Se perfino i morti per mafia diventano divisivi.....

 

Cosa aggiungere alla descrizione del perché gli studenti di un liceo scientifico di Partinico, vicino a Palermo abbiano respinto l’intitolazione della loro scuola a Peppino Impastato, militante di Democrazia Proletaria, ai tempi, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a trent’anni? Niente di rilevante salvo la sottolineatura dell‘uso dell’aggettivo “divisivo”. 



Questo accesso letterario verso la figura di Peppino riguarda esattamente la nullità dei tempi presenti. Come se anche gli studenti che hanno espresso quella decisione non fossero “divisivi”.

 La decisione in sé lo è evidentemente rispetto ad una decisione contraria. La ricerca della neutralità oltre che essere idiota è pure assurda. Nessun uomo è neutro su questa terra. 

Anche chi non si interessa di politica non si configura come una vita neutrale di fronte alla possibilità di vivere. E neppure se lo stesso fa di tutto per disinteressarsi di questa, come di altre questioni. Senza arrivare alla filosofia, che comunque quegli studenti dovrebbero conoscere, sappiamo che la negazione contiene in sé anche l’affermazione che viene, in questo caso, vinta. 

Ma alle elezioni, il disinteressato cosa fa? ma verso gli accadimenti sociali che lo interessano, ad esempio l’ammontare delle tasse da pagare, che fa? anche rispetto alla velocità del sistema sanitario nazionale per le sue malattie che fa? Potrebbe operare mettendo in atto alcuni dinieghi – chi se ne frega – oppure pagare un servizio privato e servirsene. 

Questo apre altri scenari: dovrebbe avere soldi e disinteresse altissimi. Sarebbe già una differenza con altri essere umani, magari a lui vicini, che potrebbero non avere quelle capacità o quelle somme. Insomma, non si può restarne fuori per ogni cosa, per sempre. 

Ognuno è divisivo, poco o tanto, ma lo è, come si dice, in sé. Ed è comunque l’uso del termine che scopre la modernità, l’attualità e la vuotezza della parola. Anni fa non si sarebbe detto, si sarebbe presa posizione dicendo è di destra è di sinistra, o di centro (lasciando perdere le sfumature). 

Ora si dice divisivo, sperando, credendo che anche l’uso terminologico rimandi ad una neutralità che si crede, che si vorrebbe sana e perpetua, da metter davanti alla questione, in questo caso, della mafia.  Forse che la stessa non appaia a quegli studenti non divisiva? Insomma, una risposta, del 73% degli studenti, di ricerca non divisiva che lascia ben capire come gli insegnanti di quel liceo si siano dimostrati ben poco capaci di instillare nei loro studenti una semplice nozione: ogni uomo fa ombra su questa terra. 

Colui che non ha ombra l’ha venduta al diavolo[1]. Quindi anche la scelta di respingere l’intitolazione della scuola al nome di Impastato è anch’essa divisiva! Ognuno può interpretare questa affermazione come vuole. E spiace che studenti, che giovani, che dovrebbero avere in mano il mondo di domani siano non divisivi e che non vogliamo dividersi sul piano delle scelte sociali da contrappore e contradire, le une con le altre, per giungere ad un risultato che possa avere come definizione una vita migliore e per molti se non tutti. La partecipazione alla vita assume sempre forme di interesse. 

Forse l’unica cosa da perseguire è che prevalga l’interesse dei molti su quello dei pochi, e che quindi essere divisivi riguardi un numero sempre maggiore di uomini e non sia appannaggio di pochi per i propri interessi, Ora Impastato stato ucciso. Certo tutti dobbiamo morire per cui, da questo punto di vista non è stato divisivo. Visto che è morto anche lui come gli altri. C’è qualcuno che assumerebbe questa verità come positivamente non divisiva?



[1]Adalbert von Chamisso, L' uomo senza ombra. La storia straordinaria di Peter Schlemihl, 1813 (diverse edizioni).

 

Commenti