ci saranno tagli, ad esempio per gli ecosistemi innovativi
della salute e per il capitolo dedicato a «salute, ambiente, biodiversità e
clima». Altri tagli arriveranno per i trasporti, per i piani di ammodernamento
dei mezzi di trasporto e delle navi. Di certo la stessa Ragioneria generale
dello Stato, nel settembre scorso, contestava le inadempienze ministeriali, ad
esempio, per quanto riguarda i censimenti informatici e segnalava come non
conseguito il 45% degli obiettivi previsti per autunno 2023.
Un
dato politico da cogliere, dentro le continue tensioni tra Lega e Fdi, è rappresentato
dai tagli agli interventi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (ministro
Salvini) rinviando al 2027-2028 il 34% dei progetti per la messa in sicurezza
di ponti, viadotti e tunnel e oltre un quarto dei progetti di rafforzamento
delle linee ferroviarie regionali. Altri tagli, o rinvii, riguardano il
patrimonio culturale, i contratti di filiera per l’agricoltura e non troviamo
traccia delle opere di bonifica del territorio. Quello che manca è una visione politica del futuro,
se preferiamo una visione di insieme che riguardi il modello di sviluppo, le
finalità e modalità dell’intervento pubblico, il ruolo della Pubblica
amministrazione. Strada facendo gli obiettivi del Pnrr hanno subito diverse
riscritture e aggiunte, la speranza di molti era quella di avere risorse
economiche per combattere il rischio idrogeologico, bonificare le aree
inquinate, mettere in sicurezza i territori dalle alluvioni, ammodernare le
reti idriche e sostituire buona parte dei mezzi pubblici vetusti con mezzi
ecologici. Alla luce della riscrittura dei Progetti possiamo asserire che parte
di queste speranze sia destinata a infrangersi nelle nuove compatibilità
comunitarie derivanti dalla crisi determinata dal conflitto in Ucraina.
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