Esuberi nelle società partecipate: la minaccia è all'orizzonte
Ricorderete che già alcuni anni fa, rinviamo al Testo
unico delle società partecipate (Dlgs 175/2016), si parlo' di esuberi nelle società partecipate, quelle società a controllo
pubblico tenute a effetturae una ricognizione del personale in servizio al fine di individuare eventuali esuberi.
L’elenco del personale in esubero poi avrebbe dovuto essere comunicato alla Regione ma tutto cio' occultava una situazione ben piu' grave ossia che numerose aziende partecipate erano alle prese con carenze di organico tali da pregiudicarne le attività, ma nonostante cio' fino a 30 Giugno 2018 non erano consentite nuove assunzioni.
Questa è la storia degli ultimi anni, un continuo pressing sulle aziende perchè riducessero i loro organici anche se poi , all'atto finale, gli esuberi sono state poche decine in tutto il paese.
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Ora il Governo torna alla carica senza una idea precisa di quali siano le società da salvaguardare e rilanciare, in teoria dovrebbe esserci una annuale ricognizione del personale in
servizio per individuare le eventuali eccedenze con ricollocazioni favorite da accordi tra società a controllo
pubblico, una sorta di mobilità interna alle partecipate insomma.
Ma ancora una volta andiamo a scontrarci con un pregiudizio duro da morire, quello che considera le partecipate o inutili o comunque carrozzoni con troppo personale quando poi invece molte di loro avrebbero piuttosto necessità, ed urgenza, di personale per svolgere al meglio i servizi per i quali sono nate.
Il pregiudizio diffuso, e ricorrente, riguarda ormai le società pubbliche tout cort, poco si è fatto per dare dignità e forza a tante aziende partecipate dal pubblico anche quando svolgono un ruolo importante anche nel cosiddetto mercato.
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